STEFANO
DE LUIGI
“Cinema
Mundi”
Film
making in tutto il mondo
World
Cinema ingloba tutte quelle produzioni cinematografiche che non fanno parte
della “dream factory” Hollywoodiana. World Cinema non include solo
produzioni europee, bensì film asiatici, nigeriani e sudafricani,
produzioni contemporanee cinesi con background storico-propagandistico,
biografie religiose iraniane, biografie comuniste russe in vecchio stile,
nonché i famosi e speciali film indiani di Bollywood. World Cinema ha delle
implicazioni e dei valori creativi in contrasto con il carattere
commercialistico tipico di Hollywood: è un universo e un veicolo culturale
lontano dall'industria anglofona del film (considerata su scala mondiale).
Tuttavia, World Cinema continua ad avere successo, ad essere riconosciuta
tramite la vincita di importanti e prestigiosi festival del film europei,
cambiando di conseguenza la storia del film making degli ultimi dieci anni.
Stefano De Luigi sta per raccontarci un universo cinematografico
alternativo (che spazia da Shangai a Buenos Aires, passando da Mosca e
Teheran), tramite una visione fotografica appassionata, narrandoci la
storia di questo mondo del film meno conosciuto, pieno di vita e sulla via
di un riconoscimento concreto.
La
mostra è un’Anteprima Nazionale
Location:
Chiesa dell’Alba - Orari: lun-ven 13,30 – 19,30
Sabato
e domenica e lunedì 8 dicembre 10,00 – 19,30
BIOGRAFIA
Fotografo
professionista del 1988, realizza un reportage in Sud Africa sulle
“Homelands” per documentare i cambiamenti del paese durante le fine
dell’apartheid. Nel 1990 si stabilisce a Parigi, nel ’91 è assunto dal
Museo del Grand Louvre per illustrare la trasformazione del museo in
occasione del bicentenario. Durante lo stesso periodo realizza numerosi
reportage per la stampa francese ed internazionale. Nel ’95 comincia un
lavoro sull’universo televisivo italiano che sarà pubblicato dai più
importanti magazine internazionali; estende in seguito il progetto ad altri
paesi quali la Francia, gli Stati Uniti ed il Messico, intitolandolo
“Global Television”. Nel ’98 incomincia un progetto fotografico
sull’universo della moda in Francia e in Italia, dal titolo: ‘Celebrities’.
Nel ’99 in collaborazione con Médecins Sans Frontières, illustra le
condizioni dei detenuti malati di tubercolosi nelle prigioni della Siberia
centrale. In questi anni i suoi lavori sono esposti al festival di
Edimburgo (1988), all’Espace Carousel du Louvre (1993), in un’esposizione
collettiva al Festival di Arles nel 1996, nel 2001 al “Festival do Imagem”
di Braga. Nel 2002 “Celebrities” diventa una mostra personale prsentata al
Festival Internazionale di Savignano. Nel 1997 viene invitato a partecipare
al “Master Class” della fondazione World Press Photo e nel 1999 è premiato
dalla stessa nella categoria “Art Stories” con il lavoro sulla moda.
Nell’anno 2000, riceve la “Honorable Mention” del premio Leica Oskar
Barnack Awards ed il suo lavoro è proiettato ad Arles. Nello stesso anno
nasce il progetto “Pornoland”: un viaggio fotografico sui set porno nel
mondo che diventa un libro edito nel 2004 negli Stati Uniti e Inghliterra
(Thames and Hudson), Germania (Knessebeck), Francia (Le Martinière) e
Italia (Contrasto). Nel 2004 “Pornoland” viene esposto alla galleria REA a
Parigi, nel 2005 alla Galleria di Santa Cecilia a Roma e nel 2007 al
festival Trans-Photographique a Lille. Il libro Pornoland ha vinto nel 2005
il premio ‘Marco Bastianelli’. Negli stessi anni partecipa a diverse
collettive: “Eurogeneration”a Palazzo Reale a Milano (2004) e al Museo di
Roma in Trastevere (2005) e in “Fotogiornalisno italiano”, alla fondazione
per la Fotografia di Torino (2006); espone anche in “Beijing In and Out”
presso la Triennale Bovina di Milano (2007). Dal 2004 Stefano De Luigi ha
iniziato ‘Blindness’ un progetto in collaborazione con CBM (Christian Blind
Mission), sulla condizione di cecità e sulla lotta alla malattia, quando è
possibile curarla. Dopo aver sviluppato il lavoro in due paesi africani,
Liberia e Nigeria, e successivamente in India, nell’estate 2005 ritorna in
Africa. Il progetto continua in Uganda, Rwanda, Congo, Perù, Brasile,
Bolivia, Thailandia, Cina, Laos e Vietnam per concludersi in Bulgaria e
Lituania nel dicembre 2006. ‘Blindness’ sta ora per diventare un libro e
nel 2007 ha avuto il patrocinio di Vision 2020 del WHO (World Health
Organization). Nel novembre 2006 incomincia un nuovo progetto dedicato al
cinema nel mondo, ‘Cinema Mundi’, che si propone di raccontare paese per
paese, l’universo cinematografico alternativo e contrapposto a quello
commerciale hollywoodiano. I paesi dove ha realizzato questo lavoro sono:
Cina, Russia e Iran, Argentina, India e Nigeria. Prossimamente proseguirà
in Corea del Sud. I lavori di Stefano De Luigi sono stati pubblicati nel
corso della sua carriera dai più importanti magazines, sia nazionali che
internazionali: Stern, Paris Match, le Monde 2, Time. New Yorker,
EyeMazing, Geo, D della Repubblica, Internazionale. Nel 2007 riceve il
Fellowship Grant dalla Eugene W Smith Foundation per il lavoro sulla
cecità. Nel 2008 viene premiato dal World Press Photo, sezione Arte, foto singole,
per un’immagine scattata sul set di un film a Buenos Aires, per i ciclo di
lavoro Cinema Mundi (Argentina). Dal 2008 Stefano De Luigi è un fotografo
dell’agenzia VII/Network. Vive a Milano.
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