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RISCHI PER L'UDITO.

LE MALATTIE DELL'ORECCHIO,

GLI EFFETTI DELL'ESPOSIZIONE AL RUMORE.

 

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SALUTE / DIVULGAZIONE SCIENTIFICA

 

____DALL’ARCHIVIO DI COMUNICARECOME____

 

RISCHI PER L'UDITO.

LE MALATTIE DELL'ORECCHIO, GLI EFFETTI DELL'ESPOSIZIONE AL RUMORE.

- di Marina Palmieri -  Info Pubblicazioni, Rischi per l'Udito

 

 

La perdita parziale o totale dell'udito, com'è noto, è da sempre un fenomeno assai tipico dell'età avanzata dacché, parallelamente all'avanzare degli anni, la capacità uditiva va incontro a un calo naturale. Ma a prescindere dall'età possono essere molte le cause che determinano l'indebolimento o l'abolizione completa del senso dell'udito. E' ciò su cui indagheremo nella prima parte di questo spazio, ove ci soffermeremo in particolare sulle varie malattie a carico dell'orecchio che, specie se trascurate, possono finire col costituire un rischio anche serio per la funzione uditiva.

L'ultima parte sarà invece dedicata a quel particolare rischio ambientale per l'udito rappresentato dall'esposizione (e sovraesposizione) ai rumori nocivi, rischio che chiama in causa il problema dell'inquinamento acustico. Un problema grave, come vedremo, che oltre ad avere ripercussioni sull'udito stesso può essere responsabile di molti altri effetti sullo stato di salute generale degli individui: effetti non solo fisiologici ma anche psicofisiologici e quindi - come ormai ampiamente confermato da numerose ricerche internazionali - anche effetti sulla salute mentale.

 

 

L'orecchio: un organo estremamente complesso.

Organo dell'udito è l'orecchio, che è anche organo dell'equilibrio. Nell'orecchio si distinguono tre parti che presiedono a funzioni differenti:

- l'orecchio esterno, che raccoglie i suoni convogliandoli alla membrana timpanica che si trova in fondo al meato acustico esterno. L'orecchio esterno comprende il padiglione auricolare e il condotto uditivo; quest'ultimo è un semplice conduttore del suono.

- l'orecchio medio, che tramite la catena degli ossicini trasmette i suoni all'orecchio interno. L'orecchio medio si trova dietro il timpano (*) e comprende il martello, l'incudine e la staffa; un udito normale richiede l'integrità della catena degli ossicini, piccoli organi ai quali vengono trasmesse attraverso il manico del martello le vibrazioni della membrana del timpano, e che hanno spostamenti di portata molto limitata.

(*) Nella parte anteriore della cassa del timpano si trova l'apertura auricolare della tromba di Eustachio, canale auricolare di circa 35-40 mm. di lunghezza che all'altra estremità si apre sulla faringe (sopra il velo del palato). La tromba di Eustachio ha l'importante proprietà di consentire l'entrata dell'aria nell'orecchio medio stabilendo eguaglianza di pressione sulle due facce della cassa del timpano, che in tal modo può vibrare e quindi funzionare.

 

- l'orecchio interno, nel quale si trovano i recettori specializzati per la registrazione dei suoni e i recettori dell'equilibrio. L'orecchio interno ha una struttura estremamente complessa e si presenta come una specie di sacco membranoso - il labirinto - riempito da un liquido endolinfatico. Ricordiamo qui che il labirinto anteriore - coclea - possiede la funzione acustica, mentre il labirinto posteriore contribuisce a mantenere l'equilibrio del corpo. All'interno del canale cocleare si trova l'organo di Corti, organo sensoriale (comprendente migliaia di cellule ciliate) che trasforma l'onda sonora in fenomeno fisiologico.

 

 

Sordità di conduzione (o di trasmissione) e sordità neurosensoriali.

La sordità è la perdita parziale oppure totale dell'udito. Generalmente la perdita dell'udito è una conseguenza di malattie o di traumi esterni, mentre in altri casi può essere dovuta a disfunzioni e malformazioni congenite, anche di carattere ereditario.

Si distinguono due principali tipi di sordità:

·         la sordità di conduzione, o di trasmissione, caratterizzata dal fatto che i suoni non riescono a raggiungere i recettori acustici; questo tipo di sordità è uno degli effetti prodotti da malattie e ostruzioni dell'orecchio esterno o dell'orecchio medio;

·         la sordità neurosensoriale, dovuta a lesioni dell'orecchio interno, del nervo uditivo ("sordità di percezione"), delle vie uditive centrali ovvero dei centri cerebrali dell'udito ("sordità centrale").

Per ciò che riguarda le possibilità terapeutiche, i problemi a carico dell'orecchio esterno e dell'orecchio medio e che causano sordità possono in molti casi essere efficacemente risolti con trattamenti di tipo chirurgico oltre che (per quanto riguarda la risoluzione della malattia originaria) di tipo medico, con conseguente recupero o miglioramento della stessa funzione uditiva. La condizione di sordità profonda di tipo neurosensoriale non può, invece, trarre giovamento dagli stessi trattamenti, mentre per le ipoacusie neurosensoriali l'unico rimedio attuale può essere rappresentato dall'applicazione di protesi acustiche.  Sola possibilità chirurgica nel caso di alcune forme di sordità profonda bilaterale può essere rappresentata dall'intervento di impianto cocleare, un dispositivo elettronico che traduce le onde sonore in segnali elettrici che vengono trasmessi ad elettrodi impiantati nella chiocciola e che però, producendo suoni duri, non naturali, presenta sostanzialmente il vantaggio di facilitare la lettura labiale.

Riassumendo, a poter essere trattare efficacemente con l'intervento chirurgico sono le sordità trasmissive (sordità dovute a problemi dell'orecchio medio e dell'interno, ovvero a quelle parti dell'orecchio che svolgono sostanzialmente una funzione meccanica - di convoglio e trasmissione - dell'udito), come pure le componenti trasmissive delle sordità miste.

 

 

Malattie dell'orecchio e sordità

In funzione della loro localizzazione, oltre che naturalmente della loro gravità, le malattie dell'orecchio possono influire in vari modi sulla capacità auditiva, determinando una sordità parziale oppure una sordità totale.

 

 

Malattie dell'orecchio esterno

Questo primo gruppo di malattie include:

·         Malformazioni congenite del padiglione e/o del condotto uditivo - es.: canale uditivo di diametro troppo stretto o troppo spazioso; orecchio appiattito; padiglione scostato dal cranio; orletto incompleto;

·         Malformazioni acquisite - es.: deformazioni delle curvature del padiglione in seguito a ematomi dovuti a travasi di sangue (caso abbastanza tipico è l'ematoma dei pugili); lesioni alla cartilagine dovute a tagli e ferite; malformazioni dovute a un'eccessiva produzione di tessuto riparatore, spesso in seguito alle stesse lesioni da ferite; malformazioni dovute a malattie particolari, come la tubercolosi cutanea;

·         Ostruzioni del condotto uditivo da produzione di secrezione - tali ostruzioni possono essere dovute, in particolare, a:

-          tappi di cerume (sono dovuti a un'esagerata formazione di secrezione del cerume e, specie quando molto voluminosi, provocano il sopravvenire di sordità, associato a ronzii e talvolta vertigini);

-          tappo epidermico (è dovuto a desquamazione delle cellule dell'epidermide del condotto uditivo in seguito a una forte infiammazione di quest'ultimo, e provoca ostruzione in quanto aderisce saldamente alle pareti del condotto);

-          tappo crostoso (tappo particolarmente duro che può formarsi anche dopo la guarigione di una suppurazione dell'orecchio medio quando ci sia una secrezione latente che finisce col sedimentarsi e disseccarsi sul condotto uditivo);

·         Infiammazioni - possono essere dovute alle cause più diverse, incluse varie malattie dermatologiche (ad esempio ascessi e foruncoli del condotto uditivo, oppure pitiriasi del condotto, desquamazione che può talvolta essere provocata da funghi parassiti), come pure geloni, ustioni e presenza di corpi estranei nel condotto uditivo. Va tenuto presente che in molti casi l'ostruzione dovuta a presenza di corpi estranei non provoca, all'inizio, sintomi particolari e di per sé non è, in genere, pericolosa: richiede però l'immediato intervento dello specialista per la rimozione, in quanto il corpo estraneo può dar luogo a infiammazioni anche serie, con conseguente disturbo o danno alla funzione uditiva. La presenza di corpi estranei nel condotto uditivo è un'evenienza abbastanza frequente soprattutto nei bambini piccoli, quando ad esempio durante il gioco finiscano con l'immettersi nell'orecchio piccoli oggetti come punte di matita, bottoni, noccioli, e tuttavia non rara negli adulti - caso tipico: l'entrata nell'orecchio di moscerini e altri piccoli insetti).

 

 

Malattie dell'orecchio medio

I danni che le malattie dell'orecchio medio possono comportare sulla funzione uditiva interessano in particolare la cassa timpanica e la tromba di Eustachio.

Offese a questi organi possono essere provocate anche da fatti puramente accidentali. Colpi e urti, ad esempio, possono provocare ferite della membrana del timpano, ferite che se non interessano la catena degli ossicini possono essere riparate in fretta senza lasciare sordità. Eventi più traumatici che invece possono provocare lacerazioni della membrana del timpano includono: l'introduzione nell'orecchio di oggetti appuntiti, un rumore eccessivamente intenso, un violento schiaffo sull'orecchio, come pure sbalzi bruschi e repentini della pressione atmosferica. In quest'ultimo caso si parla propriamente di "barotraumatismo", un evento che può verificarsi in particolare nel corso di un'immersione subacquea, durante un volo aereo o durante una salita in alta montagna.

Il risultato, quando l'orecchio sia per l'appunto sottoposto a importanti variazioni pressorie, è quello di una forte compressione dell'aria del condotto uditivo che comporta il rischio di scoppio della membrana timpanica, accompagnato generalmente da scolo di sangue, immediata sordità, ronzi e spesso vertigini. Gli effetti di sordità e ronzii possono diventare anche esiti permanenti della lacerazione timpanica.

Anche a prescindere dal rischio di conseguenze tanto gravi, l'esposizione a brusche variazioni di pressioni rappresenta comunque un fenomeno sempre potenzialmente dannoso, dacché la ridotta pressione d'aria nell'orecchio provoca un serio processo infiammatorio della mucosa del timpano. Barotraumi timpanici ripetuti nel tempo possono inoltre determinare irrigidimento della membrana del timpano e stati di sordità anche permanenti. Va ricordato che in caso di rapidi cambiamenti di altitudine si rivelano utili alcune semplici manovre di compensazione - manovre cioè che aiutano a mantenere il normale passaggio d'aria verso l'orecchio medio - quali la masticazione, la deglutizione, e la classica manovra di Valsalva (sforzo bloccato di espirazione forzata, effettuato a naso e a bocca chiusi, dopo un'inspirazione profonda).

In molti altri casi, i danni all'orecchio medio possono essere provocati direttamente da processi infiammatori a carico dello stesso organo, spesso associati a una malattia oppure conseguenti a una malattia trascurata o non adeguatamente curata.

L'infiammazione dell'orecchio medio - otite media - può presentare diversi gradi di intensità e può avere diversi effetti sulla funzione uditiva.

§         Otite media acuta - E' un'infiammazione dell'orecchio medio con presenza di essudato della cassa timpanica. I microorganismi principalmente riscontrati in questo tipo di infiammazione appartengono a vari tipi di Streptococco. Generalmente l'otite media acuta si sviluppa come conseguenza di un'ostruzione tubarica, spesso legata a processi infiammatori o allergici della mucosa tubarica oppure a disfunzioni delle pareti tubariche. Più raramente, l'otite media acuta è provocata da introduzione traumatica di batteri.

§         Otite media catarrale acuta - è un'infiammazione dell'orecchio medio con presenza di liquido mucoso o sieroso nella cassa del timpano. La presenza di questo liquido è un effetto secondario di processi infiammatori a carico delle muscose del naso e della faringe. L'otite media catarrale acuta può essere monolaterale o, più spesso nei bambini (nei quali la stessa otite può essere dovuta a ipertrofia adenoidea), bilaterale. I sintomi più tipici di questa malattia comprendono: senso di pienezza e fastidio all'orecchio, un certo grado di risonanza della propria voce (autofonia) e leggera sordità, dovuta all'aumentata rigidità delle pareti della cassa del timpano che è causata dalla riduzione di pressione nell'orecchio medio. I trattamenti terapeutici includono sia quelli volti a rimuovere le cause dell'otite stessa, sia quelli sintomatici volti a migliorare le condizioni di ostruzione e di ventilazione dell'orecchio medio (es.. decongestionanti e secretolici).

§         Otite media purulenta acuta - Quella forma di otite media acuta può presentarsi non solo durante una malattia infettiva ma anche nel corso di un raffreddore o di un'influenza. L'otite media purulenta provoca fitte di dolore e sensazioni di battito in fondo all'orecchio; la suppurazione, specie quando molto abbondante, può produrre sordità momentanea anche pronunciata, che in alcuni casi può diventare definitiva. Se questo tipo di infiammazione viene trattato adeguatamente e tempestivamente, la suppurazione può essere arrestata, la mucosa infiammata cicatrizzata e l'udito può non restare compromesso e tornare come prima. Se invece trascurata, l'otite media purulenta può dar luogo alla perforazione del timpano (perforazione seguita da fuoriuscita del liquido racchiuso nella cassa del timpano) e, talvolta, alla distruzione della membrana timpanica. Una complicanza particolarmente grave dell'otite media acuta purulenta è la mastoidite: l'infiammazione dell'apofisi mastoide si manifesta inizialmente con dolori vivi nel fondo dell'orecchio, febbre, aumento dello scolo di pus e ispessimento dello stesso, indolenzimento della parte del cranio situata dietro il padiglione e rigonfiamento delle pareti del condotto uditivo, con conseguente restringimento del condotto medesimo. Sempre inizialmente, questa malattia può essere risolta con trattamenti antibiotici, con buoni risultati specie sulle complicazioni ossee e labirintiche; in molti casi è invece indispensabile l'intervento chirurgico per favorire il drenaggio delle secrezioni e per evitare che l'infiammazione si estenda alle meningi o al seno laterale.

§         Otite tubarica acuta - anche questa malattia può essere causata dl un'infiammazione delle mucose del naso e della faringe; nei bambini, la stessa malattia si riscontra spesso in concomitanza di adenoidi infette o ostruenti. L'otite tubarica acuta è caratterizzata da congestione, retrazione della membrana del timpano, secrezione. I sintomi più tipici sono rappresentati da acufeni (come ronzio e sibilo), autofonia (risonanza fastidiosa della propria voce) e un variabile grado di diminuzione dell'udito. Anche in questo caso il trattamento è quello volto sia alla rimozione della causa (la malattia iniziale) sia quello sintomatico. Nei casi cronici, inoltre, può rendersi necessario il trattamento chirurgico per rimuovere il liquido che si è accumulato nell'orecchio medio. Specie se trascurata o non adeguatamente curata, l'otite tubarica acuta può danneggiare le ciglia (le ciglia delle cellule il cui insieme forma l'organo di Corti) e pertanto inficiare seriamente la funzione uditiva.

§         Otite media acuta necrotizzante - è un'infiammazione la cui evoluzione, rapida e fulminante, comporta distruzione tissutale dell'orecchio medio, del timpano e degli ossicini, fino a perforazione centrale della membrana timpanica e talvolta dell'intero timpano. Può verificarsi nella prima infanzia come, in particolare, complicanza della scarlattina e del morbillo o come complicanza di un'influenza. L'agente infettivo è lo streptococco beta-emolitico. La cura di questa patologia dell'orecchio medio richiede l'immediato trattamento antibiotico e in alcuni casi il trattamento chirurgico per rimuovere le zone di necrosi ossea.

§         Otite media catarrale cronica - questa patologia dell'orecchio medio fa seguito a un'infiammazione acuta o cronica delle muscose del naso e della faringe, che si trasmette alla tromba di Eustachio e poi alla cassa del timpano. In genere colpisce i due orecchi, ma con intensità diversa. I sintomi prevalenti sono rappresentanti da una sensazione di pienezza dell'orecchio e da ronzii d'orecchio molto frequenti che possono diventare anche particolarmente forti e fastidiosi, mentre in genere la sordità può stabilirsi in modo subdolo e graduale. Il trattamento profilattico consiste nel non trascurare mai i catarri acuti o cronici del naso o della faringe. Soprattutto nei bambini, un campanello d'allarme può essere il classico 'tirar su' col naso e quindi la necessità di soffiarsi il naso molto frequentemente, in quanto ciò potrebbe essere indicativo della presenza e persistenza di catarro nel rinofaringe e quindi di predisposizione a catarro cronico dell'orecchio.

§         Timpanosclerosi - La sclerosi della cassa timpanica, quindi dell'organo di trasmissione, può essere dovuta sia a uno stato cicatriziale conseguente a un'otite purulenta recidivante, sia a un processo otitico adesivo insorto da un'otite catarrale con ostruzione cronica della tromba di Eustachio. Nello sviluppo di questa malattia il tessuto cicatriziale o il tessuto fibroso invade la cassa del timpano e finisce per inglobare gli ossicini, senza però invadere il labirinto. La timpanosclerosi dà luogo a sordità più o meno pronunciata, a ronzii anche intensi, e non di rado a vertigini e nausea. Fattori che contribuiscono ad aggravare l'effetto di sordità indotto dalla timpanosclerosi possono poi essere l'età avanzata e alcune malattie, come l'arterioscleosi e l'ipertensione. Il trattamento può includere l'operazione chirurgica di timpanoplastica, per la riparazione delle lesioni cicatriziali timpaniche ed eventualmente anche delle lesioni della catena degli ossicini.

 

 

Malattie dell'orecchio interno

Anche a tale riguardo va ricordato che talvolta la perdita, parziale o totale, dell'udito può essere causata da traumi particolarmente violenti quali, come già ricordato, quelli prodotti da brusche variazioni pressorie: è questo il caso di barotraumi dell'orecchio medio che possono causare barotraumi dell'orecchio medio, con grave danno cocleo-vestibolare.

Malattie dell'orecchio interno ad alto rischio anche per la funzione uditiva sono la Vertigine di Ménière, la labirintosclerosi e la otospongiosi.

§         Vertigine di Ménière - E' una forma della malattia o sindrome di Ménière dovuta a turbe vascolari con ipertensione del liquido labirintico, e caratterizzata da accessi bruschi di vertigini accompagnati da acufeni e sordità totale di durata variabile. Una modalità particolare della Vertigine di Ménière è rappresentata dalla sordità apoplettiforme, che dà luogo ad emorragia nei canali semicircolari o nella chiocciola, vertigini particolarmente intense e conseguente caduta con conservazione della coscienza. In alcuni casi in cui le vertigini risultino assolutamente intrattabili, può essere indicata la distruzione del labirinto membranoso con un intervento di criochirurgia o applicazione di ultrasuoni. Qualora poi l'otite interna che interessa il labirinto (labirintite) sia complicata da suppurazione, il quadro clinico della malattia si aggrava ulteriormente con: condizione di sordità completa, nausee, vomiti, nistagmo (movimenti oscillatori-rotatori del globo oculare), scomparsa dei riflessi vestibolari e febbre. In questo caso è richiesto l'intervento d'urgenza per lo svuotamento del labirinto.

§         Labintosclerosi - la sclerosi del labirinto è una patologia che determina spesso l'atrofia dell'organo di Corti, elemento essenziale dell'ascoltazione. A questa patologia vengono riconosciute parecchie cause, fra le quali: traumi, violenti rumori professionali, vecchiaia, nevrite del nervo acustico dovuta a infezione, intossicazioni e, ancora, tumori delle fibre acustiche intracraniche. In presenza di disturbi circolatori, la labirintosclerosi provoca, oltre all'effetto principale della sordità, gli effetti di ronzii e disturbi dell'equilibrio.

§         Otospongiosi - L'otospongiosi è una malattia congenita caratterizzata dall'estensione dell'ossificazione della parete interna della cassa del timpano che blocca progressivamente il funzionamento della staffa, causando un'alterazione dell'organo di Corti. L'otospongiosi provoca sordità bilaterale, accompagnata talvolta da ronzii. È una malattia più frequente nella donna, compare nel periodo della pubertà e può aggravarsi in occasione della gravidanza.

 

 

 

Gli esami strumentali / Esame audiometrico ed esami acumetrici

L'esame dell'udito può essere effettuato per mezzo di diversi strumenti e di differenti prove. Ne ricordiamo qui alcuni tipi fra i più utilizzati.

· L'esame audiometrico - Col test di audiometria si misura la soglia di audibilità di un soggetto per suoni differenti di altezza. Tali suoni provengono da una stessa sorgente - l'audiometro - e vengono fatti variare, per l'appunto, di altezza e di intensità. L'altezza del suono è data dal numero di vibrazioni, e la sua intensità dalla corrente che produce il suono stesso. Il soggetto che si sottopone al test viene fatto accomodare in una cabina insonorizzata, dalla pressione acustica interna di circa 25 decibel, e i suoni che via via vengono fatti variare dal medico giungono ad esso attraverso delle cuffie. Le risposte del soggetto vengono registrate sull'audiogramma, un grafico a curva che evidenzia i punti che rappresentano le differenti soglie di audibilità. I risultati dell'esame audiometrico consentono quindi di misurare con esattezza il grado della capacità auditiva e pertanto anche di identificare le caratteristiche dell'eventuale perdita dell'udito (ad es.: abbassamento della sensazione uditiva alle alte frequenze, abbassamento a tutte le frequenze, handicap uditivo).

· Prova di Weber - E' un esame dell'acuità uditiva dei due orecchi e che consente di individuare la localizzazione di una lesione. Viene effettuato per mezzo di un diapason applicato sulla parte mediana della fronte: il suono viene percepito più intensamente dal lato malato quando la lesione interessa l'orecchio medio, cioè l'apparato di conduzione; il suono viene invece percepito più intensamente dal lato sano quando la lesione è a carico dell'orecchio interno.

· Prova di Rinne - Questo esame consiste nel confronto fra la percezione aerea e la percezione cranica di uno stesso orecchio e viene effettuato mediante un diapason posto prima davanti all'orecchio e poi contro l'apofisi mastoide. Allo stato normale, il suono viene percepito meglio e più a lungo per via aerea; il suono viene invece percepito meglio per via cranica qualora siano presenti malattie dell'apparato di trasmissione.

· Prova di Corradi - Anche questo esame viene effettuato per mezzo di un diapason, che viene posto sulla mastoide. Allontanando il diapason appena il soggetto cessa di udire, e poi riponendolo sulla mastoide, si ha una percezione sonora secondaria: l'assenza di questa nuova percezione sonora indica una lesione labirintica.

 

 

 

L'inquinamento acustico

L'inquinamento acustico, com'è noto, rappresenta uno dei grandi problemi dei nostri tempi e che non riguarda più in senso stretto il solo ambito di produzione industriale ma, nel senso più esteso del termine, la "civiltà moderna". Una civiltà che attenta in modi sempre nuovi alla funzione uditiva e che in ciò finisce col costituire non solo un fattore di aggravamento del rischio di sordità per quella consistente fascia di popolazione rappresentata dagli anziani i quali, proprio a causa dell'età avanzata, vanno progressivamente soggetti a un naturale calo dell'udito, ma anche un fattore di sviluppo dello stesso rischio in fasce di popolazione di media età e - questo il grande campanello d'allarme - di età molto giovane. Grandi imputati, al riguardo, sono spesso i locali pubblici, e in particolare discoteche e vari palashow, per i frequentatori dei quali la lunga e ripetuta esposizione a suoni eccessivamente forti e violenti rappresenta, come da tempo denunciato dagli esperti, un fattore ambientale ad alto rischio per - principalmente ma non solo - la funzionalità uditiva. Altre situazioni 'ricreative' ad alto rischio per la funzione uditiva sono rappresentate, ad esempio, dagli sport motorizzati e dai fuochi d'artificio. L'elenco, naturalmente, potrebbe continuare ma ciò che è importante tenere presente è che l'esposizione specie non occasionale a rumori particolarmente forti è sempre un pericolo subdolo, anche quando i danni all'udito non si manifestino nell'immediato. Gli esperti, a tale riguardo, ricordano che la frequente o continua esposizione a livelli sonori superiori a 85 decibel può causare una perdita progressiva e grave dell'udito.

Se tale rischio per l'udito, nei casi poco sopra considerati, può in fondo essere tenuto sotto controllo con, sostanzialmente, un po’ di autocontrollo e con il cambiamento di dannose abitudini (quali, ad esempio, l'abitudine di restare a ballare nell'immediata vicinanza di una sorgente di forti suoni musicali o, similarmente, quella di restare per intere ore proprio sotto il palco di un concerto rock, l'abitudine di abusare di cuffie stereo, etc.), altri rischi che ugualmente possono compromettere il buono stato dell'udito sono assai difficilmente eludibili: il caso più classico è quello rappresentato dal rumore del traffico stradale (auto, motorini, mezzi pesanti, tram, etc.) che, specie in occasione delle ore di punta cittadine e nel bel mezzo di ingorghi, lascia certo poche vie di fuga a quanti vi si trovino coinvolti. Proprio sulla regolamentazione dell'inquinamento acustico da traffico stradale, la legge interviene, ormai quasi di anno in anno, fissando precisi limiti di tollerabilità per l'emissione di rumori prodotta dai veicoli di nuova generazione: una manovra correttiva molto importante, ove si consideri che nei paesi industrializzati la prima sorgente di inquinamento acustico è quella rappresentata, per l'appunto, dal traffico stradale.

Ma la regolamentazione dei rumori immessi nell'ambiente, e quindi dell'inquinamento acustico, è una materia molto complessa: oltre alla legge quadro sull'inquinamento acustico, L. 26 ottobre 1995 n. 447 (vd. nella stessa legge rimandi a D.P.C.M. 1 marzo 1991), il legislatore ha nel corso del tempo emanato diverse norme per la regolamentazione dello stesso fenomeno in ambienti ed ambiti specifici.

 

Fonti principali dell'inquinamento acustico:

traffico urbano / autoveicoli

impianti industriali

impianti e infrastrutture commerciali

cantieri

transito ferroviario

aeroplani

alcune tipi di locali pubblici (es. discoteche)

 

 

Effetti del rumore sulla salute

Fin qui il problema del rumore è stato evidenziato in relazione al suo effetto di danno sulla funzione uditiva: un effetto, come si è visto, misurabile e quantificabile. Ma il danno che può derivare da rumori forti, violenti, o comunque fastidiosi, è ben più ampio, comprendendo infatti un vasto ventaglio di altri possibili effetti: effetti fisiologici ed effetti sulla salute mentale. Fra i primi ricordiamo quelli che interessano il sistema cardiovascolare, il sistema nervoso centrale, il sistema neurologico, il sistema endocrino, il sistema immunitario, l'apparato respiratorio, quello digerente, e molti altri ancora. Fra i secondi, cioè fra gli effetti sulla salute mentale, sono compresi: ansia, nausea, mal di testa, stress emotivo, instabilità, impotenza sessuale, cambiamenti d'umore, aumento dell'aggressività e della conflittualità, e anche vari disturbi psichiatrici generali come nevrosi, psicosi, isterismo (dati WHO, 1999 - rif. World Health Organization, Berglund B., Lindvall T., Schwela D.H., - eds. - Guidelines for Community Noise, 1999 / fonte: ANPA, Agenzia Nazionale per la Protezione dell'Ambiente, Rassegna degli effetti derivanti dall'esposizione al rumore - Anna Callegari, Andrea Faschini - rif: RTI CTN-AGF 3/2000).

Per di più, si deve tenere presente che il disturbo, il fastidio, se non addirittura il dolore provocato dagli stessi rumori hanno un impatto sull'essere umano (come del resto in tutti gli esseri viventi) che varia a seconda della percezione individuale. In altre parole, nel problema dell'impatto del rumore sulla persona entrano in gioco varie componenti: una componente oggettiva (valutazione quantitativa della funzione uditiva), una componente solo parzialmente oggettiva (rappresentata da una certa difficoltà di valutazione globale del complesso, a volte vago ma pur sempre reale, dei disturbi fisiologici e psicofisiologici di vario tipo) e una componente di percezione soggettiva (difficilmente misurabile e quantificabile). La combinazione di tutte queste componenti, e quindi l'intreccio delle infinite variabili che ne consegue (variabili che, per quanto riguarda la percezione soggettiva, sono certo riconducibili anche alla soglia individuale di tolleranza verso gli stress esterni, a stati umorali e condizioni psicologiche particolari, e via dicendo) si presta ovviamente a riflessioni e considerazioni di grande interesse anche sul piano sociale. Essendo tale argomento non direttamente pertinente al tema che abbiamo voluto affrontare in queste pagine, basti qui accennare al fatto che il problema dei molteplici effetti sull'essere umano provocati dall'inquinamento acustico è diventato nel tempo oggetto di una precisa attenzione da parte tanto della scienza medica quanto del legislatore, giungendo infine ad avere un proprio statuto di dignità e di riconoscimento (pur sempre perfettibile parallelamente all'avanzare dei tempi e quindi delle conoscenze sulla gravità dell'intero stesso problema) che si estende al complesso concetto di "danno biologico".

 

 

Scala di lesività del rumore (*)

 

Gamma di rumore

Livello di pressione acustica [dB(A)]

Caratteristica del danno uditivo

a

0 - 35

Rumore che non arreca né fastidio né danno

b

36 - 65

Rumore fastidioso e molesto, che può disturbare il sonno e il riposo

g

66 - 85

Rumore che disturba ed affatica, capace di provocare danno psichico e neurovegetativo e in alcuni casi uditivo

d

86 -115

Rumore che produce danno psichico e neurovegetativo, che determina effetti specifici a livello auricolare e che può indurre malattia psicosomatica

e

116 - 130

Rumore pericoloso: prevalgono gli effetti specifici su quelli psichici e quelli neurovegetativi

x

131 - 150 e oltre

Rumore molto pericoloso: impossibile da sopportare senza adeguata protezione insorgenza immediata o comunque molto rapida del danno

 

(*) Elaborazione: Cosa M. - Nicoli M.

fonte: http://www.annunci-online.com/rumore/index.htm / Problematiche del rumore

vd. anche: Cosa M., Nicoli M., Valutazione e controllo del rumore e delle vibrazioni, Edizioni Scientifiche Associate ed., Roma, 1989

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Esposizione a rumore ed esiti sulla salute

Fonte: ANPA, Agenzia Nazionale per la Protezione dell'Ambiente, Rassegna degli effetti derivanti dall'esposizione al rumore - Anna Callegari, Andrea Faschini - rif. RTI CTN-AGF 3/2000.

 

 

 

 

Marina Palmieri

 

 

 

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Info Pubblicazioni:

- Bollettino Cardiologico N. 95, Aprile 2001

 

 

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