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Incredibile ma vero
C’è chi dice che davanti a una pellicola dell’horror non ha che una reazione: quella di ridacchiare. Perché, tanto, si sa che si tratta di un film. Peccato, ho sempre pensato, si perde il più bello. Perché un film è la rappresentazione di una possibilità, che esiste seppure allo stato di latenza. Se così non fosse, la creatività e l’arte dovrebbero essere bandite col pretesto che non fotografano la realtà ma la immaginano con la complicità della fantasia. E con esse il gioco: eppure non c’è cosa al mondo che faccia arrabbiare di più un bambino quanto l’essere ridicolizzato nei giochi che inventa, nelle fantasie che adopera, mentre è proprio nel gioco che il bambino esperimenta e prova se stesso.
Così è esattamente per l’adulto che, pur usando mezzi più sofisticati per la sua creatività, sperimenta la realtà per modificarla ogni volta. È in questo modo che sono nate, del resto, tante scoperte e invenzioni fondamentali: dall’intuizione di un gioco. E torniamo alle suggestioni da film: il fazzoletto intriso di lacrime (la commozione), gli incubi di lunghe notti (l’angoscia), l’urlo che ci fa saltare sulla poltrona (il terrore) sono reazioni innegabilmente vere. Se si pensasse che il film è solo sciocca menzogna, perché mai tanto incontrollabile coinvolgimento? È evidente che si reagisce perché si percepisce che la scena è una parte di realtà possibile. È la stessa convinzione per la quale, anni fa, più di un bambino negli Stati Uniti, volendo imitare le gesta di Super Man, spiccò il salto da un grattacielo e naturalmente si schiantò a terra e morì. Questo (che è un caso-limite, ovviamente) significa forse che il film è per l’appunto solo illusione? No, paradossalmente significa proprio il contrario: perché è comunque fisicamente possibile gettarsi da un grattacielo ma dipende poi se in basso c’è un tendone, una piscina, oppure l’asfalto.
Ugualmente è possibile, come in certi film, vivere passionali storie d’amore. dipende poi dagli umori e dagli eventi che intervengono come va a finire. Anche trovarsi davanti a un maniaco con un coltello in mano, come in un film dell’horror, potrebbe accadere a ciascuno di noi e, anche in questo malaugurato caso, potrà accadere di tutto, che il maniaco abbia un crollo psichico, che si riesca a schivare il colpo, che nel frattempo accorra qualcuno. Un film, allora, non ci garantisce certo l’esito di una vicenda, però ce la prospetta come possibile. Sarà poi proprio la realtà che di fronte al verificarsi di quella vicenda dovrà mettere in gioco le sue reazioni e cautele, ingegnarsi per qualche risoluzione: modificando, proprio come un film, le forme e i limiti dell’esistenza e superando, a sua volta, la fantasia.
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- l’Informatore Vigevanese, 25 luglio 1996
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