Avv.
Cristiano Viale
patrocinante in Cassazione
Avv. Antonella Vergani
Studio legale
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Il ruolo della Cassazione penale
(Prima
parte)
Si legge sui giornali
ed anche su internet, e non è infrequente sentire alla radio ed alla tv,
che la Cassazione avrebbe confermato la Sentenza di condanna o di
assoluzione in qualche vicenda molto nota al pubblico, oppure “tout court”
che avrebbe condannato o assolto Tizio o Caio.
Questa terminologia, benché corrente
nei media, è peraltro impropria.
Infatti la Cassazione non conferma e
tanto meno condanna o assolve.
Tutto ciò non è possibile, dal
momento che la Suprema Corte deve controllare i provvedimenti giudiziari
sotto il profilo della loro logica e della loro aderenza alla legge. Per questa ragione
viene anche definita “giudice di legittimità”, a differenza del Tribunale e
della Corte d'appello che vengono definiti “giudici di merito”.
Mentre quindi questi ultimi si
pronunziano sul reato, cioè sulla vicenda che viene loro sottoposta dalla
pubblica accusa, sulle sue modalità e sul suo progressivo farsi nel corso
dell'attività processuale, cristallizzandola infine in una verità
giudiziaria che è rappresentata dal suo atto conclusivo, cioè da una
sentenza, la Cassazione decide sulle lagnanze che hanno oggetto violazioni
di legge che si sarebbero verificate nelle fasi di merito e che le parti
del processo hanno proposto, oppure su vizi di logica che colpirebbero le
sentenze impugnate.
Non tutti i processi hanno però il
loro ultimo approdo avanti la Cassazione, ma solo quelli contro le cui
Sentenze di merito sia stato proposto ricorso.
L'impugnazione davanti alla Suprema
Corte prende il nome, infatti, di ricorso.
Il ricorso è il mezzo attraverso il
quale queste lagnanze sono presentate all'attenzione dell'ultimo Giudice,
che ne é, con il suo ricevimento, investito.
L'impugnazione riguarda, nella
maggior parte dei casi, una Sentenza del Giudice d'appello, cioè
prevalentemente quello di secondo grado.
Essa può essere proposta, in questo
caso, dall'imputato, dal Procuratore Generale presso la Corte d'appello,
dalla parte civile e da qualunque altro soggetto che abbia partecipato al
processo o sia stato chiamato a parteciparvi.
È possibile peraltro che il ricorso
concerna anche di una Sentenza di primo grado qualora chi ricorra contro di
essa abbia deciso di rivolgersi direttamente alla Cassazione.
È il caso in cui nella prima
Sentenza, ad avviso del ricorrente, vi sia un evidente errore di diritto,
oppure il caso in cui la parte offesa di un reato, divenuta parte civile
nel processo, decida - di fronte ad un’assoluzione dell'imputato, per
ridurre il pericolo di prescrizione che, percorrendo tutte le fasi
processuali, potrebbe essere più accentuato, sopratutto per i reati meno
gravi - di saltare il grado di appello e rivolgersi direttamente alla
Cassazione.
Vi sono poi Sentenze di primo grado
che la legge definisce non appellabili, come la condanna alla sola pena
pecuniaria dell'ammenda.
La ragione di ciò sta nel fatto che
appare non economico dispiegare tutte le garanzie processuali circa una
sentenza che, nei confronti del reo, ha un limitato effetto sanzionatorio.
Tuttavia contro di esse è comunque
ammesso il ricorso per Cassazione.
All'attenzione dell'ultimo giudice
vengono sovente portati altri provvedimenti, che, pur provenendo da un
giudice penale, non hanno le caratteristiche di una sentenza, così nel caso
di ordinanze o decreti.
Così ad esempio è inappellabile, per
gli stessi criteri di economia processuale, il decreto di archiviazione che
viene pronunziato dal Giudice per le Indagini Preliminari.
Anche qui può essere, però, proposto
ricorso in Cassazione.
La ragione per cui in questi casi
(per i quali, anche se per ragioni di economia processuale, non è
consentito l'appello) è tuttavia ammissibile il ricorso, deriva dal fatto
che il giudizio di legittimità rappresenta il baluardo estremo posto
dall'ordinamento, non solo nell'interesse dei singoli, ma anche dell'ordine
pubblico, teso ad evitare che taluno, senza possibilità di controllo, sia
colpito da provvedimenti illogici o contrari alla legge, che siano stati
erroneamente emessi da un giudice del merito.
Avv.
Cristiano Viale
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