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COMUNICAZIONI DI MASSA
> Televisione e dintorni
Televisione e dintorni |
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ConverseRai - RaiPlay Programma di
approfondimenti. Mondo che cambia // Rivoluzione
digitale e molto altro ancora. |
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TV - “Dalla
Parte degli Animali" un programma Videonews ***
Qui in risalto, la puntata
di Domenica 10 Marzo 2019 dedicata al tema della convivenza uomo-lupo. |
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VEGANOK.TV Lanciato
ufficialmente nel mese di Marzo 2019 WWW.VEGANOK.TV il primo sito vegan del
suo genere, dove è possibile rivedere tutte
le trasmissioni TV, conferenze, incontri, interviste e presentazioni prodotte
da VEGANOK Network negli ultimi
vent'anni. Tantissime le tematiche trattate:
filosofia vegan, etica, salute, benessere, sport, spettacolo e tanto altro. VEGANOK.TV come progetto di comunicazione multimediale nasce
nel lontano 2006 con Radio Promiseland (la prima
radio vegan d'Italia), per poi proseguire con il video-reportage del primo e del secondo VeganFest,
tra i più grandi eventi vegan mai realizzati al mondo. |
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«Usare televisione e computer per le cose che ci fanno crescere!» Giugno 2015 - Papa Francesco e l'incontro coi giovani
in occasione dell'ultimo momento
pubblico del Viaggio Apostolico a Sarajevo. Con un messaggio sul miglior
uso di televisione e computer. Leggi in: http://www.papafrancesco.net/usare-televisione-e-computer-per-le-cose-che-ci-fanno-crescere/ |
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L’inchiesta che si fa tv. Torna a febbraio 2013 la
Winter School del Premio Ilaria Alpi. Con Giannini, Nerazzini, Gumpel, Purgatori, Gandini e Cupisti «Sei i docenti relatori di
un percorso improntato al racconto e al confronto sui lavori svolti e sulle
strategie di ideazione, narrazione e produzione del giornalismo televisivo d’inchiesta nella nuova winter school promossa dal Premio Ilaria Alpi e dal Master di Giornalismo
dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Quattro invece i giorni di
approfondimento su linguaggi, tecniche e modalità produttive del giornalismo
televisivo d’inchiesta. Attraverso il racconto e gli studi di caso proposti
da alcune delle principali firme del giornalismo italiano ed estero. Come di consueto il
programma affronta teoria e tecnica dell’inchiesta
giornalistica televisiva con sei tra i migliori professionisti del
settore attraverso lezioni frontali, case history e
proiezioni. Un giorno, il 21 febbraio 2013, sarà dedicato al “metodo Report”.
Dalle inchieste giornalistiche di Report nascono, infatti, periodicamente
inchieste giudiziarie, come se fosse necessario accendere i fari
dell’informazione televisiva sui problemi italiani per rendere possibile
l’indagine in merito eventuali reati e lacune. Le testimonianze di Alberto Nerazzini
e Sabrina Giannini,due delle firme più prestigiose di Report e del
progetto Reportime, rappresentano quindi un momento
fondamentale per entrare nelle dinamiche e nella costruzione delle inchieste
di una delle trasmissioni che ha segnato la storia del giornalismo che fa
televisione. Due giorni saranno dedicati
al giornalismo internazionale attraverso il contributo di due relatori con
esperienze e professionalità molto diverse per restituire alcuni elementi
utili delle modalità di lavoro su temi internazionali. Udo Gumpel, giornalista e corrispondente
dall’Italia per la rete televisiva tedesca Ntv,
attento da sempre ai temi italiani ed internazionali e Erik Gandini, nato in Italia ma
residente in Svezia, ha girato diversi film documentari che hanno ricevuto
un’ampia distribuzione internazionale. Nel 2003 è stato premiato con il Lupo
d’argento all’IDFA con il film “Surplus”. Erik Gandini
è uno dei membri fondatori della società di produzione Atmo,
Film e Tv Productions. Infine, due relatori
d’eccellenza per arrivare ai confini dei linguaggi e delle modalità
espressive del giornalismo. Andrea
Purgatori, una delle menti più brillanti del cinema e della televisione
italiana, inviato per anni del Corriere della Sera, è noto per le inchieste e
i reportage su casi scottanti del terrorismo e stragismo italiano come il
rapimento Moro e la strage di Ustica, ma anche per essere la spalla di
Corrado Guzzanti nelle sue ultime fatiche. E Barbara Cupisti che dalla fine degli
anni novanta dirada progressivamente la propria attività di attrice (musa
ispiratrice di Dario Argento e Lucio Fulci) per dedicarsi a quella di
regista. Nel 2007 dirige il documentario “Madri” che vince il David di
Donatello come miglior documentario e quest’anno il Premio Ilaria Alpi con un
documentario sulle carceri italiane dal titolo “Fratelli e Sorelle”. Il corso è rivolto a
studenti di giornalismo, free lance, giornalisti pubblicisti e professionisti.» [Rif.: ilariaalpi_it] = = = Premio Giornalistico Tv Ilaria Alpi |
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Premio L'ANELLO DEBOLE - 2010 Capodarco Corto Film Festival Radio,
Tv, Cinema contro l'esclusione sociale www.premioanellodebole.it I) VI Edizione - 2010 Categorie in concorso: -
radio; -
tv; <<< <<< -
corti della realtà; -
corti di fiction; - i “cortissimi” (video da cellulare) Termine per la consegna delle opere: 2 agosto 2010 / Premiazione: 7 novembre 2010, Comunità di Capodarco di Fermo, durante il Capodarco Corto Film Festival Giuria: - Giancarlo Santalmassi - Vinicio Albanesi -
Pino Corrias -
Daniela
De Robert - Andrea Pellizzari - Daniele Segre Bando 2010: SEGRETERIA ORGANIZZATIVA Tel. 0734 681001 - 333 6519709 Fax: 0734 681015 info@premioanellodebole.it www.premioanellodebole.it Con il contributo di: Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo Regione Marche Con il patrocinio di: Provincia di Fermo - Comune di Fermo II)
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TELEVISIONE vs CODICE DI AUTOREGOLAMENTAZIONE A TUTELA DEI MINORI // Violazioni in forte aumento, anno 2010 Dai
dati emersi dal Rapporto del Comitato media e minori presentato a Roma il 15
marzo 2010, emerso un forte aumento di violazioni al Codice che
interessano in particolare la trasmissione di programmi su tematiche di
violenze, sesso, vicende di omicidi in famiglia (programmi trasmessi anche al pomeriggio e in fasce
orarie protette). ▼ Per
gli Approfondimenti si segnala l'articolo di Antonio Mirabile,
a pg. 36 di New Tabloid n. 2 Marzo-Aprile 2011, dal titolo: I
PREOCCUPANTI DATI EMERSI DAL RAPPORTO DEL COMITATO MEDIA E MINORI - «TV, una cattiva maestra nel salotto di casa» < == «Le
violazioni al Codice di autoregolamentazione che tutela i minori,
sottoscritto nel 2002 dalle principali emittenti televisive, nel 2010 sono
aumentate del 60% rispetto all’anno precedente e addirittura del 150 rispetto
al 2008.» «La
metà delle violazioni accertate dal Comitato riguardano film e telefilm.
In questo settore le risoluzioni sono state 35 (30 film, 5 fiction), il
triplo di quelle del 2009. (..) Dopo
film e telefilm, il maggior numero di violazioni riscontrate dal Comitato si
sono registrate nei programmi di intrattenimento, nei quali le notizie di
attualità e cronaca diventano occasione di talk show e spettacolo.» [
Antonio Mirabile, New Tabloid n. 2 Marzo-Aprile 2011, pg. 36 ] (*)
(**) (*) Tabloid 2 / 2011 -
sul web all'indirizzo: http://www.odg.mi.it/files/newtabloid-2-2011.pdf <<< Leggi tutto (**) New Tabloid - Periodico ufficiale del
Consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia |
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Calo audience TELEGIORNALI serali nazionali Dati
2010 // 44esimo Rapporto del Censis
sulla situazione sociale del Paese, anno 2010 > Dal confronto dei dati di ascolto tra settembre 2009 e giugno 2010, emerso per i Telegiornali serali nazionali un calo di audience complessivo superiore a 3 milioni di utenti ** Interessante il raffronto con la fruizione dell'informazione via web, laddove nello stesso periodo sono stati registrati aumenti significativi per alcuni quotidiani web (quasi il 24% di aumento per ‘il Messaggero') e per altri quotidiani-web una percentuale di lettori compresa tra il 15% e il 20% circa. ** Post == Link utili: http://qn.quotidiano.net/cronaca/2010/12/03/423935-censis_calano_spettatori.shtml |
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+2%: aumento degli utenti del mezzo di comunicazione TELEVISIONE / quota 97,8% della popolazione Dato dell’8° Rapporto Censis sulla comunicazione sul monitoraggio dell'evoluzione dei consumi mediatici, misurati nell'arco di un decennio. 8° Rapporto Censis sulla comunicazione: presentato il 19 Novembre 2009 :: Dossier "8° Rapporto Censis/Ucsi sulla comunicazione": http://newsletter.palazzochigi.it/statistics/trampolino/O4OG2STGMMC8ZARP5CX3,D6JILL61H1IYPAAQXJXI,5932 |
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13/10/2006 «Cassazione: dibattito politico in TV ha raggiunto livelli inaccettabili» su: http://www.studiocataldi.it/news_giuridiche_asp/news_giuridica_3671.asp |
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REGOLAMENTO SULL'IMPIEGO DI MINORI DI 14 ANNI IN PROGRAMMI TELEVISIVI Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 141 del 20 Giugno 2006 il decreto 27 aprile 2006 n. 218 sul "Regolamento recante la disciplina dell'impiego di minori di anni quattordici in programmi radiotelevisivi". Tra i punti-chiave del regolamento a favore di detti soggetti: - la salvaguardia della dignità personale, dell'integrità psicofisica e della privacy; - il divieto di far assumere tabacco, bevande alcoliche e altre sostanze nocive; - il divieto di coinvolgimento in argomenti o immagini di contenuto volgare, licenzioso o violento. Dossier del regolamento su: http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/regolamento_minori_tv/index.html |
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Per Riflettere «Pakistan: bimbo imita Saddam e s'impicca» su: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/01_Gennaio/01/pakistano.shtml |
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Progetto SALES - UN SERVIZIO PER LE PERSONE CON I PROBLEMI DI UDITO >>> Primo seminario internazionale, presso Università di Bologna sita a Forlì, 17 Novembre 2006 Tema: l'attuale situazione a carico delle persone sordomute
italiane in ambito comunicativo Alcuni dei Punti-chiave: = tecnica di sottotitolazione in diretta; =rispeakeraggio; =riconoscimento
del parlato; = programma VOICE; =Voice Meeting; =Voice Subtitle; = sottotitolazione differita; =sottotitolazione semidiretta; =sottotitolazione
diretta; = Televideo RAI; =DECODIFICATORE
VOCALE; = linee guida; =SPEAK
PAD; =Applicazione FAB per la sottotitolazione; = STENO-MASK; =sottotitolazione
per il telegiornale; =sottotitolazione intralinguistica e interlinguistica; = IMS LIVE
SUBTITLING; =trascrizione; = STENOTIPIA; =SISTEMA
MICHELA; =sopratitolazione; =monologo
segnato APPROFONDIMENTO >>> |
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Spot pubblicitari televisivi a volumi troppo alti rispetto alla normale
programmazione. È quanto confermato da una recente indagine svolta nel 2006 dall’Isco, l’Istituto superiore delle comunicazioni, su mandato del Ministro delle Comunicazioni Gentiloni. L’indagine, che ha preso in esame la programmazione del mese di giugno 2006 di alcuni canali televisivi pubblici e privati, e che è stata effettuata sia tramite metodologie scientifiche sia tramite misurazioni legate alla percezione dei telespettatori, ha messo in risalto che: - oltre l’80% degli spot ha un volume più alto di quella della programmazione ordinaria (in media più alto del 51%); - l’innalzamento del volume degli spot pubblicitari viene percepito da ben il 57% dei telespettatori. L’irregolarità di questo genere di spot - spot pubblicitari che, appunto, improvvisamente “alzano la voce”, ossia che vengono trasmessi a un volume significativamente più alto rispetto alla programmazione ordinaria nella quale sono inseriti - è stabilita anche da una recente delibera di modifica del Regolamento in materia di pubblicità televisiva e televendite, approvata il 12.7.2006 dall’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni. |
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«CULTURA MODERNA» E IL
“FENOMENO” MAMMUCCARI. - di Marina Palmieri - Che Teo Mammuccari sia un
“fenomeno” televisivo è difficile contestarlo. O meglio, lo si può contestare
sulla base di personalissime scale di simpatia e di soggettive preferenze
estetiche. Piacciano o meno i programmi condotti da Mammuccari,
costui riesce comunque a confermarsi vero e proprio “animale televisivo” dei
nostri tempi: professionale anche in quei modi, quei tempi e quelle battute
che, da più parti, vorrebbero attribuirsi a un non meglio identificato filone
“trash”, inappuntabile anche nelle maniere e manie apparentemente più
“sbrindellate”, e, soprattutto, abile al punto giusto nel riuscire a
coordinare situazioni e personaggi (in particolare gli ospiti-concorrenti
delle sue trasmissioni) che, senza di lui, senza la sua sorniona capacità di
regista a tutto campo, in molti casi riuscirebbe difficile contestualizzare. La
prova provata delle sue capacità professionali ci è data proprio da un
programma quale “Cultura Moderna”: un programma attaccato qua e là per
(questa la motivazione principale degli attacchi) la scarsa coerenza dei
contenuti rispetto alla impegnativa programmaticità
del titolo della trasmissione, ma anche per la disinvoltura con la quale
l’importanza di quel titolo “Cultura Moderna” viene a bella posta smentita
(ridicolizzata, minimizzata? o verosimilmente prestata a un significato
diverso?) da ciò che il programma, di fatto, presenta: con i suoi concorrenti
che, talvolta, di culturale riescono a proporre una recita-lampo di qualche
brano poetico, o un saggio di contorsioni o posizioni yoga o, ancora, qualche
aria melodrammatica. In molti altri casi i concorrenti si propongono e si
esibiscono in quel “po’ di tutto e di più” che, ora sotto forma di piccoli
giochi di prestigio, ora sotto forma di balletti latino-americani o di danze
del ventre, ora in accenni di comicità affidati a barzellette, e via dicendo,
rappresenta in realtà un campionario abbastanza fedele dei modi con i quali
una larga maggioranza della popolazione italiana contemporanea cerca di
affrontare e, a modo suo, di sfidare la grigia quotidianità. Un popolo “di
massa”, dunque, e un modo di divertirsi in stile, ebbene sì,
“nazional-popolare”: e la televisione, regina incontrastata dei mezzi di
comunicazione di massa - di massa, appunto, non di élite - può assumersi il
compito (e, aggiungerei, assumerselo anche a buon diritto) di ospitare anche
questa parte d’Italia che vive, esiste e compone la popolazione del nostro
Paese. A valorizzarla, e farne risaltare ora virtù e ora vizi, a metterne in
luce con garbo le effettive capacità e, di volta in volta, a commentarne con
ironia gli sforzi meno riusciti, c’è appunto quel fenomeno di Teo Mammuccari: personaggio egli stesso fra coloro che,
almeno una volta, personaggio vorrebbero esserlo anche per un solo minuto
nella loro vita, soggetto perspicace e intelligente (oltre che professionista
poliedrico in fatto di tenuta sul palcoscenico - giova qui ricordarne anche
le ottime capacità canore - e ovviamente anche in fatto di mantenimento di
alti livelli di audience) che ha capito benissimo come veicolare
televisivamente quell’anima popolare che, piaccia o no ai più fini di palato,
esiste, respira, si muove, sogna, si affatica e resiste efficacemente sulla
strada della vita reale: col suo bagaglio di desideri che non fanno male a
nessuno, con i suoi slang, i suoi ritornelli, le sue gestualità più usate
(dagli “Ah bellooo” alle paccate
sulle spalle) che, per quanto coloriti o arditi, non hanno la minima voglia
di competere con i modi, i gesti e i tic che serpeggiano nei salotti della
“cultura alta” e comunque negli ambienti che contano delle città-bene.
Un’anima popolare che non si vergogna del suo modo di divertirsi, di ridere e
di sorridere e che sa benissimo che dopo il suo piccolo trionfo televisivo di
pochi istanti tornerà, come sempre, alla sua vita e ai suoi affaccendamenti
quotidiani. E Teo Mammuccari, appunto, sa come
valorizzarla quest’anima popolare, sa persino come proteggerla dalla sin
troppo facile sufficienza di quanti in quell’anima popolare non si ritrovano,
di quanti, effettivamente o meno, non le appartengono o credono di non
appartenervi minimamente: e lo sa fare proprio in virtù di un’innata
conoscenza del tappeto “umorale” di mondi e di ambienti diversi, certo
affinata con tutti gli strumenti che sono propri di una professionalità di
tipo mediatico. C’è
poi la questione del presunto “trash”, termine che secondo alcuni dovrebbe
servire a pennello per definire tanto il personaggio Mammuccari
tanto la trasmissione “Cultura Moderna”: ebbene, se il paragone è quello con
le tante-troppe trasmissioni infarcite di insulti e, spesso, parolacce, di
tanti volti madidi di sudore per l’ira malamente trattenuta, di grida e gesti
scomposti anche ad arte nella rappresentazione del cattivo gusto ..ebbene, se
il paragone che il termine trash vorrebbe richiamare è tutto questo, va
allora sottolineato, tanto per Mammuccari quanto
per la “sua” Cultura Moderna (firmata Ricci), che di propriamente trash non
c’è nemmeno l’ombra: nessun via libera per parolacce o simili e, anzi, – come
non sarà certo sfuggito ai telespettatori più attenti - qualsiasi volgarità o
decisa caduta di stile viene caso mai subito fatta morire sul nascere da
sottili controbattute di Mammuccari stesso, o anche
solo da una di quelle sue occhiate che, senza bisogno d'altro, sanno come
“rimettere in riga” qualche frase un po’ troppo avventata. Quanto a certe
vanità ma soprattutto volgarità del tipo “seni e di-dietro a tutta mostra”
che abbondano nelle tante-troppe trasmissioni di varietà, con tanto di
compiacimento dei conduttori di turno, anche in questo caso occorre fare un
distinguo per la trasmissione di Ricci-Mammuccari:
non che la valletta di “Cultura Moderna” sia in abiti propriamente castigati,
ma il suo fare volutamente autoironico (autorinoico
sulle sue stesse forme e movenze) abbinato, anche qui, allo smorzamento in
funzione anti-lascivia prodotto ad arte da certe caustiche battute di Mammuccari, tutto questo sposta decisamente il programma
su un versante ben delimitato: quello dell’intrattenimento che sa il valore
del giusto “dosaggio” dei segni, il valore dell’intrattenimento che, per
essere tale, non ha bisogno di affidarsi a certe facili provocazioni. Vale,
sul punto, anche il caso di soffermarsi sulla diversità di figura femminile
prescelta, sempre come valletta, per “Cultura moderna”, rispetto alla
figura-femminile "tipo” che ormai non manca - e non solo in veste di
valletta ma, spesso, anche in veste di conduttrice - addirittura in tante di
quelle trasmissioni che vorrebbero dirsi più esclusive (persino del tipo
“Gran Gala”, per intenderci): nel primo caso (quello di Cultura Moderna)
abbiamo una ragazza bella e graziosa quanto si vuole ma perfettamente
longilinea, molto snella e (guardando bene, al di là di certi effetti visivi
determinati dai “sostegni” dei costumi indossati) sostanzialmente contenuta
in quanto a forme del corpo; nel secondo caso, e di frequente anche in
varietà di prima o seconda serata (le fasce destinate al cosiddetto “grande
pubblico”, con tanto di bambini, mamme e papà, nonne e via dicendo), abbiamo
a che fare con figure femminili decisamente e volutamente strabordanti
in fatto di ammiccamento erotico, per essere più espliciti con vallette,
conduttrici e quant’altro il cui davanti è sfrontatamente esibito all’interno
di bassi corpetti di scena di una-due taglie in
meno di quella che, in realtà, il loro contenuto reclamerebbe, le cui labbra,
ancora, siliconate a mo’ di salsicciotti, stanno lì a richiamare a chiunque
(sempre in prima-seconda serata, con famigliole di
bambini, mamme, papà, nonne e via dicendo) la promessa di chissà quale
turgore allo stato massimo.. ah, senza dimenticare la solita strettissima
fasciatura del didietro che ormai, anche nelle più formose e nelle più
attempate, sembra essere diventato un “must”. E questo, in fondo, sarebbe
poca cosa se non fosse sostenuto (come di fatto viene sostenuto) da una
sapiente gestualità e serie di ammiccamenti esponenzialmente erotizzanti,
parte integrante e scientemente perfezionata nelle lunghe sedute di camerino
occorse per le prove e riprove del programma. Non un velo di ironia, insomma,
quell’ironia che invece è ben presente e ben dichiarata in un programma come
“Cultura Moderna” (ma anche negli altri programmi firmati dallo stesso
autore). Last
but non least, tornando al personaggio Mammuccari,
il tono tra l’offeso e lo scandalizzato di qualcuno per la definizione di “pasoliniano” con la quale da più parti sarebbe stato definito
il presentatore di “Cultura Moderna”. Fermo restando che ogni definizione
lascia il tempo che trova, specie quando i tempi (culturali, sociali,
storici, di costume) dai quali e nei quali è scaturita una tale o talaltra
definizione sono cambiati, francamente non riesco a scandalizzarmi per questa
definizione di “pasoliniano”, o perlomeno “post-pasoliniano”, attribuita a Teo Mammuccari.
Intelligente, perspicace, attento, svelto, popolare quanto si vuole ma anche
un “capogruppo” nato, disinvolto sì nella “parlata” e nel contempo, per una
rara dote innata, capace di “trainare” a sé con una sola parola, con un
accenno di pausa o anche con un mezzo sguardo, non è poi così lontano da
certi personaggi usciti dalla penna di Pasolini, personaggi che - è bene ricordarlo
- non sono tutti uguali o comunque tutti assimilabili alla figura del Ninetto più famoso, quello che ha dato voce e corpo a
personaggi di ragazzetti di strada tutti “candore e svagatezza”. No, nelle
opere di Pasolini c’erano (ci sono) anche personaggi che, nelle loro
avventure e disavventure, sanno come, quando, con quali mezzi intervenire,
personaggi che sono capi naturali del loro gruppo perché riuniscono in sé la
cifra di atteggiamenti, filosofie del vivere e del pensare, umoralità e gestualità che sono propri, con le debite
sfumature individuali, di tutti i componenti del loro gruppo di riferimento,
della parte di gente e di popolo che rappresentano. Per chi non ci credesse,
o semplicemente per chi non ricordasse che nelle opere di Pasolini rientrano
personaggi del tipo appena descritto, potrebbe essere utile la lettura (o
rilettura) di “Una vita violenta” e “Ragazzi di vita”. E in ogni caso, se
quel “pasoliniano” continuasse a sembrare di
troppo, forse sarà utile riflettere sul fatto che, perdurante la lunga e
svariata serie di “ismi” ed “esimi” che si continua
ad accettare, e a concedere, con il beneficio di tutte le varianti legate ai
cambiamenti dei tempi, una rivisitazione in chiave post-moderna dell’eredità
lasciata dalle opere di Pasolini non sarebbe tempo sprecato: servirebbe
magari a capire meglio se certi programmi televisivi di questi anni siano o
no ascrivibili al filone del pasolinismo e se certi
atteggiamenti e modi di rappresentarsi abbiano qualcosa a che fare con un
nuovo corso di pasolinianesimo. Probabilmente
emergerebbero alcuni elementi anche sociologicamente interessanti,
specialmente in merito alle conseguenze di quella “omologazione” che fu uno
dei temi anticipati e maggiormente trattati da Pasolini: utile sarebbe allora
poter interpretare quelle reazioni, quei sommovimenti, quegli scatti di
riconoscimento dell’identità personale, che si sono prodotti allorché la
stessa omologazione ha cominciato a raggiungere la sua soglia di saturazione,
e, in questa direzione, proprio il desiderio oggi sempre più manifestato
dalla “gente comune” di partecipare a trasmissioni come “Cultura Moderna”
potrebbe offrire degli ottimi spunti di riflessioni, anche per capire se
l’omologazione abbia in queste e simili reazioni della gente una semplice
valvola di sfogo oppure dei segnali importanti di riequilibrio, di nuovi
assestamenti. Interpretazioni
sociologiche a parte che, come in ogni scienza, anche sociale, che si
rispetti vengono affidate a metodologie e strumenti di rilevazioni
scientifici e sortiscono dunque esiti neutrali e pressoché incontrovertibili,
più complessa è la questione di quali valutazioni e indicazioni sarebbe
lecito attendersi allorché il successo di grande pubblico ottenuto da
trasmissioni come quella qui in argomento diventasse oggetto di seria
indagine culturale, per capire davvero in che maniera si stia modificando -
nella fruizione effettiva, nella percezione personale, nei punti di forza e
di debolezza, ma anche nei suoi “surrogati” più recenti - ciò che comunemente
s’intende per Cultura. Più complessa, questa operazione, non soltanto perché
la cultura è materia che s’intreccia intimamente con aspetti legati alla
sensibilità estetica (e, in questo campo, ciascuno ha le sue predilezioni),
ma anche perché richiederebbe la disponibilità di un Osservatorio degno di
tale nome, formato da “esperti” al di sopra delle parti, che non siano
diretta emanazione di ambienti intellettuali più o meno esclusivi, spesso con
propri “mâitre à penser”.
Ampiamente
percorribile, a mio parere, resta la strada di un serio approfondimento sul
piano sociologico, e quindi non solo sul piano più specialistico della
sociologia dei mezzi di comunicazione di massa, dove ovviamente anche i
programmi di intrattenimento, perlomeno quelli di maggior successo, sono da
sempre minuziosamente indagati e analizzati (anche per ragioni legate agli
investimenti pubblicitari). Forse, proprio in virtù di una maggiore
attenzione da parte delle scienze sociali in tale direzione, si otterrà (e
meno moralisticamente di quanto si tende a fare
finora) una più diffusa considerazione per la presenza di certi programmi
popolari come fatto assolutamente legittimo: legittimo in una società di
massa, che funziona anche grazie ai mezzi di comunicazione di massa, e che
può benissimo ospitare anche un programma rivolto alla massa dei suoi
utenti-telespettatori. Quella massa che, per definizione, non gode dei
privilegi di rango culturale delle élites, e che
tuttavia ha il diritto di muoversi, di interagire, di autorappresentarsi
(fosse pure con qualche esibizione di pochi secondi) e di essere
rappresentata dai personaggi che, proprio come nel caso di Mammuccari in “Cultura Moderna”, sanno più efficacemente
sintonizzarsi col suo tipo di sensibilità. E anche il diritto di divertirsi,
di prendersi sul serio o di mostrare tutta l’autoironia di cui è capace.
Un’autoironia della quale, almeno in parte, si sente la mancanza in molti
altri tipi di programmi. Marina
Palmieri |
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TV ANIMALISTA - Reportage, interviste, documentari |
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Comunicazione Sociale "LINEE GUIDA per la TUTELA DEGLI ANIMALI in TV" Le "Linee Guida per la tutela degli animali in tv" sono indirizzate agli operatori della comunicazione sociale italiani ed elaborate dalla LAV (Lega AntiVivisezione), in collaborazione con il Segretariato Sociale della Rai. Disponibili sul sito del Segretariato Sociale Rai e sul sito LAV: = http://www.segretariatosociale.rai.it/codici/tutela_animali_LAV/lav.html |
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Comunicazione Sociale Il Mago Forest Testimonial Oipa contro i maltrattamenti sugli animali - Sul sito dell’Oipa, guarda il video trasmesso sulle reti Mediaset negli spazi di "Comunicazione sociale": http://www.oipaitalia.com/testimonials/forest.htm |
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"INFORMAZIONE TELEVISIVA: SCENARIO
DELLE NEWS-SPETTACOLO? NUOVI MODI DI OFFRIRE LA NOTIZIA PER CATTURARE GLI
SPETTATORI." >>> Conferenza
/ Relatore: Marina Palmieri, sociologa e giornalista 14
Maggio 2003 - Circolo della Stampa di Milano |
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