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L'angolo dell'Avvocato

ESPRESSIONI DI LEGGE

Appunti, concetti, considerazioni in materia legale

 

 

 

 

Agli estremi confini tra omicidio colposo e doloso.

Il cosiddetto “dolo eventuale”.

 

 

Avv. Cristiano Viale

patrocinante in Cassazione

Avv. Antonella Vergani

Studio legale

Via A. Volta n. 34 - 20052 Monza

tel. e fax. 039.364824

e-mail: studiolegaleviale@virgilio.it

 

 

 

(2008, Settembre)

 

 

 

Agli estremi confini tra omicidio colposo e doloso.

Il cosiddetto “dolo eventuale”.

 

 

Nei mesi scorsi l'opinione pubblica è sembrata sconvolta per alcuni gravissimi avvenimenti, che hanno riguardato la tragica fine di operai a causa d'incidenti sul lavoro e la responsabilità medica per la morte di alcuni pazienti e per le lesioni gravissime da altri riportate.

Anche sulla spinta emozionale che ha percorso tutto il nostro Paese, la Pubblica Accusa, che finora non si era mai sentita di contestare agli indagati di fatti analoghi, l'omicidio o le lesioni dolose, si è spinta ad ipotizzare che nelle vicende in questione non ci si trovasse di fronte al reato, pur grave ma sanzionato in termini piuttosto morbidi dal legislatore, di omicidio colposo, ma di fronte a quello dell'omicidio volontario, che, come sappiamo, prevede per il responsabile un minimo di anni ventuno di reclusione.

Per l'omicidio colposo il Codice prevede invece una pena che va da sei mesi a cinque anni (da un anno a cinque anni per gli infortuni sul lavoro), ma, secondo la prassi dei Tribunali, difficilmente le sentenze si allontanano in maniera significativa dal minimo e quasi mai si avvicinano al massimo.

La differenza tra le due ipotesi è pertanto enorme.

Si noti che quasi sempre la pena che viene comminata per l'omicidio colposo rientra nella sospensione condizionale, che, come sappiamo, copre fino a due anni di reclusione, e che con il calcolo delle attenuanti generiche e con l'eventuale scelta di riti alternativi si giunge a dei risultati veramente minimi, che non tengono conto del valore della vita umana.

Come se ciò non bastasse, dal momento che i datori di lavoro si cautelano normalmente nominando un responsabile per la sicurezza, che li tiene indenni da qualsiasi responsabilità penale e che per quanto riguarda le problematiche inerenti al risarcimento sono tutelati dall'assicurazione, il processo penale per una morte sul lavoro si risolve, per costoro, in poco più di una seccatura.

Allo stesso modo medici e chirurghi si cautelano per le ragioni economiche con l'assicurazione, e per quanto riguarda il procedimento penale, oltre a contenere normalmente le sanzioni più o meno negli stessi termini dei datori di lavoro, riescono a contrattare, attraverso le loro associazioni di categoria, una difesa a prezzi modici.

Ecco quindi che una contestazione per omicidio colposo non preoccupa eccessivamente chi opera in queste categorie di soggetti.

Ma qual è il discrimine attraverso il quale gli inquirenti possono rubricare gli eventi Thyssen e gli eventi “Clinica Santa Rita” come omicidio non colposo, ma doloso?

Si tratta del cosiddetto “dolo eventuale”.

Attraverso di esso colui che agisce, anche se non vuole direttamente l'evento omicidiario, si rappresenta nella sua mente, prima dell'azione, come possibile effetto del suo operato, la morte della vittima.

Nel caso di Thyssen si tratta verosimilmente dell'assenza di presidi di sicurezza, che, non essendo stati istituiti od essendo non idonei o non funzionanti, avrebbero dovuto far prevedere ai responsabili della sicurezza l'eventualità di luttuose conseguenze.

Nel caso della Clinica Santa Rita, il sottoporre i pazienti ad operazioni non necessarie, al solo fine di riscuotere i rimborsi dello Stato, non può non essersi rappresentato nella mente dei chirurghi, come previsione che quell'intervento per asportare organi costituisse il reato di lesioni gravissime e che anche l'evento morte, qualora verificatosi, non potesse essere escluso.

A mio avviso sarà più difficile per la Pubblica Accusa provare la responsabilità per il reato doloso nei riguardi della multinazionale, che una qualche forma, seppure inidonea, di sicurezza deve aver comunque apprestato.

Per quanto riguarda i chirurghi della Santa Rita - che hanno avuto anche un altro primato, quello di vedersi contestare non solo l'omicidio doloso, ma anche l'aggravante delle sevizie verso le persone, che normalmente appare nei delitti più efferati e la cui presenza, in astratto, porta alla condanna all'ergastolo - sarà sufficiente provare che l'intervento di asportazione o comunque di demolizione degli organi dei pazienti sia stato determinato non da negligenza od imperizia ma da ragioni extramediche, come l'ottenimento dei rimborsi statali, perché siano molto elevate le probabilità di condanna per lesioni personali gravissime, o, nel caso che sia seguita la morte del paziente e che essa in base alle perizie medico-legali sia da collegare all'intervento, addirittura per omicidio doloso.

 

 

Avv. Cristiano Viale

 

 

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(2008, fine Novembre)

 

 

Avevamo segnalato come nelle vicende Thyssen e Clinica Santa Rita si aprissero delle prospettive finora inesplorate per ciò che riguardava i confini tra l'omicidio doloso e colposo.

In questi giorni è apparsa una notizia importante sul tema “acciaieria ThyssenKrupp” e cioè che il giudice per l'udienza preliminare ha rinviato a giudizio alcuni dirigenti della società per omicidio colposo e l'amministratore delegato per omicidio volontario.

Per quanto riguarda quest'ultimo, il dolo eventuale, non è stato pertanto ipotizzato dal solo Pubblico Ministero, ma è stato ritenuto sussistente anche dal Gup.

Conseguenza di ciò sarà non solo che l'impostazione del processo sarà alquanto diversa così come diversamente l'amministratore delegato dovrà elaborare la sua difesa, ma anche che la competenza per materia viene a subire un'estrema modificazione, poiché la fase dibattimentale non si aprirà davanti al giudice monocratico, ma alla Corte d'Assise e quindi ai giudici popolari.

Nulla di simile era mai accaduto in precedenza.

Sarà pertanto estremamente importante seguire lo sviluppo del procedimento.

 

 

Avv. Cristiano Viale

 

 

 

 

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In evidenza:

 

Immagine - Rif.: "Conoscere i Cinesi. Tutto quello che c'è da sapere sui nuovi protagonisti della scena mondiale"  //  Virginia Busato

 

> Conoscere i Cinesi

Tutto quello che c'è da sapere sui nuovi protagonisti della scena mondiale

Virginia Busato

 

Franco Angeli Edizioni  -  Libro  -  Pagg. 128

 

[ Lo trovi in:  > Attualità - > Economia ]

 

Questo piccolo manuale fornisce le conoscenze per capire il popolo che rappresenta un quinto dell'umanità intera, è lo strumento che vi accompagna lungo l'avventura verso il "Paese di Mezzo", sia che rappresenti commercialmente la vostra nuova "terra promessa", sia che vi coinvolga per passione o per semplice curiosità.

Questo libro, attraverso esempi pratici e situazioni reali, vi svelerà passo passo tutti i segreti per instaurare collaborazioni proficue e durature con i cinesi.

 

 

Indice:

Introduzione


La geografia e la storia della Cina
(Profilo e geografia; Popolazione; Cina amministrativa; Una storia millenaria)


La lingua cinese
(Evoluzione; Pronuncia; Lingua scritta)


Il confucianesimo e il modello di comportamento cinese
(Confucio ed il confucianesimo; La famiglia; L'individuo ed il gruppo; Gerarchie; Privacy; Taoismo e Buddismo)


Lijie, mianzi e guanxi, ovvero etichetta, faccia e connessioni
(Lijie, l'etica in Cina; Scambiarsi regali; Mianzi, ovvero il concetto di "faccia"; Guanxi, l'importanza del network)


Il cibo e le buone maniere
(Il banchetto; Il brindisi; Protocollo a tavola; I bastoncini; Conversazione; Pietanze ed ingredienti; La cucina; Tecniche della cucina cinese; Strumenti della cucina cinese; L'arte del tè)


Come evitare le gaffes
(In viaggio di lavoro; Parlando del più e del meno; Per la strada o nei locali; Comportamenti imbarazzanti; Linguaggio del corpo)


La negoziazione in Cina
(Primo contatto; Approccio strategico dei cinesi alla negoziazione; Approccio italiano; Basi dello stile di negoziazione cinese; Team a confronto)


Come ci vedono i cinesi e come noi vediamo loro
(Orgoglio nazionale; Nel lavoro; Amicizia con un cinese; Il giudizio dei cinesi; Il nostro giudizio)


Yin e Yang, Feng Shui e superstizioni
(Yin e Yang; Feng Shui; Festività cinesi tradizionali; Superstizioni e spiriti maligni; Scienza e tecnologia: le scoperte in Cina)


L'economia ed il futuro della Cina
(Deng Xiao e le riforme miracolose; Relazioni internazionali; Il duro compito del Governo; I protagonisti della scena politica cinese; Pechino 2008: le Olimpiadi dietro l'angolo)


Ringraziamenti


Bibliografia consigliata

 

 

 

Immagine - Rif.: "Resisto Dunque Sono. Chi sono i campioni della resistenza psicologica e come fanno a convivere felicemente con lo stress"  //  Pietro Trabucchi

 

> Resisto Dunque Sono

Chi sono i campioni della resistenza psicologica e come fanno a convivere felicemente con lo stress

 

Pietro trabucchi


Corbaccio
Libro - Pagg. 208

[ Lo trovi in: > Ansia, stress e fobie - > Manuali di psicologia ]

 

Possiamo imparare a gestire lo stress. E nella nostra cultura c’è un ambito che può promuovere in modo strutturale la resilienza: il mondo dello sport che può essere utilizzato come metafora, ma anche come disciplina da cui mutuare metodologie ed esperienze, come fa Pietro Trabucchi in questo libro che sarà di aiuto a tutti coloro che vogliono vivere e non lasciarsi vivere.

Noi siamo costruiti per convivere quotidianamente con lo stress. A questo scopo possediamo dentro di noi, come un dono, un insieme di risorse che abbiamo ereditato dal passato e che costituiscono la nostra «resilienza». Ed è la resilienza la norma negli esseri umani, non la fragilità; la resilienza psicologica, ovvero la capacità di persistere nel perseguire obiettivi difficili, fronteggiando in maniera efficace le difficoltà che ci si presentano.

L’individuo resiliente ha una serie di caratteristiche psicologiche inconfondibili: è un ottimista e tende a «leggere» gli eventi negativi come momentanei e circoscritti; ritiene di possedere un ampio margine di controllo sulla propria vita e sull’ambiente che lo circonda; è fortemente motivato a raggiungere gli obiettivi che si è prefissato e di fronte a sconfitte e frustrazioni tende a non perdere la speranza. Ma la notizia migliore è che resilienza può essere potenziata.

 

Pietro Trabucchi - È uno psicologo che si occupa da sempre di prestazione sportiva, in particolare di discipline di resistenza. Ha seguito la Squadra nazionale di Sci nordico Torino 2006 e attualmente lavora con la Squadra nazione Vancouver 2010. Da molti anni opera con le Squadre nazionali di Triathlon. Autore di diversi libri, collabora con l’Università di Verona, con il Centro di ricerca in Bioingegneria e Scienze motorie dell’Università di Trento e con l’Istituto di Scienze dello Sport di Roma. Si è occupato di formazione in varie aziende sul tema della gestione dello stress. Appassionato di sport di resistenza e di alpinismo, per dimostrare la validità concreta delle sue teorie ha ultimato due volte l’Ultra Trail del Monte Bianco, ha scalato l’Everest dal versante Nord in occasione della spedizione «Everest Vitesse» e ha corso non-stop i 205 chilometri della Nove Colli Running.

 

 

 

Immagine - Rif.: "Ufo: il Fattore Contatto"  //  Roberto Pinotti

 

> Ufo: il Fattore Contatto

 

Roberto Pinotti

 

Oscar Mondadori
Libro - Pagg. 452

 

[ Lo trovi in: > UFO ]

 

 

 

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