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Fondazione PRO.SA: concretezza di solidarietà, laddove il bisogno non può
attendere.
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Categ. Correlate >> Solidarietà / Salute / Divulgazione Scientifica
____DALL’ARCHIVIO DI COMUNICARECOME____
Fondazione PRO.SA: concretezza di
solidarietà,
laddove il bisogno non può attendere.
PROSEGUIRE, AFFINCHÉ ANCHE IL DOMANI SIA POSSIBILE.
Un
quotidiano impegno per la Promozione umana e la Salute, lavorando per
l’autodeterminazione e lo sviluppo delle popolazioni locali. Pochi mezzi ma
molta determinazione, per salvare ogni anno migliaia di vite. E
ancora, la pronta risposta di Bollettino Cardiologico: Borse di Studio più
vitto, alloggio e cure mediche per 60 bambini indiani e colombiani. |
-
di Marina Palmieri, con intervista alla dr.ssa Sonia
Vitali -
In questo
numero presentiamo ai lettori un altro spaccato di “dedizione forte”, una
testimonianza di come sia possibile, oggi e pur fra molti ostacoli e
difficoltà, realizzare progetti che si tramutino in speranza di vita per molti
fratelli dimenticati, per migliaia di esseri umani sopraffatti anche
fisicamente da condizioni di vita terribili, da meccanismi di ingiustizia
sociale e anche dal clima di indifferenza. “Speranza di vita” è qui
un’espressione nient’affatto eufemistica, essendo invece riferita a ciò che più
propriamente, nella terminologia medica come pure nelle statistiche di epidemiologia,
s’intende per “possibilità di sopravvivenza” in termini di anni. In molti casi
si tratta di “speranza di vita” prossima allo zero, perché la povertà è tale
che manca anche una sola ciotola di riso, ovvero la possibilità di sfamarsi
anche solo una volta al giorno (tale è la situazione di circa 842 milioni di
persone al mondo), o perché si è nati in zone in cui dilagano malattie
gravissime, o, ancor più spesso, perché si è poverissimi, denutriti e ammalati
contemporaneamente.
La
testimonianza di dedizione che in questo numero vogliamo presentare ai lettori
- dedizione che, come si evincerà dalla presentazione degli impegni e dei
progetti realizzati o in corso di realizzazione, è unita a forti capacità di
coraggio, tenacia e perseveranza - è quella del missionari Camilliani, e
precisamente della Fondazione PRO.SA Onlus.
Per saperne di più e per avere informazioni di prima
mano ci siamo recati presso la loro sede ove abbiamo incontrato per
un’intervista la dottoressa Sonia Vitali, responsabile della stessa Fondazione
e della redazione di “PROseguire”, il periodico d’informazione della PRO.SA
Onlus. Un incontro, vogliamo sottolineare, con un ‘manager’ speciale, tenuto
conto di un tipo di formazione e di titolo accademico alquanto inusuale,
soprattutto fra quanti ricoprono incarichi di gestione ad alto livello in
organizzazioni umanitarie: laurea in Fisica nucleare, Master in Economia in
Nevada, U.S.A., specializzazione in “Sviluppo delle organizzazioni non-profit”,
quindi i primi anni (complessivamente 9 anni) di attività umanitaria in
Thailandia, alternati a brevi periodi in Italia, e poi l’interrogativo:
continuare la propria attività all’interno di organizzazioni completamente
laiche, oppure prendere in considerazione altri tipi di organizzazioni? E questa,
precisamente, è la prima domanda che abbiamo rivolto alla dottoressa Vitali,
pur intuendo da subito quanto la nostra intervistata fosse lontana da
protagonismi di sorta e, tuttavia, consapevoli che per i nostri lettori anche
il porre un interrogativo del genere potesse essere utile per capire quanto
complesse possano essere le scelte fatte da chi si trovi poi a dirigere
importanti organizzazioni internazionali di carattere umanitario. Questa, in
sintesi, la risposta: “Da una parte avevo sempre sentito il richiamo di
esperienze di chi, come una zia missionaria conosciuta durante l’infanzia,
aveva scelto la strada di dedicare tutto sé stesso lavorando in missioni in
lontani Paesi, e quindi guardavo con favore anche a un mio eventuale futuro di
lavoro accanto a organizzazioni religiose; dall’altra ero poi andata maturando
l’idea di lavorare in organizzazioni di tipo totalmente laico. Perciò, una
volta terminata la mia lunga attività in Thailandia e scelto di restare in
Italia, ponderai bene le due possibili scelte e le varie offerte lavorative che
intanto mi venivano proposte. Il motivo per il quale, alla fine, accettai la
proposta dei Camilliani sta nella forte propensione al “nuovo”, ovvero alla
volontà di cambiamento e di evoluzione anche sul piano gestionale, che allora
riscontrai presso il direttore della Fondazione (ora il superiore della
Provincia Lombardo-Veneta dei Camilliani). Sapevo che mi stava proponendo un
ruolo molto impegnativo, anche difficile da portare avanti, ma proprio su
questa volontà di innovazione mi trovai convinta, e dunque pronta a iniziare
questo percorso per la Fondazione PRO.SA.”.
Fatta
questa premessa, abbiamo deciso di riportare le ulteriori considerazioni della
dottoressa Sonia Vitali nel corpo delle sezioni che seguono, in modo da
rispettare la discrezione di stile e di atteggiamento sia della nostra
intervistata, sia di tutta la Fondazione PRO.SA, e, inoltre, in modo da far
“colloquiare” più vivamente le analisi e le valutazioni che formano oggetto di
questo servizio.
In quale direzione
opera la Fondazione PRO.SA.
La lotta all’AIDS, giorno dopo giorno e fra
innumerevoli difficoltà.
La
Fondazione PRO.SA, diretta da p. Vittorio Paleari e con sede in Milano, è
attiva da vari anni in molte zone fra le più povere e depresse del mondo, ove
interviene con progetti a breve e medio termine per salvare migliaia di persone
da flagelli quali: denutrizione, malattie anche molto gravi, povertà spesso
assoluta, gravi violazioni dei diritti umani. Tutto ciò con strutture e
personale che interagiscono costantemente col tessuto locale, al fine di
monitorarne le esigenze e le potenzialità specifiche, e favorire
l’autodeterminazione e l’autosviluppo delle popolazioni. Aspetto, questo, di
primaria importanza nella mission e nella filosofia della Fondazione PRO.SA,
che infatti, dapprima già nella fase di progettazione e poi nelle varie fasi di
realizzazione dei progetti di aiuto e sostegno, è particolarmente attenta ad
evitare che possano innescarsi forme di mero assistenzialismo. Nella pratica
quotidiana, ciò si traduce anche in piani di formazione, istruzione e
preparazione di figure professionali locali, quali soprattutto: insegnanti,
medici, infermieri, esperti in programmi di prevenzione.
Il lavoro
sanitario svolto negli ospedali e negli ambulatori, come pure l’assicurare
giornalmente cibo e generi di prima necessità ai più poveri, rappresentano una
larga parte delle attività che i missionari Camilliani della Fondazione PRO.SA
Onlus svolgono nei Paesi più poveri e in via di sviluppo, ma una parte altrettanto
importante e impegnativa di quelle attività è quella che investe il dialogo
quotidiano con ambienti e realtà sociali difficili anche sotto il profilo
sociologico e culturale. Ci riferiamo, in particolare, alle molte attività che
i missionari Camilliani svolgono per salvare molti bambini e ragazzi dal
rischio di gravi emarginazioni sociali (compreso, in alcuni Paesi, il rischio
di essere venduti dalle proprie famiglie, a causa di terribili condizioni di
povertà), per evitare a molte adolescenti e giovani donne di cadere vittime del
giro della prostituzione (si veda più avanti, per esempio, il progetto
“Crescendo a Vida”, in Brasile), per sottrarre molti individui
dall’abbrutimento nell’alcolismo e in tante altre forme, anche gravissime, di
tossicodipendenze e - ancora e in modo particolare - per fare formazione e
informazione sulla prevenzione dell’AIDS. Un’attività, quest’ultima, che
assorbe molte energie quotidiane e che si affianca a quella, già estremamente
impegnativa, della cura e dell’assistenza dei malati sieropositivi, i quali
rappresentano un’altissima percentuale del totale dei ricoverati negli ospedali
gestiti dai Camilliani, soprattutto in Africa: si pensi che al St. Camillus
Mission Hospital, nel Nyanza in Kenya, ben il 75% dei ricoverati è
sieropositivo. Ma altrettanto impegnativa, sempre sul fronte della lotta
all’AIDS, è l’attività che i Camilliani si trovano a svolgere in contesti ove
permangono costumi e comportamenti fortemente prevaricatori sulle donne e
laddove la facilità di contagio è dovuta proprio a certe usanze perpetuate
sulla pelle della popolazione femminile in età fertile. Ci ha spiegato, durante
l’intervista, la dottoressa Sonia Vitali della Fondazione PRO.SA: “Nei Paesi a
più alto tasso di AIDS nei quali siamo presenti, riscontriamo che alla base
della trasmissione del virus vi sono tanti problemi di natura culturale. In
Kenya, soprattutto, la “tradizione” più difficile riguarda la situazione della
vedova: in molte parti di questo Paese, quando un uomo muore accade che la
vedova diventa automaticamente la seconda o terza moglie del fratello del
defunto: considerando che, in Kenya, circa il 90% dei decessi di giovani uomini
è dovuta all’AIDS, è chiaro che quel tipo di usanza produce in breve tempo un
aumento esponenziale di diffusione dell’infezione. Praticamente: la donna
vedova che è già infetta, essendo obbligata a stare col fratello del defunto,
infetta a sua volta il nuovo marito, quest’ultimo infetta quindi l’altra moglie
o le altre mogli, e l’infezione colpisce quindi anche tutti i bambini che
nascono. Per cercare di cambiare questa tradizione, i Camilliani che in Kenya
sono presenti con propri ospedali hanno avviato da tempo dei progetti di aiuto
e di protezione per le donne che rimangono vedove. A queste donne si dice
“cerca di ribellarti”, “rifiutati a ciò che vuole importi la tua famiglia”
(cioè di accompagnarti al fratello di tuo marito defunto).. però per la donna
tutto questo è difficile, perché quando cerca di ribellarsi e di rifiutarsi
viene fortemente emarginata dalla famiglia e, peggio ancora, da quel momento
viene continuamente perseguitata e anche ricattata. Di fronte a questo stato di
cose, quindi, la soluzione migliore consiste nell’offrire protezione alle donne
che rimangono vedove, offrendo loro un lavoro all’interno dell’ospedale, in
modo da dar loro un ambiente di riferimento, un ambiente in cui quelle donne
possano sentirsi più protette..”.
Altro
ostacolo difficile da superare, sempre in Paesi come il Kenya per ciò che
riguarda la lotta all’AIDS, è la forte resistenza psicologica e, anche in
questo caso, culturale a sottoporsi ai test diagnostici. “Per cercare di
diminuire la fortissima resistenza delle persone a sottoporsi al test HIV/AIDS,
abbiamo cominciato a incentivarle anche ricorrendo a un espediente di
‘scambio’: noi diamo loro un chilo di farina o di altri alimenti, e loro in
cambio accettano il test. Un incentivo, anche questo, che si rivelato
abbastanza efficace per diminuire i molti atteggiamenti di resistenza,
resistenza che in molti casi è purtroppo dovuta anche a una forte indifferenza
verso il problema dell’AIDS. In Kenya, invece e purtroppo, la forza-lavoro è
quasi del tutto sparita, stanno morendo tantissime persone, giorno dopo
giorno..”
La
Campagna Nutrizionale per garantire un pasto al giorno a tremila persone. Un
impegno che si rinnova di anno in anno. Come tutti noi possiamo aiutare, anche
donando le vecchie lire.
“842 milioni di persone soffrono la fame”: questo
il dato della WFP organization, l’organizzazione per il programma alimentare
mondiale. Un dato che accompagna a grandi lettere l’editoriale di p. Vittorio
Paleari sul periodico “PROseguire” dello scorso luglio, nel quale editoriale lo
stesso direttore della Fondazione PRO.SA Onlus, all’indomani della marcia
“FIGHT HUNGER” (“combattiamo la fame”) che il 12 giugno 2005 ha coinvolto ben
200.000 persone in 269 città di 91 Paesi, fa il punto della situazione delle
tristi statistiche delle morti e delle malattie dovute proprio alla
malnutrizione: «I dati dell’agenzia delle Nazioni Unite WFP dicono che la
malnutrizione è la causa di morte del 60 per cento dei bambini che muoiono
prima dei cinque anni, che i ritardi della crescita colpiscono 181 milioni di
bambini in età prescolare, che ogni giorno più di 180 madri muoiono di parto a
causa della carenza di ferro in gravidanza, che la carenza di vitamina A
colpisce 254 milioni di bambini in età prescolare rendendoli più vulnerabili
alle malattie e diventando anche causa di cecità, e che…. ! La lista di queste
statistiche è tristemente lunga e snocciolando dato dopo dato crescono angoscia
e frustrazione. Sembra quasi impossibile - così ancora p. Vittorio Paleari
nel suo editoriale – che si possa raggiungere quello che è stato definito
come l’obiettivo numero uno del millennio: “ogni paese del mondo deve ridurre
di due terzi il tasso di mortalità infantile nei primi cinque anni di vita
entro il 2015”.»
Contro
questa terribile situazione che ogni giorno, nel mondo, provoca la morte di
24.000 persone proprio a causa della fame, il Centro Missioni Camilliane è
storicamente impegnato in importanti campagne nutrizionali. La Campagna
Nutrizionale 2005, “un piatto di riso può salvarli”, è il progetto di raccolta
fondi tuttora in corso che la stessa Fondazione PRO.SA ha organizzato e avviato
per garantire un pasto al giorno a tremila persone, tra bambini, anziani,
ammalati e senza tetto di Cina, Kenya, Perù, Colombia, Ecuador, India,
Filippine, Taiwan, Pakistan e Thailandia.
Un
obiettivo importante, quello di “un piatto di riso può salvarli”, che la
Fondazione PRO.SA persegue con molta determinazione e anche con iniziative
assai originali, alle quali ogni cittadino può aderire con piccoli gesti di
attenzione e di generosità. Ci
riferiamo, in particolare, alla “Campagna delle Vecchie Lire”: già, le vecchie
lire che molti di noi hanno ancora da qualche parte, dimenticate magari nella
tasca di un vecchio cappotto, in qualche angolo del comò o del cruscotto
dell’automobile, e che sono ancora convertibili nell’attuale valuta corrente
(la Banca d’Italia effettua il cambio della vecchia valuta per 10 anni; quindi
le vecchie lire che nel 2002 sono state ‘sostituite’ dall’euro possono essere
cambiate presso la Banca d’Italia fino al 2012). Ebbene, da un anno e mezzo la
Fondazione PRO.SA è impegnata nella raccolta di queste vecchie lire per
“trasformarle” in cibo per migliaia di persone.
“Ci siamo
resi conto - ci ha spiegato la dottoressa Sonia Vitali nel corso
dell’intervista - che nelle chiese i Camilliani trovavano fra le offerte
tantissime vecchie lire. Abbiamo quindi attivato un ‘passaparola’ nelle varie
parrocchie, abbiamo lasciato in giro le locandine che intanto avevamo preparato
per quest’iniziativa di raccolta, e oggi siamo già a 30 milioni di lire, quindi
a circa 28.900 pasti! Ma tante vecchie lire ci sono giunte anche al di fuori
delle parrocchie, da persone che, ovviamente, avrebbero ben potuto tenersi quei
soldi ma che, invece, hanno accolto con sollecitudine il messaggio della nostra
Campagna Nutrizionale. Ancora un ”Bravi!” a tutti costoro, e un grazie sincero
da parte della Fondazione PRO.SA per il loro atto di generosità.”
Al
“Forum SAD”, giunto nel 2005 alla sua sesta edizione, aderiscono attualmente 70
associazioni firmatarie della “Carta di Qualità” impegnate con efficienza e
trasparenza nella gestione del Sostegno a Distanza in oltre 110 Paesi in Via di
Sviluppo. La Fondazione PRO.SA Onlus è una di queste.
Fra
gli 11 princìpi che formano oggetto della “Carta di Qualità” per il sostegno a
distanza, ne riportiamo alcuni fra i più significativi:
-
Valutare con accortezza le richieste di aiuto
ricevute e avviare un progetto solo là dove esista l’esplicito consenso della
comunità interessa. Le organizzazioni garantiranno che i loro operatori o
delegati agiscano con il consenso della popolazione locale.
-
Agire in modo che il sostegno a distanza sia
strumento di promozione all’autosviluppo del beneficiario, della sua famiglia
laddove esista e della sua comunità. Per evitare che questo aiuto economico
diventi una forma di assistenzialismo, nei paesi in cui interverranno, le
organizzazioni coinvolgeranno le comunità nella realizzazione e nella gestione
dei progetti con un accompagnamento stabile alle persone, complementare e non
sostitutivo.
Interessante,
ancora, notare come sui princìpi che informano il Forum del Sostegno a Distanza
(sostegno a distanza che, va ricordato, venne per la prima volta introdotto in
Italia dall’organismo missionario del PIME, nel 1967) sia stata quest’anno
registrata la convergenza sia del Coordinamento Italiano dei Network
Internazionali, sia del Forum del Terzo Settore e dell’Associazione delle ONG
italiane. Anche su quest’aspetto della convergenza sui contenuti, che indica
anche la disponibilità a collaborare con altre realtà sociali per condividere i
princìpi di fratellanza e solidarietà e – nello specifico – per “unire le
forze” nel perseguire gli obiettivi dei sostegni a distanza, abbiamo rivolto
alla dottoressa Sonia Vitali della Fondazione PRO.SA Onlus alcune domande,
chiedendole in particolare in che modo la stessa Fondazione si ponga verso le
altre organizzazioni “esterne”. “Come Fondazione PRO.SA sosteniamo non solo
progetti camilliani, ma anche progetti di altre congregazioni o di associazioni
laiche. Per esempio, in Madagascar sosteniamo da tempo un progetto
originariamente avviato da un gruppo di giovani della città Romano di Lombardia
(provincia di Bergamo), un gruppo che in Madagascar era stato accompagnato dal
Centro Missionario della Diocesi di Bergamo. Questi giovani, che si occupano di
sviluppo e crescita della popolazione locale e che oggi hanno anche deciso di
collaborare con un’associazione cattolica di ragazzi malgasci, stanno dunque
portando avanti un progetto che non c’entra nulla con le nostre finalità ma che
è comunque coordinato da noi”.
Queste e molte altre le forme di confronto e di collaborazione per le quali la Fondazione PRO.SA Onlus si è resa e si rende disponibile, anche nell’effettiva gestione delle iniziative. Una disponibilità che esprime anch’essa sicura coerenza con i princìpi della “Carta di Qualità” per il sostegno a distanza.
Panoramica
di alcuni progetti della Fondazione PRO.SA per il sostegno a distanza.
►
EUROPA - Armenia / “Sostieni un bambino adottando la
sua famiglia”
Fin dal 1991, con il lavoro dell’ospedale “Redemptoris
Mater” di Ashotsk e le visite ai 22 villaggi del distretto, i Camilliani sono
venuti a conoscenza delle situazioni di indigenza e povertà in cui versa la
maggior parte delle famiglie della zona. Oggi vengono seguiti 270 bambini con
le rispettive famiglie. Il contributo serve per pagare le spese scolastiche del
bambino e contribuire alle spese di mantenimento della famiglia.
►
COLOMBIA - “Una Flor a Cada Dia”, Bogotà
Il progetto, interamente fnanziato da Bollettino
Cardiologico, prevede la scolarizzazione di 30 bambini, alcuni dei quali malati
di cancro, che vivendo nei barrios di Bogotà non hanno la possibilità di andare
a scuola. Il sussidio che viene erogato serve per pagare gli studi e
contribuire in parte alle spese della famiglia.
Ulteriori informazioni nella scheda “A”
di pag. 10. (COLLEGAMENTO)
►
INDIA - “I bambini dell’India”
Il progetto, interamente fnanziato da Bollettino
Cardiologico, prevede la scolarizzazione di 50 bambini che vivono nello slum di
Bangalore e non hanno le possibilità economiche per poter andare a scuola. Il
progetto è seguito dalla comunità camilliana “Snehadaan” (“dono d’amore”) di
Bangalore e prevede Borse di Studio, più vitto, alloggio e cure mediche per 30
bambini (ulteriori informazioni nella scheda
B di
pag. 12). (COLLEGAMENTO)
►
KENYA – “Un aiuto ai bambini di Nairobi”
I bambini della baraccopoli della periferia ovest di Nairobi
vino in condizioni igienico-sanitarie terrificanti. Dare un’istruzione
scolastica significa togliere dalle strade di Nairobi centinaia di bambini, che
altrimenti passerebbero il tempo in strada rubacchiando qua e là e molestando i
passanti. Il progetto chiede di sostenere le spese scolastiche di 100 bambini.
Ai genitori viene chiesto di pagare un terzo delle spese così che si rendano
responsabili del futuro del proprio figlio.
►
KENYA – “Il diritto alla salute Karungu”
La popolazione della regione del Nyanza dove sorge il St.
Camillus Mission Hospital di Karungu si è ulteriormente impoverita a causa
dell’AIDS che sta decimando la popolazione giovane, ovvero la forza-lavoro del
Paese. Difficilmente questa gente può permettersi di dare un piccolo contributo
per le spese dell’ospedale quando si trova ad aver bisogno di cure. Si è così
pensato di aiutare le famiglie ad acquistarsi un’assicurazione sanitaria. Il
Piano Sanitario Nazionale ha costituito una forma assicurativa che, per ora,
con il pagamento di soli Euro 20,00 all’anno offre assistenza sanitaria
(farmaci, visite ambulatoriali e ricoveri) ad ogni componente di un nucleo
familiare. L’assicurazione vale solo per alcuni ospedali del Kenya, uno dei
quali è il St. Camillus Mission Hospital di Karungu.
►
THAILANDIA - “I bambini Moken”
Con questo progetto si vuole attuare un intervento
socio-educativo attraverso il quale si possa via via riportare i bambini della
tribù dei Moken, fortemente colpiti dallo Tsunami, verso una vita più normale
possibile. Riportare a scuola bambini con famiglie che hanno perso tutto e
alcuni dei quali sono rimasti orfani è l’unica via per intervenire sia a
livello educativo perché non si interrompa il ciclo scolastico degli studi, sia
a livello sociale perché l’aiuto psicologico e l’accoglienza li aiutino a
uscire dallo shock e li accompagnino nella crescita. Il progetto coinvolge 53
bambini delle elementari e 22 della scuola media inferiore.
►
BRASILE - “Crescendo a Vida”, Fortaleza
A Fortaleza, le ragazzine e le giovani donne vendono il
proprio corpo per sfamarsi e per procurare cibo alla famiglia, che è composta
in genere da una donna anziana e da molti bambini figli di padri diversi.
P.Serripierro, missionario camilliano e medico ginecologo, organizza visite
prenatali gratuite per giovanissime gestanti e si preoccupa di dare loro
supporto psicologico. Il progetto “Crescendo a Vida” si prefigge, attraverso
l’organizzazione di corsi di formazione, alfabetizzazione e preparazione
professionale, di reinserire nella società adolescenti e giovani donne che
vivono situazioni a rischio.
►
MESSICO - cure, assistenza medica, e conferenze su
prevenzione e promozione umana.
La piccola Fondazione dei Camilliani in Messico continua la
sua attività di testimonianza del carisma in favore dei malati: opera in tre
ospedali, in un piccolo dispensario medico dedicato alla cura delle persone
anziane del centro di Guadalajara, e in due “Albergues” presi appositamente in
affitto per poter offrire ai malati, che vengono da lontano, un letto, la
possibilità di mangiare e di lavarsi la biancheria. Con tale Fondazione
collabora attivamente un altro gruppo di volontari che organizza, in varie zone
della città, conferenze sui temi più importanti della prevenzione e della promozione
umana, come: alcolismo, droga, diabete, ipertensione, alimentazione, igiene
personale ed educazione sessuale.
►
BURKINA FASO - Ouagadougou
Al Centre Medical St. Camille vengono curate ogni giorno (a
titolo gratuito) circa 1.000 pazienti con patologie mediche, partorienti e
neomamme. La Maternità e il Centro di Patologia Neonatale sono due reparti
famosi per l’efficienza di organizzazione, insieme con il Servizio di
Assistenza alle mamme e ai bambini. Il Centro comprende anche un
poliambulatorio per adulti, il servizio di radiologia, il reparto di
odontoiatria, la radiologia e il laboratorio di analisi. Grazie a un contributo
della Fondazione PRO.SA è stato possibile acquistare farmaci per molti pazienti
poveri.
►
HAITI - Porte-au Prince
I Camilliani sono presenti ad Haiti da circa 11 anni con il
Centro socio-sanitario Foyer St. Camille, composto da un dispensario, un
ambulatorio, un laboratorio di analisi, radiologia e gabinetto dentistico. Ogni
giorno vengono visitate circa 300 persone. Accanto a questa struttura si
trovano tre padiglioni per l’accoglienza e la degenza di circa cento bambini
ammalati e disabili (ad Haiti molti bambini nascono già con handicap dovuti
all’insufficiente alimentazione delle mamme). I Camilliani di Haiti hanno
inoltre avviato il progetto “Il Pane della Scienza” per poter dare una scuola
ai bambini più poveri, che diversamente e proprio a causa dell’estrema povertà
non avrebbero accesso all’istruzione.
►
PERÙ - Hogar
San Camillo
Oggi l’Hogar San Camillo per il suo impegno nella lotta
all’AIDS è conosciuto in tutto il Perù. Oltre che di accoglienza e consulenza
medico-psicologica, si occupa attivamente di prevenzione e Home Care. Al Centro
Camilos Vida si organizzano incontri di prevenzione per donne incinte
sieropositive e per effettuare controlli prenatali; al suo interno è operativo
anche un Centro di primo ascolto dove tutti possono ricevere informazioni e
materiale educativo per difendersi dall’AIDS. Quanto all’attività di Home Care,
svolta da un’équipe altamente specializzata, migliaia sono le visite a
domicilio effettuate a favore dei malati di AIDS: si tratta di pazienti che
vivono in uno stato totale di povertà (in media, possono permettersi di
mangiare soltanto tre volte la settimana) e non possono accedere a un servizio
sanitario.
Considerazioni finali. Quando la
prima terapia necessaria è superare l’indifferenza.
Oltre a
quelli già segnalati, altri ancora sono
i progetti avviati e seguiti dalla Fondazione PRO.SA Onlus: progetti nei
quali ogni giorno e ogni anno si rinnova concretamente l’impegno della
“chiamata” a dedicare la propria vita per i poveri, gli ammalati e gli
emarginati (così come nello spirito del voto camilliano) e, nel contempo,
impegni che sono o dovrebbero essere anche una “chiamata a raccolta” della
coscienza e della sensibilità che alberga in tutti coloro che vivono e operano
con senso di responsabilità nella cosiddetta società civile dei paesi più
(almeno economicamente) fortunati. Si può – c’è da chiedersi – far finta di
niente, quando sul nostro pianeta oltre 840 milioni di persone soffrono la
fame, non avendo neanche un pasto (uno) al giorno che, già da solo, basterebbe
perlomeno a un minimo di sostentamento? Si può far finta di niente quando tanti
esseri al mondo, proprio per la carenza o assenza di cibo, sono costretti a
morire di inedia, dopo la tortura implacabile dei morsi fisici, dello
spossamento e delle malattie provocati dalla stessa fame? E, ancora, si può
rimanere indifferenti di fronte al fatto (anch’esso troppo spesso dimenticato) che
sempre a causa della fame e della conseguente grave debilitazione quelle
persone non avranno mai la possibilità di sviluppare il loro potenziale umano?
Forse queste domande, che certo non sono nuove, suonano un po’ di retorica ad
alcuni, e sicuramente a quanti ritengono che (come si suol dire) basti pensare
al proprio “orticello”, ovvero a sé stessi e alla stretta cerchia del proprio
ambito familiare per sentirsi a posto con la propria coscienza. Questi alcuni,
che in realtà nelle nostre società moderne stanno diventando sempre più
numerosi (spesso anche fra persone e in ambienti formalmente ineccepibili)
hanno per di più una risposta pronta, la risposta che “non ci si può sobbarcare
sulle proprie spalle tutti i mali del mondo”. Una risposta chiara, e lineare a
rigor di logica, che tuttavia non soltanto sembra non rendersi conto del fatto
che oggi, anche con piccoli gesti di responsabilità uniti a quelli degli altri,
è possibile contribuire a progetti di solidarietà a vasta scala, ma – anche –
che contraddice aspramente la stessa ragione per cui ci si possa definire
esseri umani, una ragione che è insita in quella splendida-tremenda dotazione
che ci costituisce: la coscienza e, con essa, la possibilità di sviluppare il
sentimento della compassione propriamente detto, ossia il sentimento che ci fa
soffrire dei mali altrui come se fossero nostri e che, come tale, si fa
“motore” di trasformazione del mondo.
Scheda “A”
IL
PROGETTO È FINANZIATO DA
BOLLETTINO CARDIOLOGICO: Borse di Studio più vitto, alloggio e cure mediche per 30 bambini. Progetto di Sostegno a Distanza COLOMBIA “Una Flor a Cada Dia” (un fiore
ogni giorno), Bogotà Organizzazione
promotrice ed esecutrice: Ministros de Los Enfermos, ONG colombiana / Personalità Giuridica
860013635-3 / Carrera 8 n° 7-54 Sur / Bogotà - Colombia Responsabile
in loco: p. Bruno Nespoli Organizzazione
coordinatrice in Italia: Fondazione PRO.SA Onlus, Via Lepetit 4 - 20124 Milano,
Tel.:+39.02.67.10.09.90 Informazioni
generali sul progetto
(estratto)
Obiettivi
specifici: -
Provvedere all’educazione e alla scolarizzazione di
bambini provenienti da famiglie povere, perché crescendo possano imparare a
gestire la propria vita. -
Fare in modo che questi bambini diventino importanti
risorse umane per la società. Tipologia: -
bambini figli di ragazze madri -
bambini malati di cancro -
orfani Situazione
specifica dei beneficiari I bambini
beneficiari di questo progetto provengono dai barrios: Kennedy, Britania,
Carmelo, Socorro, Bosa, Candelaria e Bolivar di Bogotà. Tutti vivono in una
situazione di emarginazione profonda a causa delle condizioni sociali ed
economiche in cui versano le loro famiglie. Nella maggior parte dei casi sono
figli di genitori separati, mentre altri sono stati abbandonati dalle loro
famiglie e quindi impossibilitati a ricevere alcuna istruzione scolastica. In
molte delle famiglie, specialmente le più povere, i bambini sono costretti a
vivere anche situazioni di violenza domestica. La metà dei bambini aiutati
attraverso questo progetto è costituita da bambini malati di cancro. Quindi
all’emarginazione si aggiunge anche la malattia. È il responsabile del
progetto, p. Bruno Nespoli, che attraverso il suo lavoro di pastorale
sanitaria negli ospedali di San Juan de Dios e San Pedro Claver di Bogotà
viene a conoscenza dei casi più disperati di bambini ricoverati per la
chemioterapia. |
::
Scheda “B”
IL
PROGETTO È FINANZIATO DA
BOLLETTINO CARDIOLOGICO: Borse di Studio più vitto, alloggio e cure mediche per 30 bambini. Progetto di Sostegno a Distanza INDIA “I
bambini dell’India”, Bangalore Organizzazione
promotrice ed esecutrice: Sneha Charitable Trust O.N.G. / Upsana, St Camillus
Study House / P.B. No 2913 D.R. College Post, Bangalore – 29, Karnataka,
India www.snehacare.org La Sneha Charitable Trust è una O.N.G. (Organizzazione Non Governativa) fondata dai Religiosi Camilliani in India nel Gennaio 2004 con lo scopo di sostenere, coordinare e promuovere programmi di assistenza sociale e socio-sanitaria con progetti di scolarizzazione e formazione, cura e assistenza ai malati e agli emarginati. Responsabile
in loco: Fr. Mathew Perumpil Organizzazione
coordinatrice in Italia: Fondazione PRO.SA Onlus, Via Lepetit 4 - 20124 Milano,
Tel.:+39.02.67.10.09.90 Informazioni
generali sul progetto
(estratto)
Localizzazione: Bangalore,
capitale dello stato del Karnataka e Eluru, città dello Stato dell’Andhra
Pradesh Obiettivi
specifici: -
Provvedere all’istruzione e alla formazione di base. -
Fornire ai bambini cibo nutriente e adeguato. -
Fornire una casa confortevole, piacevole, sana e igienica
per frenare il loro vagabondare. Tipologia: -
figli di genitori con reddito basso Situazione
specifica dei beneficiari La
Commissione per l’educazione della Sneha Charitable Trust ha selezionato 60
bambini fra i poveri dello slum di Bangalore e di alcuni villaggi attorno
alla città di Eluru e, attraverso il programma “Un aiuto per i bambini
dell’india”, ha deciso di garantire loro nutrizione e istruzione. I
bambini frequenteranno regolarmente la scuola, riceveranno cibo nutriente e
adeguato, e vivranno in un ambiente sano e confortevole con altri loro
coetanei. Trenta di questi bambini adottati dalla rivista di medicina
Bollettino Cardiologico sono figli di famiglie molto povere, con un reddito
talmente basso da non permettere loro di accudirli. Questi minori, che sono
costretti a interrompere gli studi o a non iniziare nemmeno la scuola, sono
esposti a un forte rischio di abbandono e, addirittura, rischiano di essere
venduti dalle proprie famiglie. |
■
Riferimenti utili Sede: Fondazione PRO.SA Onlus -
Direttore: p. Vittorio Paleari Via Lepetit 4 - 20124 Milano Tel.: 02.67.10.09.90 - Fax: 02.67.49.20.81 E.mail: info@fondazioneprosa.org Sito Internet: www.fondazione.prosa.org |
Marina Palmieri
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- Bollettino Cardiologico N. 137 Novembre-Dicembre 2005
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