MASSIMO
VITALI
"Portfolio"
Le
fotografie delle spiagge dell’Italia del Nord scattate da Massimo Vitali
rappresentano un tema dominante e attualissimo di vita moderna – la
fantasia della fuga dalle costrizioni socio-economiche verso spazi
libidinosi di “natura”, concepita come luogo di spontanea socialità. Da
tali spazi si delineano le affinità e le contraddizioni della
natura/cultura, divisa in modi che hanno contribuito in gran parte alla
definizione delle nostre sensibilità moderne e postmoderne. Sono immagini
di divertimento e relax, stampe a colori ad ampia scala che – nella loro chiarezza
descrittiva – si ricongiungono al genere del “paesaggio con figure”, ma
senza la presenza di valori simbolici che solitamente pervadono le scene di
tale tradizione pittorica occidentale. In effetti, i gruppi di individui
che popolano il mare e la spiaggia, rappresentano il bricolage della “vita
di tutti i giorni”, quel regno quotidiano del concreto e dello specifico
interrotto dai piaceri occasionali ed arbitrari dei tempi frammentati del
divertimento e del relax. Tuttavia, le immagini di Vitali rivelano quanto
il genere del paesaggio sia ancora in grado di prestarsi a cambiamenti.
Queste strisce di spiaggia confinanti con il mare, gli arbusti e, spesso,
la fabbrica, diventano un sito di luddismo corporeo, un’industria del
piacere, con alle spalle lo sfondo di un’industrializzazione produttiva. Se
i pittori della vita moderna hanno tentato di rendere la fabbrica parte
integrante dell’idillio, in queste fotografie, la fabbrica rappresenta il
lavoro che blocca costantemente il nostro desiderio di guardare queste
immagini semplicemente come documenti di divertimento sensuale ed erotico.
Introducendo, oltre all’associazione lavoro/piacere, il prorompersi
potenzialmente distruttivo dell’uno sull’altro, l’effetto estetico della
luce sull’acqua tinge di colori più cupi l’ambiente circostante. Dal punto
di vista formale, le spiagge dividono il piano orizzontale della fotografia
in primo piano, piano medio e orizzonte; tuttavia queste zone spaziali sono
distribuite inegualmente con un’alta linea di orizzonte e un primo piano
allargato. In queste scene di spiaggia, la distribuzione delle figure e la
loro leggibilità creano una traiettoria spaziale non tanto in profondità
quanto nell'attraversare il campo visivo che, invece di sfuggire alla
rappresentazione prospettiva, tende a rivelare la sua irrazionalità.
La
moltitudine di punti focali, la ricchezza dell'interesse visivo, generato
da corpi sospesi in una luminescenza acquosa (combinazione degli effetti
della luce e della fuoriuscita dalle fabbriche di bicarbonato che si
ricongiungono alle spiagge di Rosignano Solvay), o da corpi adunati sulla
sabbia bianca, suggeriscono spazi più tipici del sogno che della natura….La
spiaggia delinea i contorni delle figure fra mare e cielo. Circondata
dall'onnipresenza dell'aria e dell'acqua, l'azione si espande lateralmente
attraverso la scena, man mano che lo spettatore crea nessi narrativi,
introducendo ordine e design aldilà dell'arbitrarietà dello stereotipo
culturale del tempo di divertimento e relax: “una giornata al mare”. Questa
ricerca dell'ordine diventa un processo di produzione di significato
sconfinato e affascinante, che impartisce allo spettatore un'autorità sui
raggruppamenti indiscriminati, una sorta di conoscenza alla volta intima e
fastidiosa per quella gente che si diverte ma il cui atteggiamento
individuale è compassato. Una certa perdita di se stessi è uno degli
obbiettivi di questa immagine. Apparentemente inconsapevoli dello sguardo
della fotocamera, i bagnanti non danno significato a momenti significativi,
né ad azioni di realismo documentario – più si cerca nell'immagine un
significato, più il significato slitta in un'assurdità surrealista. A quali
giochi stanno giocando nell'acqua, e perché quei due ombelichi fissano la
sabbia? Cos'è che attira tanto l'attenzione della folla radunata nella
piazza di Viareggio? Le stampe a colore di Massimo Vitali tracciano gli
schemi di un certo tipo di attività urbana – l'esperienza della
rappresentazione sensuale offerta dalla combinazione del sole, della sabbia
e del mare - realizzate in modo da rivelare gli strati inferiori saldi
della vita di tutti i giorni, quel che di misterioso che Freud percepiva
negli incontri inconsci come qualcosa di dejà vu; perché in queste immagini
c'è una qualche familiarità, una qualità edonistica che sfiora l'esperienza
collettiva, benché temporanea e conquistata a fatica, di piacere corporeo e
di gioco erotico.
Jon Bird, Gennaio 1998
La
mostra è un’Anteprima Nazionale
Location:
Palazzo Guinigi – Primo piano
Orari:
lun-ven 13,30 – 19,30, Sabato e domenica e lunedì 8 dicembre 10,30 – 19,30
BIOGRAFIA
Massimo
Vitali, nato a Como nel 1944, studia fotografia dopo il Liceo presso il
“London College of Printing”. Agli inizi degli anni sessanta, comincia una
carriera nel fotogiornalismo, collaborando con tanti magazines e agenzie in
Italia e in Europa.
L’incontro
con Simon Guttmann, fondatore dell’ “agency report” incide particolarmente
sulla sua crescita come fotografo.
Agli
inizi degli anni ottanta, una crescente sfiducia nella capacità assoluta
della fotografia di riprodurre le sottigliezze della realtà, lo porta a
sviluppare una nuova attività come cinematografo nel mondo della fiction e
della pubblicità.
Tuttavia,
la relazione con la macchina fotografica non finisce mai e nell’arco degli
ultimi dieci anni ha sviluppato un nuovo approccio al ritratto del mondo:
la fotografia vista come un’espressione di arte contemporanea.
Dal
1995 ha iniziato con la serie di spiagge.Vive e abita a Lucca.
1995
Comincia la serie delle spiagge
1993
Comincia a lavorare sulle fotografie a larga scala
1989
Direttore di fotografia in film di Fiction e Pubblicità
|