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MALATTIE E STILI DI VITA - di
Franco Libero Manco - Molti
tra coloro che usano trasgredire le regole dell’alimentazione affermano che
mangiare carne, bere alcolici, essere grassi o fumare non necessariamente
porti a delle malattie o a morte precoce perché nonostante i vizi e gli abusi
la vita media dell’uomo moderno è aumentata e molte persone, nonostante una
vita dissoluta, riescono a vivere fino a 90 anni e oltre e quando sono
colpiti da qualche malattia l’attribuiscono a fattori genetici non al loro
stile di vita. Insomma questi pur di non rinunciare ai piaceri smodati della
tavola e ai vizi si sono convinti che le malattie non hanno nulla a che
vedere con ciò che si mangia o si beve, alla mancanza di esercizio fisico o
ai vizi in genere e se una malattia deve arrivare, secondo loro, non c’è
nulla da fare: al limite ci saranno i medici a porre rimedio ma che la
soddisfazione di godere di ciò che offre la vita ricompensa l’eventuale
malattia. Ora, il
mio parere è questo. È vero che molte persone nonostante si disinteressino di
salute e abusino nel mangiare arrivino a vivere fino tarda età ma è anche
vero che se fossero state vegetariane sarebbero vissute sicuramente più a
lungo. Infatti da uno studio condotto ultimamente risulta che i vegetariani
vivono in media 5 anni in più rispetto a coloro che non lo sono, di
conseguenza i vegani hanno un’aspettativa di vita almeno di 10 anni più
lunga. Comunque è l’eccezione non la norma, mentre la stragrande maggioranza
delle persone che non vivono secondo leggi naturali sono statisticamente più
soggette alle malattie e ad un accorciamento della vita in proporzione a
quanto il loro stile di vita si discosta dalle leggi biologiche. La vita
media è aumentata non perché oggi la gente può mangiare di tutto ma perché la
media che un tempo si faceva comprendeva l’altissima percentuale di morti
infantili, la morte prematura per le guerre, la troppa fatica nei lavori
specialmente agricoli, la mancanza di igiene (tutti fattori che abbassavano
le difese immunitarie) e la possibilità di morire per banali malattie. Ma se
vogliamo non è aumentata la buona salute delle persone: si è allungato solo
l’ultimo periodo in cui l’uomo trascina con scarsa forza vitale gli ultimi
anni della sua esistenza, invece le persone anziane di un tempo erano attive
e lavoravano sodo fino alla fine della loro vita. Gli
antichi Veda dicevano che prima che l’uomo consumasse carne le malattie
conosciute erano solo tre, dopo di che se ne svilupparono 78. Oggi la società
moderna è flagellata da migliaia di diverse malattie: solo negli ultimi 30
anni sono comparse 30 nuove malattie. Perché
solo la specie umana è flagellata da malattie mentre il mondo animale, nel
suo ambiente naturale difficilmente si ammala? Perché la morte di un essere
umano è quasi sempre un calvario mentre la morte di un animale è sempre un
passaggio sereno: l’animale sente che sta per arrivare la sua ora, si apparta
e serenamente si spegne. Raduniamo idealmente in un prato una mandria di
buoi, di pecore, di zebre ecc: nessun animale è sofferente, si lamenta o è
incapace assolvere a tutte le sue necessità fisiche. Ora raduniamo sullo
stesso prato una folla di esseri umani e ci accorgeremo di quanto la specie
umana sia più malaticcia, più sofferente, più malconcia, più bisognosa di
cure. Perché questo? Semplicemente perché gli esseri umani non vivono secondo
leggi naturali, soprattutto perché mangiano alimenti incompatibili con le
loro esigenze biologiche. La
nostra condizione fisica è sempre (o quasi) lo specchio del nostro modo di
vivere, a parte fattori genetici spesso modificabili con un corretto modo di
vivere. La vita
impone dei codici di esistenza che se non vengono rispettati si pagano le
conseguenze. Ogni “macchina” presente nell’universo, è progettata per essere alimentata
con un determinato “carburante” e per compiere determinate azioni: ogni
azione contraria alle sue funzioni la danneggia secondo una inesorabile legge
fisica. Se ad un’automobile progettata per funzionare a benzina si mette nel
serbatoio anche gasolio è normale che non funzioni e che presto sia destinata
alla rottamazione. Le ruote di gomma di un’automobile non possono camminare
sui chiodi, se lo fa ne subisce le conseguenze. Mangiare prodotti animali,
bere alcolici o fumare, prendere droghe o non fare esercizio fisico è contro
le leggi biologiche della nostra natura, se lo facciamo ne paghiamo
inevitabilmente le conseguenze.. Mangiare troppo è contro natura: in natura
non esistono animali troppo grassi né troppo magri: se ciò si verifica vuol
dire che è in atto qualche malattia. Il rischio di morte delle persone obese
a 60 anni aumenta di 5 volte: sono 3 volte più a rischio di cardiopatie; 4
volte più a rischio di ipertensione; 5 volte in più di diabete e cancro. E’
stato stimato che per ogni 5 kg di peso in più rispetto alla norma una
persona obesa perde un anno di vita. Inoltre a causa dei troppi grassi saturi
anche il cuore ed il cervello ne sono danneggiati. Ognuno
è libero di vivere come vuole, di mangiare quello che vuole? È vero in parte:
la spesa sanitaria di chi si ammala, perché vive smodatamente, ricade sulle
finanze anche di coloro che cercano di vivere secondo le leggi naturali. Non
solo, quando in nome della nostra libertà altri esseri pagano le conseguenze
delle nostre scelte questo è moralmente deprecabile. |
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