COMUNICARECOME
Portale di comunicazione
e d’informazione
indipendente
postmaster@comunicarecome.it
Promo |
RISCHI PER L'UDITO. LE MALATTIE DELL'ORECCHIO, GLI EFFETTI DELL'ESPOSIZIONE
AL RUMORE.
|
Promo |
SALUTE / DIVULGAZIONE SCIENTIFICA
____DALL’ARCHIVIO DI COMUNICARECOME____
LE MALATTIE DELL'ORECCHIO, GLI EFFETTI
DELL'ESPOSIZIONE AL RUMORE.
La perdita
parziale o totale dell'udito, com'è noto, è da sempre un fenomeno assai tipico
dell'età avanzata dacché, parallelamente all'avanzare degli anni, la capacità
uditiva va incontro a un calo naturale. Ma a prescindere dall'età possono
essere molte le cause che determinano l'indebolimento o l'abolizione completa
del senso dell'udito. E' ciò su cui indagheremo nella prima parte di questo
spazio, ove ci soffermeremo in particolare sulle varie malattie a carico
dell'orecchio che, specie se trascurate, possono finire col costituire un
rischio anche serio per la funzione uditiva.
L'ultima
parte sarà invece dedicata a quel particolare rischio ambientale per l'udito
rappresentato dall'esposizione (e sovraesposizione) ai rumori nocivi, rischio
che chiama in causa il problema dell'inquinamento acustico. Un problema grave,
come vedremo, che oltre ad avere ripercussioni sull'udito stesso può essere
responsabile di molti altri effetti sullo stato di salute generale degli
individui: effetti non solo fisiologici ma anche psicofisiologici e quindi -
come ormai ampiamente confermato da numerose ricerche internazionali - anche
effetti sulla salute mentale.
L'orecchio: un organo estremamente
complesso.
Organo dell'udito è l'orecchio, che è anche organo
dell'equilibrio. Nell'orecchio si distinguono tre parti che presiedono a
funzioni differenti:
- l'orecchio esterno, che raccoglie i suoni convogliandoli alla
membrana timpanica che si trova in fondo al meato acustico esterno. L'orecchio
esterno comprende il padiglione auricolare e il condotto uditivo; quest'ultimo
è un semplice conduttore del suono.
- l'orecchio medio, che tramite la catena degli ossicini trasmette
i suoni all'orecchio interno. L'orecchio medio si trova dietro il timpano (*)
e comprende il martello, l'incudine e la staffa; un udito normale richiede
l'integrità della catena degli ossicini, piccoli organi ai quali vengono
trasmesse attraverso il manico del martello le vibrazioni della membrana del
timpano, e che hanno spostamenti di portata molto limitata.
(*) Nella parte anteriore della cassa del timpano si trova l'apertura auricolare della tromba di Eustachio, canale auricolare di circa 35-40 mm. di lunghezza che all'altra estremità si apre sulla faringe (sopra il velo del palato). La tromba di Eustachio ha l'importante proprietà di consentire l'entrata dell'aria nell'orecchio medio stabilendo eguaglianza di pressione sulle due facce della cassa del timpano, che in tal modo può vibrare e quindi funzionare.
- l'orecchio interno, nel quale si trovano i recettori
specializzati per la registrazione dei suoni e i recettori dell'equilibrio.
L'orecchio interno ha una struttura estremamente complessa e si presenta come
una specie di sacco membranoso - il labirinto - riempito da un liquido
endolinfatico. Ricordiamo qui che il labirinto anteriore - coclea - possiede la
funzione acustica, mentre il labirinto posteriore contribuisce a mantenere
l'equilibrio del corpo. All'interno del canale cocleare si trova l'organo di Corti, organo sensoriale (comprendente migliaia di cellule
ciliate) che trasforma l'onda sonora in fenomeno fisiologico.
Sordità di conduzione (o di
trasmissione) e sordità neurosensoriali.
La sordità
è la perdita parziale oppure totale dell'udito. Generalmente la perdita
dell'udito è una conseguenza di malattie o di traumi esterni, mentre in altri
casi può essere dovuta a disfunzioni e malformazioni congenite, anche di
carattere ereditario.
Si distinguono due principali tipi di
sordità:
·
la sordità di conduzione,
o di trasmissione, caratterizzata dal
fatto che i suoni non riescono a raggiungere i recettori acustici; questo tipo
di sordità è uno degli effetti prodotti da malattie e ostruzioni dell'orecchio
esterno o dell'orecchio medio;
·
la sordità neurosensoriale,
dovuta a lesioni dell'orecchio interno, del nervo uditivo ("sordità di
percezione"), delle vie uditive centrali ovvero dei centri cerebrali
dell'udito ("sordità centrale").
Per ciò che riguarda le possibilità
terapeutiche, i problemi a carico dell'orecchio esterno e dell'orecchio medio e
che causano sordità possono in molti casi essere efficacemente risolti con
trattamenti di tipo chirurgico oltre che (per quanto riguarda la risoluzione
della malattia originaria) di tipo medico, con conseguente recupero o
miglioramento della stessa funzione uditiva. La condizione di sordità profonda
di tipo neurosensoriale non può, invece, trarre giovamento dagli stessi
trattamenti, mentre per le ipoacusie neurosensoriali l'unico rimedio attuale
può essere rappresentato dall'applicazione di protesi acustiche. Sola possibilità chirurgica nel caso di
alcune forme di sordità profonda bilaterale può essere rappresentata
dall'intervento di impianto cocleare, un dispositivo elettronico che traduce le
onde sonore in segnali elettrici che vengono trasmessi ad elettrodi impiantati
nella chiocciola e che però, producendo suoni duri, non naturali, presenta
sostanzialmente il vantaggio di facilitare la lettura labiale.
Riassumendo,
a poter essere trattare efficacemente con l'intervento chirurgico sono le
sordità trasmissive (sordità dovute a problemi dell'orecchio medio e
dell'interno, ovvero a quelle parti dell'orecchio che svolgono sostanzialmente
una funzione meccanica - di convoglio e trasmissione - dell'udito), come pure
le componenti trasmissive delle sordità miste.
Malattie dell'orecchio e sordità
In funzione della loro
localizzazione, oltre che naturalmente della loro gravità, le malattie
dell'orecchio possono influire in vari modi sulla capacità auditiva,
determinando una sordità parziale oppure una sordità totale.
Malattie
dell'orecchio esterno
Questo
primo gruppo di malattie include:
·
Malformazioni
congenite del padiglione e/o del condotto uditivo - es.: canale
uditivo di diametro troppo stretto o troppo spazioso; orecchio appiattito;
padiglione scostato dal cranio; orletto incompleto;
·
Malformazioni
acquisite - es.: deformazioni delle curvature del padiglione in
seguito a ematomi dovuti a travasi di sangue (caso abbastanza tipico è
l'ematoma dei pugili); lesioni alla cartilagine dovute a tagli e
ferite; malformazioni dovute a un'eccessiva produzione di tessuto riparatore,
spesso in seguito alle stesse lesioni da ferite; malformazioni dovute a
malattie particolari, come la tubercolosi cutanea;
·
Ostruzioni
del condotto uditivo da produzione di secrezione - tali
ostruzioni possono essere dovute, in particolare, a:
-
tappi di cerume (sono dovuti a un'esagerata formazione di
secrezione del cerume e, specie quando molto voluminosi, provocano il
sopravvenire di sordità, associato a ronzii e talvolta vertigini);
-
tappo epidermico (è dovuto a desquamazione delle cellule
dell'epidermide del condotto uditivo in seguito a una forte infiammazione di
quest'ultimo, e provoca ostruzione in quanto aderisce saldamente alle pareti
del condotto);
-
tappo crostoso (tappo particolarmente duro che può formarsi
anche dopo la guarigione di una suppurazione dell'orecchio medio quando ci sia
una secrezione latente che finisce col sedimentarsi e disseccarsi sul condotto
uditivo);
·
Infiammazioni - possono
essere dovute alle cause più diverse, incluse varie malattie dermatologiche (ad
esempio ascessi e foruncoli del condotto uditivo, oppure pitiriasi del
condotto, desquamazione che può talvolta essere provocata da funghi parassiti),
come pure geloni, ustioni e presenza di
corpi estranei nel condotto uditivo. Va tenuto presente che in molti casi
l'ostruzione dovuta a presenza di corpi estranei non provoca, all'inizio,
sintomi particolari e di per sé non è, in genere, pericolosa: richiede però
l'immediato intervento dello specialista per la rimozione, in quanto il corpo
estraneo può dar luogo a infiammazioni anche serie, con conseguente disturbo o
danno alla funzione uditiva. La presenza di corpi estranei nel condotto uditivo
è un'evenienza abbastanza frequente soprattutto nei bambini piccoli, quando ad
esempio durante il gioco finiscano con l'immettersi nell'orecchio piccoli
oggetti come punte di matita, bottoni, noccioli, e tuttavia non rara negli
adulti - caso tipico: l'entrata nell'orecchio di moscerini e altri piccoli
insetti).
Malattie
dell'orecchio medio
I danni
che le malattie dell'orecchio medio possono comportare sulla funzione uditiva
interessano in particolare la cassa timpanica e la tromba di Eustachio.
Offese a questi organi possono
essere provocate anche da fatti
puramente accidentali. Colpi e urti, ad esempio, possono provocare ferite
della membrana del timpano, ferite che se non interessano la catena degli
ossicini possono essere riparate in fretta senza lasciare sordità. Eventi più
traumatici che invece possono provocare lacerazioni della membrana del timpano
includono: l'introduzione nell'orecchio di oggetti appuntiti, un rumore
eccessivamente intenso, un violento schiaffo sull'orecchio, come pure sbalzi
bruschi e repentini della pressione atmosferica. In
quest'ultimo caso si parla propriamente di "barotraumatismo", un evento che può verificarsi in particolare
nel corso di un'immersione subacquea, durante un volo aereo o durante una
salita in alta montagna.
Il
risultato, quando l'orecchio sia per l'appunto sottoposto a importanti
variazioni pressorie, è quello di una forte compressione dell'aria del condotto
uditivo che comporta il rischio di scoppio della membrana timpanica,
accompagnato generalmente da scolo di sangue, immediata sordità, ronzi e spesso
vertigini. Gli effetti di sordità e ronzii possono diventare anche esiti
permanenti della lacerazione timpanica.
Anche a
prescindere dal rischio di conseguenze tanto gravi, l'esposizione a brusche
variazioni di pressioni rappresenta comunque un fenomeno sempre potenzialmente
dannoso, dacché la ridotta pressione d'aria nell'orecchio provoca un serio
processo infiammatorio della mucosa del timpano. Barotraumi timpanici ripetuti
nel tempo possono inoltre determinare irrigidimento della membrana del timpano
e stati di sordità anche permanenti. Va ricordato che in caso di rapidi
cambiamenti di altitudine si rivelano utili alcune semplici manovre di
compensazione - manovre cioè che aiutano a mantenere il normale passaggio
d'aria verso l'orecchio medio - quali la masticazione, la deglutizione, e la
classica manovra di Valsalva (sforzo bloccato di espirazione forzata,
effettuato a naso e a bocca chiusi, dopo un'inspirazione profonda).
≈
In molti
altri casi, i danni all'orecchio medio possono essere provocati direttamente da
processi infiammatori a carico dello
stesso organo, spesso associati a una malattia oppure conseguenti a una
malattia trascurata o non adeguatamente curata.
L'infiammazione
dell'orecchio medio - otite media -
può presentare diversi gradi di intensità e può avere diversi effetti sulla
funzione uditiva.
§
Otite
media acuta - E' un'infiammazione dell'orecchio medio con presenza di
essudato della cassa timpanica. I microorganismi principalmente riscontrati in
questo tipo di infiammazione appartengono a vari tipi di Streptococco.
Generalmente l'otite media acuta si sviluppa come conseguenza di un'ostruzione
tubarica, spesso legata a processi infiammatori o
allergici della mucosa tubarica oppure a disfunzioni delle pareti tubariche.
Più raramente, l'otite media acuta è provocata da introduzione traumatica di
batteri.
§
Otite
media catarrale acuta - è un'infiammazione dell'orecchio medio con presenza
di liquido mucoso o sieroso nella cassa del timpano. La presenza di questo
liquido è un effetto secondario di processi infiammatori a carico delle muscose
del naso e della faringe. L'otite media catarrale acuta può essere monolaterale
o, più spesso nei bambini (nei quali la stessa otite può essere dovuta a ipertrofia
adenoidea), bilaterale. I sintomi più tipici di questa malattia
comprendono: senso di pienezza e fastidio all'orecchio, un certo grado di
risonanza della propria voce (autofonia) e leggera sordità, dovuta
all'aumentata rigidità delle pareti della cassa del timpano che è causata dalla
riduzione di pressione nell'orecchio medio.
I trattamenti terapeutici includono sia quelli volti a rimuovere le cause
dell'otite stessa, sia quelli sintomatici volti a migliorare le condizioni di
ostruzione e di ventilazione dell'orecchio medio (es.. decongestionanti e
secretolici).
§
Otite
media purulenta acuta - Quella forma di otite media acuta può presentarsi
non solo durante una malattia infettiva ma anche nel corso di un raffreddore o
di un'influenza. L'otite media purulenta provoca fitte di dolore e sensazioni
di battito in fondo all'orecchio; la suppurazione, specie quando molto
abbondante, può produrre sordità momentanea anche pronunciata, che in alcuni
casi può diventare definitiva. Se
questo tipo di infiammazione viene trattato adeguatamente e tempestivamente, la
suppurazione può essere arrestata, la mucosa infiammata cicatrizzata e l'udito
può non restare compromesso e tornare come prima. Se invece trascurata, l'otite media purulenta può dar luogo alla
perforazione del timpano (perforazione seguita da fuoriuscita del liquido
racchiuso nella cassa del timpano) e, talvolta, alla distruzione della membrana
timpanica. Una complicanza particolarmente grave dell'otite media acuta
purulenta è la mastoidite: l'infiammazione dell'apofisi mastoide si manifesta
inizialmente con dolori vivi nel fondo dell'orecchio, febbre, aumento dello
scolo di pus e ispessimento dello stesso, indolenzimento della parte del cranio
situata dietro il padiglione e rigonfiamento delle pareti del condotto uditivo,
con conseguente restringimento del condotto medesimo. Sempre inizialmente,
questa malattia può essere risolta con trattamenti antibiotici, con buoni
risultati specie sulle complicazioni ossee e labirintiche; in molti casi è
invece indispensabile l'intervento chirurgico per favorire il drenaggio delle
secrezioni e per evitare che l'infiammazione si estenda alle meningi o al seno
laterale.
§
Otite
tubarica acuta - anche questa malattia può essere causata dl
un'infiammazione delle mucose del naso e della faringe; nei bambini, la stessa malattia
si riscontra spesso in concomitanza di adenoidi infette o ostruenti. L'otite
tubarica acuta è caratterizzata da congestione, retrazione della membrana del
timpano, secrezione. I sintomi più tipici sono rappresentati da acufeni (come
ronzio e sibilo), autofonia (risonanza fastidiosa della propria voce) e un
variabile grado di diminuzione dell'udito. Anche in questo caso il trattamento
è quello volto sia alla rimozione della causa (la malattia iniziale) sia quello
sintomatico. Nei casi cronici, inoltre, può rendersi necessario il trattamento
chirurgico per rimuovere il liquido che si è accumulato nell'orecchio medio.
Specie se trascurata o non adeguatamente curata, l'otite tubarica acuta può
danneggiare le ciglia (le ciglia
delle cellule il cui insieme forma l'organo di Corti) e pertanto inficiare
seriamente la funzione uditiva.
§
Otite
media acuta necrotizzante - è un'infiammazione la cui evoluzione, rapida e
fulminante, comporta distruzione tissutale dell'orecchio medio, del timpano e
degli ossicini, fino a perforazione centrale della membrana timpanica e
talvolta dell'intero timpano. Può verificarsi nella prima infanzia come, in
particolare, complicanza della scarlattina e del morbillo o come complicanza di
un'influenza. L'agente infettivo è lo streptococco beta-emolitico. La cura di
questa patologia dell'orecchio medio richiede l'immediato trattamento
antibiotico e in alcuni casi il trattamento chirurgico per rimuovere le zone di
necrosi ossea.
§
Otite
media catarrale cronica - questa patologia dell'orecchio medio fa seguito a
un'infiammazione acuta o cronica delle muscose del naso e della faringe, che si
trasmette alla tromba di Eustachio e poi alla cassa del timpano. In genere
colpisce i due orecchi, ma con intensità diversa. I sintomi prevalenti sono rappresentanti
da una sensazione di pienezza dell'orecchio e da ronzii d'orecchio molto
frequenti che possono diventare anche particolarmente forti e fastidiosi,
mentre in genere la sordità può stabilirsi in modo subdolo e graduale. Il
trattamento profilattico consiste nel non trascurare mai i catarri acuti o
cronici del naso o della faringe. Soprattutto nei bambini, un campanello
d'allarme può essere il classico 'tirar su' col naso e quindi la necessità di
soffiarsi il naso molto frequentemente, in quanto ciò potrebbe essere
indicativo della presenza e persistenza di catarro nel rinofaringe e quindi di
predisposizione a catarro cronico dell'orecchio.
§
Timpanosclerosi
- La sclerosi della cassa timpanica, quindi dell'organo di trasmissione, può essere dovuta sia a uno stato
cicatriziale conseguente a un'otite purulenta recidivante, sia a un processo
otitico adesivo insorto da un'otite catarrale con ostruzione cronica della
tromba di Eustachio. Nello sviluppo di questa malattia il tessuto cicatriziale
o il tessuto fibroso invade la cassa del timpano e finisce per inglobare gli
ossicini, senza però invadere il labirinto. La timpanosclerosi dà luogo a
sordità più o meno pronunciata, a ronzii anche intensi, e non di rado a
vertigini e nausea. Fattori che contribuiscono ad aggravare l'effetto di
sordità indotto dalla timpanosclerosi possono poi essere l'età avanzata e
alcune malattie, come l'arterioscleosi e l'ipertensione. Il trattamento può
includere l'operazione chirurgica di timpanoplastica, per la riparazione delle
lesioni cicatriziali timpaniche ed eventualmente anche delle lesioni della
catena degli ossicini.
Malattie dell'orecchio interno
Anche a
tale riguardo va ricordato che talvolta la perdita, parziale o totale,
dell'udito può essere causata da traumi particolarmente violenti quali, come
già ricordato, quelli prodotti da brusche variazioni pressorie: è questo
il caso di barotraumi dell'orecchio medio che possono causare barotraumi dell'orecchio medio, con
grave danno cocleo-vestibolare.
Malattie
dell'orecchio interno ad alto rischio anche per la funzione uditiva sono la
Vertigine di Ménière, la labirintosclerosi e la otospongiosi.
§
Vertigine
di Ménière - E' una forma della malattia o sindrome di Ménière dovuta a
turbe vascolari con ipertensione del liquido labirintico, e caratterizzata da
accessi bruschi di vertigini accompagnati da acufeni e sordità totale di durata
variabile. Una modalità particolare della Vertigine di Ménière è rappresentata
dalla sordità apoplettiforme, che dà luogo ad emorragia nei canali
semicircolari o nella chiocciola, vertigini particolarmente intense e
conseguente caduta con conservazione della coscienza. In alcuni casi in cui le
vertigini risultino assolutamente intrattabili, può essere indicata la
distruzione del labirinto membranoso con un intervento di criochirurgia o
applicazione di ultrasuoni. Qualora poi l'otite interna che interessa il
labirinto (labirintite) sia complicata da suppurazione, il quadro clinico della
malattia si aggrava ulteriormente con: condizione di sordità completa, nausee,
vomiti, nistagmo (movimenti oscillatori-rotatori del globo oculare), scomparsa
dei riflessi vestibolari e febbre. In questo caso è richiesto l'intervento
d'urgenza per lo svuotamento del labirinto.
§
Labintosclerosi
- la sclerosi del labirinto è una patologia che determina spesso
l'atrofia dell'organo di Corti, elemento essenziale dell'ascoltazione. A questa
patologia vengono riconosciute parecchie cause, fra le quali: traumi, violenti
rumori professionali, vecchiaia, nevrite del nervo acustico dovuta a infezione,
intossicazioni e, ancora, tumori delle fibre acustiche intracraniche. In
presenza di disturbi circolatori, la labirintosclerosi provoca, oltre
all'effetto principale della sordità, gli effetti di ronzii e disturbi
dell'equilibrio.
§
Otospongiosi
- L'otospongiosi è una malattia congenita caratterizzata dall'estensione
dell'ossificazione della parete interna della cassa del timpano che blocca
progressivamente il funzionamento della staffa, causando un'alterazione
dell'organo di Corti. L'otospongiosi provoca sordità bilaterale, accompagnata
talvolta da ronzii. È una malattia più frequente nella donna, compare nel
periodo della pubertà e può aggravarsi in occasione della gravidanza.
Gli esami
strumentali / Esame audiometrico ed esami acumetrici
L'esame
dell'udito può essere effettuato per mezzo di diversi strumenti e di differenti
prove. Ne ricordiamo qui alcuni tipi fra i più utilizzati.
· L'esame audiometrico - Col test
di audiometria si misura la soglia di audibilità di un soggetto per suoni
differenti di altezza. Tali suoni provengono da una stessa sorgente -
l'audiometro - e vengono fatti variare, per l'appunto, di altezza e di
intensità. L'altezza del suono è data dal numero di vibrazioni, e la sua
intensità dalla corrente che produce il suono stesso. Il soggetto che si
sottopone al test viene fatto accomodare in una cabina insonorizzata, dalla
pressione acustica interna di circa 25 decibel, e i suoni che via via vengono
fatti variare dal medico giungono ad esso attraverso delle cuffie. Le risposte
del soggetto vengono registrate sull'audiogramma, un grafico a curva che
evidenzia i punti che rappresentano le differenti soglie di audibilità. I
risultati dell'esame audiometrico consentono quindi di misurare con esattezza
il grado della capacità auditiva e pertanto anche di identificare le
caratteristiche dell'eventuale perdita dell'udito (ad es.: abbassamento della
sensazione uditiva alle alte frequenze, abbassamento a tutte le frequenze,
handicap uditivo).
· Prova di Weber - E' un esame dell'acuità
uditiva dei due orecchi e che consente di individuare la localizzazione di una
lesione. Viene effettuato per mezzo di un diapason applicato sulla parte
mediana della fronte: il suono viene percepito più intensamente dal lato malato
quando la lesione interessa l'orecchio medio, cioè l'apparato di conduzione; il
suono viene invece percepito più intensamente dal lato sano quando la lesione è
a carico dell'orecchio interno.
· Prova di Rinne - Questo esame consiste
nel confronto fra la percezione aerea e la percezione cranica di uno stesso
orecchio e viene effettuato mediante un diapason posto prima davanti
all'orecchio e poi contro l'apofisi mastoide. Allo stato normale, il suono
viene percepito meglio e più a lungo per via aerea; il suono viene invece
percepito meglio per via cranica qualora siano presenti malattie dell'apparato
di trasmissione.
· Prova di Corradi - Anche questo esame viene
effettuato per mezzo di un diapason, che viene posto sulla mastoide.
Allontanando il diapason appena il soggetto cessa di udire, e poi riponendolo
sulla mastoide, si ha una percezione sonora secondaria: l'assenza di questa
nuova percezione sonora indica una lesione labirintica.
L'inquinamento acustico
L'inquinamento
acustico, com'è noto, rappresenta uno dei grandi problemi dei nostri tempi e
che non riguarda più in senso stretto il solo ambito di produzione industriale
ma, nel senso più esteso del termine, la "civiltà moderna". Una
civiltà che attenta in modi sempre nuovi alla funzione uditiva e che in ciò
finisce col costituire non solo un fattore di aggravamento del rischio di
sordità per quella consistente fascia di popolazione rappresentata dagli
anziani i quali, proprio a causa dell'età avanzata, vanno progressivamente
soggetti a un naturale calo dell'udito, ma anche un fattore di sviluppo dello
stesso rischio in fasce di popolazione di media età e - questo il grande
campanello d'allarme - di età molto giovane. Grandi imputati, al riguardo, sono
spesso i locali pubblici, e in particolare discoteche e vari palashow, per i
frequentatori dei quali la lunga e ripetuta esposizione a suoni eccessivamente
forti e violenti rappresenta, come da tempo denunciato dagli esperti, un
fattore ambientale ad alto rischio per - principalmente ma non solo - la
funzionalità uditiva. Altre
situazioni 'ricreative' ad alto rischio per la funzione uditiva sono
rappresentate, ad esempio, dagli sport motorizzati e dai fuochi d'artificio.
L'elenco, naturalmente, potrebbe continuare ma ciò che è importante tenere
presente è che l'esposizione specie non occasionale a rumori particolarmente
forti è sempre un pericolo subdolo, anche quando i danni all'udito non si
manifestino nell'immediato. Gli esperti, a tale riguardo, ricordano che la frequente o continua esposizione a
livelli sonori superiori a 85 decibel può causare una perdita progressiva e
grave dell'udito.
Se tale rischio per l'udito,
nei casi poco sopra considerati, può in fondo essere tenuto sotto controllo
con, sostanzialmente, un po’ di autocontrollo e con il cambiamento di dannose abitudini
(quali, ad esempio, l'abitudine di restare a ballare nell'immediata vicinanza
di una sorgente di forti suoni musicali o, similarmente, quella di restare per
intere ore proprio sotto il palco di un concerto rock, l'abitudine di abusare
di cuffie stereo, etc.), altri rischi che ugualmente possono compromettere il
buono stato dell'udito sono assai difficilmente eludibili: il caso più classico
è quello rappresentato dal rumore del traffico stradale (auto, motorini, mezzi
pesanti, tram, etc.) che, specie in occasione delle ore di punta cittadine e
nel bel mezzo di ingorghi, lascia certo poche vie di fuga a quanti vi si
trovino coinvolti. Proprio sulla regolamentazione dell'inquinamento acustico da
traffico stradale, la legge interviene, ormai quasi di anno in anno, fissando
precisi limiti di tollerabilità per l'emissione di rumori prodotta dai veicoli
di nuova generazione: una manovra correttiva molto importante, ove si consideri
che nei paesi industrializzati la prima sorgente di inquinamento acustico è quella
rappresentata, per l'appunto, dal traffico stradale.
Ma la
regolamentazione dei rumori immessi nell'ambiente, e quindi dell'inquinamento
acustico, è una materia molto complessa: oltre alla legge quadro
sull'inquinamento acustico, L. 26 ottobre 1995 n. 447 (vd. nella stessa legge
rimandi a D.P.C.M. 1 marzo 1991), il legislatore ha nel corso del tempo emanato
diverse norme per la regolamentazione dello stesso fenomeno in ambienti ed
ambiti specifici.
Fonti principali dell'inquinamento acustico:
traffico
urbano / autoveicoli
impianti
industriali
impianti e
infrastrutture commerciali
cantieri
transito
ferroviario
aeroplani
alcune tipi
di locali pubblici (es. discoteche)
Effetti del rumore sulla salute
Fin qui il
problema del rumore è stato evidenziato in relazione al suo effetto di danno
sulla funzione uditiva: un effetto, come si è visto, misurabile e
quantificabile. Ma il danno che può derivare da rumori forti, violenti, o
comunque fastidiosi, è ben più ampio, comprendendo infatti un vasto ventaglio di
altri possibili effetti: effetti fisiologici ed effetti sulla salute mentale.
Fra i primi ricordiamo quelli che interessano il sistema cardiovascolare, il
sistema nervoso centrale, il sistema neurologico, il sistema endocrino, il
sistema immunitario, l'apparato respiratorio, quello digerente, e molti altri
ancora. Fra i secondi, cioè fra gli effetti sulla salute mentale, sono
compresi: ansia, nausea, mal di testa, stress emotivo, instabilità, impotenza
sessuale, cambiamenti d'umore, aumento dell'aggressività e della
conflittualità, e anche vari disturbi psichiatrici generali come nevrosi,
psicosi, isterismo (dati WHO, 1999 - rif. World Health Organization, Berglund B., Lindvall
T., Schwela D.H., - eds. - Guidelines for
Community Noise, 1999 / fonte: ANPA, Agenzia Nazionale per la Protezione
dell'Ambiente, Rassegna degli effetti
derivanti dall'esposizione al rumore - Anna Callegari, Andrea Faschini -
rif: RTI CTN-AGF 3/2000).
Per di più, si deve tenere presente che il disturbo, il fastidio, se non addirittura il dolore provocato dagli stessi rumori hanno un impatto sull'essere umano (come del resto in tutti gli esseri viventi) che varia a seconda della percezione individuale. In altre parole, nel problema dell'impatto del rumore sulla persona entrano in gioco varie componenti: una componente oggettiva (valutazione quantitativa della funzione uditiva), una componente solo parzialmente oggettiva (rappresentata da una certa difficoltà di valutazione globale del complesso, a volte vago ma pur sempre reale, dei disturbi fisiologici e psicofisiologici di vario tipo) e una componente di percezione soggettiva (difficilmente misurabile e quantificabile). La combinazione di tutte queste componenti, e quindi l'intreccio delle infinite variabili che ne consegue (variabili che, per quanto riguarda la percezione soggettiva, sono certo riconducibili anche alla soglia individuale di tolleranza verso gli stress esterni, a stati umorali e condizioni psicologiche particolari, e via dicendo) si presta ovviamente a riflessioni e considerazioni di grande interesse anche sul piano sociale. Essendo tale argomento non direttamente pertinente al tema che abbiamo voluto affrontare in queste pagine, basti qui accennare al fatto che il problema dei molteplici effetti sull'essere umano provocati dall'inquinamento acustico è diventato nel tempo oggetto di una precisa attenzione da parte tanto della scienza medica quanto del legislatore, giungendo infine ad avere un proprio statuto di dignità e di riconoscimento (pur sempre perfettibile parallelamente all'avanzare dei tempi e quindi delle conoscenze sulla gravità dell'intero stesso problema) che si estende al complesso concetto di "danno biologico".
Scala di
lesività del rumore (*)
Gamma di rumore |
Livello di pressione acustica [dB(A)] |
Caratteristica
del danno uditivo |
a |
0 - 35 |
Rumore che non arreca né fastidio né danno |
b |
36 - 65 |
Rumore fastidioso e molesto, che può disturbare il sonno e
il riposo |
g |
66 - 85 |
Rumore che disturba ed affatica, capace di provocare danno
psichico e neurovegetativo e in alcuni casi uditivo |
d |
86 -115 |
Rumore che produce danno psichico e neurovegetativo, che
determina effetti specifici a livello auricolare e che può indurre malattia
psicosomatica |
e |
116 - 130 |
Rumore pericoloso: prevalgono gli effetti specifici su
quelli psichici e quelli neurovegetativi |
x |
131 - 150
e oltre |
Rumore molto pericoloso:
impossibile da sopportare senza adeguata protezione insorgenza immediata o
comunque molto rapida del danno |
(*) Elaborazione: Cosa M. - Nicoli M.
fonte: http://www.annunci-online.com/rumore/index.htm / Problematiche del rumore
vd. anche: Cosa M., Nicoli M., Valutazione e controllo del rumore e delle vibrazioni, Edizioni Scientifiche Associate ed., Roma, 1989
________________________________________________________________________
Esposizione a rumore ed esiti sulla salute
Fonte: ANPA, Agenzia Nazionale
per la Protezione dell'Ambiente, Rassegna
degli effetti derivanti dall'esposizione al rumore - Anna Callegari, Andrea
Faschini - rif. RTI CTN-AGF 3/2000.
Marina Palmieri
-----------------------------
-
Bollettino Cardiologico N. 95, Aprile 2001
< Back to Area Salute/Divulgazione Scientifica: Selezione e Indice (articoli, servizi, interviste)
●
▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬
●
▀▄▀▄▀▄▀
Mappa CATALOGO - Libri,
DVD, CD - CERCA
per ARGOMENTO e per TEMI SPECIFICI >>>
▀▄▀▄▀▄▀
www.COMUNICARECOME.it Resp.: Marina Palmieri All rights reserved - Tutti i diritti riservati |
Back to Home
Back to Inizio pagina corrente