Comunicato stampa
(1 Agosto 2017)
INC – Istituto Nazionale per la
Comunicazione
«DAL 2 AGOSTO LA BILANCIA DEL PIANETA È IN
NEGATIVO»
«Giornata
del superamento delle risorse della terra, Fondazione Barilla: Cambiare
abitudini per salvare il pianeta»
« Il 2
agosto – mai così presto da quando è stato calcolato per la prima volta -
sarà il Giorno del
superamento delle risorse della terra, giornata in cui l’umanità avrà usato
l’intero “budget” annuale di risorse naturali. Il cibo produce il 26%
dell’impronta ecologica globale,
eppure
se dimezzassimo lo spreco alimentare (che ha un impatto importante
sull’impronta), mangiassimo alimenti a basso contenuto proteico e
seguissimo una dieta adeguata in termini di calorie assunte potremmo
ridurre l’impronta ecologica globale del 22%,
spostando
la data del prossimo overshoot day di ben 42 giorni
Mancano
poche ore ormai al 2 agosto, il cosiddetto Earth Overshoot Day (o Giorno
del superamento delle risorse della terra), la giornata in cui l’umanità
avrà usato l’intero “budget” annuale di risorse naturali. Stando ai dati a
disposizione, il Global Footprint Network ha stimato che per soddisfare il
nostro fabbisogno attuale di risorse naturali avremmo bisogno di 1,7
Pianeti Terra. Ma come consumiamo queste risorse? Ben il 60% corrisponde
alla “richiesta di natura” necessario per l’assorbimento delle emissioni di
anidride carbonica. E pensare che tutti noi potremmo fare qualcosa per
migliorare la situazione se solo cambiassimo le nostre abitudini
alimentari, magari partendo dalla lotta agli sprechi alimentari. Lo spreco
alimentare infatti – oltre a essere una grave piaga sociale – rappresenta
anche un danno per l’ambiente: se fosse un Paese sarebbe il terzo
principale produttore di anidride carbonica al mondo, dopo Stati Uniti e
Cina. In Italia sprechiamo il 35% dei prodotti freschi (latticini, carne,
pesce), il 19% del pane e il 16% di frutta e verdura prodotti. Ma l’impatto
sulla terra che viene generato da questo spreco non si ferma alla
produzione di anidride carbonica, perché determina anche una perdita di
1.226 milioni di m³ l’anno di acqua (pari al 2,5% dell’intera portata annua
del fiume Po) e produce l’immissione nell’ambiente di 24,5 milioni di
tonnellate CO2 l’anno, di cui 14,3 milioni dovuti agli sprechi domestici.
L’assorbimento della sola CO2 prodotta dallo spreco domestico in Italia
richiede una superficie boschiva maggiore di quella presente in Lombardia.
Marta
Antonelli,
Research Programme Manager della Fondazione Barilla Center for Food and
Nutrition, spiega quanto, cambiando le nostre scelte alimentari, potremmo
aiutare il Pianeta: “Da quando è stato calcolato, ogni anno l’Overshoot Day
è caduto in anticipo sul calendario. E mai, prima di oggi, era caduto così
presto. Questo vuol dire che dobbiamo tutti fare molto di più per invertire
questa tendenza. Come? Partendo da quello che mettiamo nel piatto, perché
il cibo, da solo, produce il 26% dell’impronta ecologica globale. Se
dimezzassimo lo spreco alimentare, mangiassimo alimenti a basso contenuto
proteico e seguissimo una dieta adeguata in termini di calorie assunte
potremmo ridurre l’impronta ecologica globale del 22%, riuscendo così a
spostare la data del prossimo overshoot day di ben 42 giorni”.
Ma lo
spreco alimentare non è l’unico fattore del quale tenere conto nel nostro
processo di cambiamento. A livello globale, il solo settore agricolo
produce il 24% dei gas a effetto serra (più del settore industriale o dei
trasporti)[1] [ > ] e
questo avviene mentre quasi il 40% della superficie terrestre è sottoposta
alle attività agricole e zootecniche, con una porzione di suolo idoneo alla
coltivazione pari a 4,4 miliardi di ettari (ossia 146 volte l’Italia). La
stessa attività agricola consuma il 70% dell’acqua dolce che preleviamo.
Insomma, la sfida che siamo chiamati a combattere da qui ai prossimi anni è
chiara: riuscire a spostare in avanti il giorno dell’Overshoot Day tenendo
conto anche di “come” il cibo viene prodotto a 360°.
Proprio
sul “come” il cibo viene prodotto si focalizza l’analisi del Food
Sustainability Index, l’indice creato da Fondazione Barilla e The Economist
Intelligence Unit che analizza 25 Paesi rappresentanti oltre i 2/3 della
popolazione mondiale e l’87% del PIL globale. Secondo l’analisi
dell’Index è la Francia, soprattutto grazie alle sue innovative politiche
contro lo spreco e per l’approccio equilibrato all’alimentazione, il Paese
al mondo che produce il “cibo più buono” sulla base di 3 elementi:
agricoltura sostenibile; alimentazione; spreco alimentare. A seguire il
Paese Transalpino sono il Giappone e il Canada, grazie alle loro politiche
in tema di agricoltura sostenibile e nella diffusione di regimi alimentari
corretti ed equilibrati.
FOOD SUSTAINABILITY REPORT, LO STRUMENTO PER PARLARE DI CIBO
E IMPATTO AMBIENTALE
Per
mantenere viva l’attenzione di stakeholder, decisori, esperti ma anche
semplici cittadini, la Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition
(BCFN) e Milan Center for Food Law and Policy hanno ideato e lanciato il
Food Sustainability Report, uno strumento per promuovere e diffondere la
conoscenza delle complesse tematiche relative al cibo, al fine di sensibilizzare
sull’urgenza di agire per rendere il sistema alimentare globale realmente
sostenibile.
Nel secondo
numero, fra i temi analizzati, si parla di come il fenomeno delle
“migrazioni” sia strettamente legato – ben oltre la percezione che
abbiamo - alla carenza di cibo. In particolare, l’attenzione del Report si
focalizza sullo studio di United Nations World Food Programme (WFP) secondo
il quale ogni punto percentuale di aumento dell’insicurezza alimentare
costringe l’1,9% della popolazione (per mille abitanti) a migrare,
mentre un ulteriore 0,4% (per mille abitanti) fugge per ogni anno
di guerra. Tra le cause di insicurezza alimentare ci sono, senza ombra
di dubbio, i cambiamenti climatici che stanno colpendo il Pianeta (che a
loro volta sono ampiamente influenzati anche dal modo in cui produciamo
proprio quel cibo).
Il
Report è un documento trimestrale che nasce dalla costante analisi di
notizie e documenti su cibo e sostenibilità diffusi online dalle principali
fonti in lingua anglosassone, tra cui siti di informazione, organismi
governativi, agenzie internazionali, organizzazioni non governative e
istituti di ricerca. Fotografa la dimensione, i contenuti prevalenti e le
tendenze della ricerca, della legislazione e delle azioni concrete in atto,
attraverso dati sul volume di informazioni diffuse, analisi semantiche sui
temi al centro dell’attenzione, segnalazioni di notizie, documenti e
ricerche da leggere, tenere in considerazione e portare in evidenza. Il
Report rappresenta, insomma, un ausilio agli addetti ai lavori per
orientarsi nell’enorme flusso di informazioni riguardanti il cibo ed i suoi
impatti in termini sociali, economici, ambientali al fine di comprendere
come e quanto queste dinamiche vadano ad impattare sulla nostra
quotidianità e sugli equilibri che caratterizzano il complesso sistema
della produzione alimentare.
Il
secondo numero è disponibile
e consultabile online all’indirizzo www.foodsustainabilityreport.org »
…
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NOTE:
[1] https://www.epa.gov/ghgemissions/global-greenhouse-gas-emissions-data
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La Fondazione Barilla Center for Food
& Nutrition (Fondazione BCFN) è un centro di pensiero e di
proposte nato nel 2009 con l’obiettivo di analizzare i grandi temi legati
all’alimentazione e alla nutrizione nel mondo. Fattori economici,
scientifici, sociali e ambientali vengono studiati nel loro rapporto di
causa-effetto con il cibo attraverso un approccio multidisciplinare.
Presidente e Vice Presidente della Fondazione BCFN sono Guido e Paolo
Barilla, mentre il CdA è formato, tra gli altri, da Carlo Petrini,
presidente di Slow Food e Paolo De Castro, coordinatore della
commissione agricoltura e sviluppo rurale del parlamento
europeo.Organismo garante dei lavori della Fondazione BCFN è l’Advisory
Board. Per maggiori informazioni: www.barillacfn.com
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