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L'angolo dell'Avvocato

ESPRESSIONI DI LEGGE

Appunti, concetti, considerazioni in materia legale

 

 

 

 

L’INDULTO.

Alcuni appunti sull’argomento.

 

 

Avv. Cristiano Viale

patrocinante in Cassazione

Avv. Antonella Vergani

Studio legale

Via A. Volta n. 34 - 20052 Monza

tel. e fax. 039.364824

e-mail: studiolegaleviale@virgilio.it

 

 

 

(2006)

 

È di particolare attualità l’indulto appena concesso (Legge 31 luglio 2006 n. 241) e che riguarda un gran numero di beneficiari.

Sottopongo alcuni appunti che credo interessanti sull’argomento.

 

 

Indulto

 

1) - generalità

 

Il termine indulto è di provenienza latina e indica il participio passato del verbo indulgere, che esiste anche in italiano e che contiene in sé l’aggettivo  latino “ dulcis”, che a sua volta dà luogo nella nostra lingua, oltre che ad un aggettivo, anche ad un sostantivo (il dolce).

Si può pertanto dire che esso valga l’italiano “addolcimento”.

Dal latino “indulgere” deriva altresì il termine “indulgentia” che, pur ritrovandosi negli autori classici (Cesare, Cicerone), verrà ampiamente in seguito utilizzato nel linguaggio della Chiesa (indulgenza, indulgenza plenaria). Con esso si indica la remissione davanti a Dio della pena temporale, stabilita dal potere di giurisdizione della Chiesa rappresentata dal Papa e dai Vescovi.

Anche nel senso di condono di una pena, “indulgentia” lo troviamo negli autori tardi come Giulio Capitolino (IV Sec. d.C.) e come Ammiano Marcellino (sempre IV sec. d.C.), in riferimento per quest’ultimo al condono di una pena tributaria.

Ancora più tardi (nel Codice Theodosiano, tra il IV ed il V secolo d.C.) appare il nostro specifico termine “indultum”, con un significato prossimo a quello odierno, quale concessione e appunto indulto.

Nei secoli che precedono il nostro l’indulto fu un atto di benevolenza proprio del sovrano o del principe collegato a particolari solennità o ricorrenze.

Così ad esempio l’anniversario dell’impero, il genetliaco del monarca, la conquista di un territorio.

L’indulto può essere così ricondotto ad una concezione teocratica del sovrano, che ha il potere, oltre che di punire, di dispensare dalla pena (Orazio Sorrentini direttore della Casa di Reclusione di Milano-Opera).

Non appare pertanto il nostro istituto, se non molto recentemente, connotato da qualche caratteristica democratica.

Nel secondo dopoguerra si concessero indulti per l’introduzione del nuovo codice di procedura penale (1989) e se ne è a lungo discussa la sua concessione per l’anno del Giubileo (il 2000), allorché il Papa in prima persona entrò nel Parlamento italiano per sollecitarne la concessione.

Ma, a causa del numero e della frequenza di tali provvedimenti e della contrarietà di una buona parte dell’opinione pubblica, fu promulgata in Italia una legge molto restrittiva che consentiva l’approvazione dell’indulto solo in presenza della maggioranza qualificata dei due terzi, fino ad allora mai richiesta. Cosicché abbiamo assistito al più lungo periodo dalla fine della seconda guerra mondiale di assenza dell’indulto dalle leggi della nostra Repubblica e cioè dal 1990 fino al 2006.

 

 

2) - affinità e differenze con l’amnistia

 

Mentre con l’indulto si elimina o si riduce la pena, con l’amnistia si estingue il reato.

Ciò è più chiaro ove si pensi all’origine del termine amnistia, che, a differenza del termine indulto, è di provenienza ellenica.

In particolare dal tema “mne” e dal verbo “mimnesko”, che vale ricordare, nonché dalla voce “mimneskomai” che vale ricordarsi, si ha previa l’aggiunta dell’alfa privativo il senso di non ricordanza e quindi il verbo “amnesteo” (che vale per “sono immemore”), presente in Tucidide, e quindi ancora “amnestia” cioè oblio, dimenticanza. 

Nell’italiano corrente oltre che scientifico, con la stessa derivazione si ha la parola “amnesia”.

In Tucidide leggesi addirittura un’espressione che i traduttori rendono con “patteggiarsi un’amnistia”, anche se qui il termine greco è “adeia” che sembra più indicato rendere in italiano con il termine “grazia”, perché allude ad un beneficio personale.

 

 

3) - affinità e differenze con la grazia

 

Mentre l'indulto è un provvedimento generale ed impersonale, la grazia è un provvedimento particolare e ad personam.

La grazia si differenzia dall’amnistia perché essa non estingue il reato ma elimina la pena ed inoltre perché l’amnistia, come l’indulto, è un provvedimento di clemenza generale ed impersonale.

Anche la grazia esprime il concetto di un atto di clemenza proveniente dal sovrano o da un’autorità, superiore anche spiritualmente, e, quindi, partecipa scarsamente dei princìpi della democrazia.

 

 

Avv. Cristiano Viale

 

 

 

 

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