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SATURA Associazione Culturale – GENOVA, Palazzo Stella

SEI MOSTRE IN CONTEMPORANEA.

 

Inaugurazione sabato 20 0ttobre 2007.

 

 

SATURA Associazione Culturale

centro per la promozione e la diffusione delle arti

Piazza Stella 5/1, 16123 Genova  -  tel/fax: 010.246.82.84 // 010.66.29.17  -  cell.338.291.62.43

e-mail: info@satura.it  -  http:// www.satura.it

 

Comunicato stampa - Rif.:

1) <MITO, SENSO, PASSIONE> (opere 1979 – 2002) - Il carisma del segno nelle mitologie di Gino Fossali  / mostra personale postuma a cura di Giorgio Seveso  >>

2) < REALISMO MAGICO > mostra personale di Maria Pia Demicheli  / a cura di Luigi Tola  >>

3) <DISEGNI> Emilio Scanavino - George Mathieu / a cura di Mario Napoli  >>

4) <JANG SAE WOOK> mostra personale / a cura di Susanna Ragionieri  >>

5) <BYUNJAEBONG> mostra personale / a cura di Piero Marchetti >>

6) <LE FINESTRE DELLA MENTE> mostra personale di Raffaella Bisio / a cura di Giannina Scorza >>

 

 

 

sabato 20 ottobre 2007 ore 17:00

sala maggiore - inaugurazione

 

< MITO, SENSO, PASSIONE > (opere 1979 – 2002)

Il carisma del segno nelle mitologie di Gino Fossali

 

mostra personale postuma a cura di Giorgio Seveso

 

aperta fino al 7 novembre 2007

dal martedì al sabato ore 16:30 - 19:00

chiuso lunedì e festivo

 

Genova, SATURA Associazione Culturale

  

L’Associazione culturale SATURA propone al pubblico genovese l’antologica del pittore Gino Fossali, MITO, SENSO E PASSIONE. Il carisma del segno nelle mitologie di Gino Fossali. La mostra, già esposta ad Atene nel 2005 dall’Istituto Italiano di Cultura in Atene, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune presso il Centro Culturale, Akadimias 50, è stata successivamente proposta a Milano dal Settore Beni Culturali della Provincia di Milano presso lo Spazio Guicciardini nel gennaio del 2007. Un omaggio al pittore, prematuramente scomparso, la cui opera costituisce una rivisitazione, peraltro assai personale e affascinante del Mito della Grecia antica. Si tratta di circa cinquanta opere, fra dipinti e disegni che documentano un arco di tempo che va dalla fine degli anni Settanta al 2002, anno della scomparsa del pittore, e che raccontano la sua passione per i miti greci e i loro retroscena sempre attuali.

Le “apparizioni” di Fossali: Niobe, Giacinto, Prometeo, la Pizia di Delfi, Dioniso, baccanti, ninfe, satiri e sileni: immagini evocate nella loro eterna presenza ci conducono nel mondo magico dell’artista per il quale immergersi nel Mito è sentito come bisogno di cercare nelle nostre radici più antiche per meglio esplorare la realtà di oggi, stabilire un contatto tra l’uomo e l’universo e rispondere ai problemi esistenziali di sempre. In particolare nelle opere dell’ultimo decennio, il pittore raggiunge esiti di rara intensità cromatica, anche attraverso una raffinata tecnica del pastello a olio, dove al carisma del segno si fonde un confronto sapiente di colori turchesi, gialli, verdi e violetti, in armoniose ed equilibrate composizioni di straordinaria espressività, alcune ad alto contenuto di erotismo, tratteggiate da una pittura fra l’informale e il visionario.

 

Gino Fossali (Pieve di Cadore-Bl, 1940-2002, St Etienne-F). Formatosi nell’ambiente milanese delle avanguardie, in particolare del realismo esistenziale, si diploma al Liceo Artistico e frequenta all’Accademia di Brera il Corso Triennale del Nudo. La sua ricerca, muovendo da un linguaggio espressionista si concentra su alcune tematiche sociali e sul disagio esistenziale. Mostre principali: “Vajont: 9 ottobre 1963”, Venezia, 1965, “Aspetti della Ricerca figurativa 1970-83”, Rotonda della Besana , promossa dal Comune di Milano e a cura dell’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università Statale. Verso la fine degli anni 70, l’interesse letterario per il Mito, i frequenti e appassionati viaggi in Grecia, l’incontro con il regista Theodoros Anghelopoulos conducono l’artista a elaborare una nuova fase di ricerca, che si accompagna anche a un mutamento della gamma cromatica, feconda di opere di felice invenzione: “Mito e realtà”, Nauplia (Grecia), 1979, “La Pythia”, alla Galleria Ciovasso, Milano 1998 e al Salon des Expositions, Comune di Le Lavandou (Francia), 1999. Il pittore, come tanti artisti del 900, affascinato dal Mezzogiorno della Francia si trasferisce a Le Lavandou per molti mesi all’anno, dove si apre l’ultima, intensissima stagione di grande creatività, ricca di opere di straordinaria bellezza – “meravigliose fantasmagorie”. Fossali, socio del Museo della Permanente dal 1981, riceve, nel 1980, l’Ambrogino d’oro dal Comune di Milano. Oltre alle mostre personali, ha partecipato a circa 120 esposizioni collettive e interventi pubblici. Il pittore è proposto in varie pubblicazioni artistiche e culturali e sue opere si trovano in collezioni private e musei in Italia e all’estero.

 

Approfondimento - Estratto dell’Introduzione al Catalogo a cura di Giorgio Seveso

 

“Le sue opere, i suoi temi, le sue trasfigurazioni fanno di lui un artista di crepitante spessore lirico, di complessa ricchezza interiore. Appare evidente la simultaneità con la quale nella sua immaginazione intervengono piani diversi e tra loro lontani di dimensione temporale, epoche e fasi differenti nella storia degli uomini, che nel flusso del segno e del colore coincidono in una lettura esclusiva, in una cronaca unica e sensibile dell’eternità delle emozioni umane. È qui del resto la chiave più preziosa per comprendere l’attaccamento e la passione di Fossali al tema del Mito: un tema che non è solo il fiorire pieno e libertario dei sensi consentito dalla purezza della classicità, dalla divina ed erotica innocenza sorgiva di una eterna età dell’oro, ma che anche consiste, invece, nell’accostare alla vertigine di tale âge d’or le consapevolezze più allertate del presente, la coscienza ironica o dolorosa, grottesca o irridente, delle infinite contraddizioni legate a questa nostra epoca di costernanti e inaudite alienazioni.

Dionisiaco e insieme apollineo dunque, il suo sguardo narrante trova e ricrea le immagini mitiche del nostro antico passato celebrando un’appassionata critica al presente. E tra le sue mani ecco quindi che l’Olimpo torna a essere la piazza quotidiana dei nostri affanni e delle nostre passioni, specchio trasfigurato e trasfigurante in cui si sciolgono le vicende di un’anima sensibile, inquieta e appassionata come quella del nostro autore, tra luce lirica e verità filosofica, tra metafora e interpretazione esistenziale. Una poetica sospesa tra impegno, Mito e vertigine di bellezza.

Mettere al centro della sua officina poetica e del suo rovello pittorico suona per Fossali come allegoria polemica nei confronti delle ragioni e dei valori del presente. Suona come metafora umorosa dei nostri umori come giudizio morale nei confronti della morale dell’Occidente contemporaneo, delle sue decadenze. Suona, insomma come il portato di una tensione etica, come il distillato di un lavorìo dell’immaginario sulla cronaca rumorosa e scrosciante di quella realtà quotidiana che tutti oggi circonda, connota, condiziona.

Ma il Mito è anche, contemporaneamente la passione, la liberazione della carne e dei sensi che si esaltano e si ritrovano nel loro stesso gentile delirio satireggiante. È un secondo punto fermo, una seconda chiave nella lettura della sua opera, segnata, di tutta evidenza, dalla liricità dei sensi carnali: un’intonazione panica, un erotico fervore, talvolta esplicito e vigorosamente dichiarato, talaltra invece soltanto allusivo, presiede ai meccanismi della narrazione figurale. E allora, come per una sorta di sensibilità veggente, di intuizione metapsichica, queste commozioni amorose ci invitano a una complicità tanto ambigua quanto allegra e rasserenante.

Il Mito, nella imagerie di Fossali, consiste dunque in una sorta di teatro dell’oggi, un palcoscenico percorso dalla fervida attualità delle cose, sospeso in una luce vagamente acida e felpata, fuori dal tempo eppure sempre presente, splendidamente, alla vita”. 

 

 

 

 

sabato 20 ottobre 2007 ore 17:00

sala prima - inaugurazione

 

<  REALISMO MAGICO >

mostra personale di Maria Pia Demicheli

 

a cura di Luigi Tola

 

aperta fino al 7 novembre 2007

dal martedì al sabato ore 16:30 - 19:00

chiuso lunedì e festivo

 

Genova, SATURA Associazione Culturale

 

Con il Patrocinio di Provincia e Comune di Genova, s’inaugura, nella sede dell’Associazione Culturale Satura (Piazza Stella  5/1), sabato 20 ottobre 2007 alle ore 17:00, la mostra personale < Realismo magico > di Maria Pia Demicheli. A cura di Luigi Tola.

 

La vita, talvolta, svela delle sorprese, ed è capace di svelare orizzonti che fino a quel momento se ne stavano nascosti e velati, nascosti nel profondo del corpo e dell’anima.

Capita così, è capitato, ancora una volta, e non credo che sarà l’ultima, che qualcuno di noi ha vissuto un’intera vita, almeno una larga parte di questa, dentro la faticosa e necessaria banalità dell’esistere, legato alla ruota del fare, del mangiare, del lavoro, del navigare nel grande mare della vita e dell’esistere, dell’essere, del persistere nella nostra inevitabile corteccia biologica che raccoglie, che ci lega e protegge, costringendoci, certo dentro i binari sicuri del quotidiano, che ci forma, che ci fa, tutto sommato, quello che siamo.

Maria Pia s’è come aperta, rivelata, ha rivelato, anzi, ora, quel segno magico dell’arte e della poesia che aveva gelosamente nascosto e, che era già lì dentro il suo corpo di donna , come la farfalla che esce dalla crisalide e prende il volo.

Ecco quei trasalimenti, quei segni, quelle emozioni, che c’erano, che lei conservava dentro, che stentavano, o che pudicamente celava dentro l’anima, finalmente riuscivano a venirne fuori, a farsi, a diventare segno, forma, colore.

Certo Maria Pia covava da sì lungo suo tempo, nella nicchia intima e misteriosa della sua pelle e della sua coscienza, l’embrione di quella poesia e di quei segni magari accarezzandoli, ma dovevano venir fuori, nascere, rompere la dura corteccia del quotidiano e venire alla luce. Farsi.

Erano ancora informi, sospesi tra veglia e sonno, tra desiderio e bisogno affettuoso di giungere alla tangibilità, erano allora dunque proprio sospesi nell’ovattata dimensione onirica, vicina, ma tuttavia sempre nascosta e non realizzata.

Ora, finalmente, quel lungo sogno, quella lunga attesa, sta realizzando le forme antiche d’ogni liberazione, le forme, i segni, le voci dell’arte e della poesia, le forme della tenerezza, del vento, dell’aria, dell’acqua che scorre, che scorre per arrivare al mare.

Sulle tele di Maria Pia si materializzano sogni, quei sogni così a lungo coltivati, nelle minuzie tenere di episodi di vita apparentemente scialbi, ma colmi di senso e di significato, con incredibile sapienza artigianale d’un consumato artista.

 

 

 

 

sabato 20 ottobre 2007 ore 17:00

sala colonna – inaugurazione

 

< DISEGNI >

Emilio ScanavinoGeorge Mathieu

 

a cura di Mario Napoli

 

aperta fino al 24 maggio 2008

dal martedì al sabato ore 16:30 – 19:00

chiuso lunedì e festivi

 

Genova, SATURA Associazione Culturale

 

Con il Patrocinio di Provincia e Comune di Genova, s’inaugura, nella sede dell’Associazione Culturale Satura (Piazza Stella 5/1), sabato 20 ottobre 2007 alle ore 17:00, la mostra Disegni. Opere uniche di George Mathieu ed Emilio Scanavino. A cura di Mario Napoli. 

 

A tredici anni dall’apertura (19 febbraio 1994), SATURA rende omaggio ai grandi maestri dell’arte contemporanea proponendo uno spazio dedicato interamente alla grafica ed alle opere d’autore con incursioni sui giovani talenti. Lo spazio dedicato affiancherà i cinque spazi già attivi permettendo una maggiore fruibilità tra le tematiche contemporanee, gli autori affermati, i giovani talenti ed i maestri storici italiani ed internazionali.

George Mathieu nato a Boulogne sur Mer, nel 1921, dopo aver studiato diritto e filosofia consegue la laurea in inglese, che gli consentirà, dopo la guerra, di lavorare a Parigi, come responsabile delle pubbliche relazioni per la compagnia marittima americana U.S. Lines. Comincia a dipingere quadri non figurativi nel 1942, praticando un’astrazione libera e gestuale. A partire dal 1947, si fa notare per la sua applicazione del colore direttamente dal tubetto. Nel vivo del dibattito teorico, organizza diverse mostre in favore dell’Abstraction Lyrique, di cui diventa l’ardente paladino. Questa nuova astrazione, gestuale, lirica, informale o “tachiste”, si spoglia delle tradizioni e delle regole fino ad allora predominanti, per mettere in primo piano i fenomeni puramente pittorici. Il pensiero filosofico del tempo contribuiva a sostenere le convinzioni degli artisti impegnati a sviluppare una forma di pittura gestuale, a vivere l’esperienza pittorica in modo nuovo, con un coinvolgimento corporeo totale. Mathieu sarà il primo ad imporre la gestualità all’interno della Scuola di Parigi, prima del 1950, dando il proprio contributo analogamente a Fautrier, Hartung, Wols, Soulages, ma anche ai pittori della Scuola di New York, in un momento in cui gli scambi tra le due capitali erano inesistenti. Il suo lavoro per le U.S. Lines gli consente di tenersi informato sui movimenti di avanguardia che si sviluppano sulla scena artistica newyorkese attraverso l’Action Painting. È il primo ad essere consapevole delle affinità tra la pratica dell’astrazione lirica e l’espressionismo astratto e a mettersi in contatto con le gallerie americane.

 

Emilio Scanavino nasce nel 1922 a Genova. Alla fine degli anni trenta frequenta il liceo artistico e nel 1942 si iscrive alla facoltà di architettura di Milano, studi che deve interrompere perché richiamato alle armi. L'otto settembre 1943 abbandona l'esercito e si rifugia sulle montagne della Liguria, dove rimane fino alla fine del conflitto. Nel 1946 sposa Giorgina Graglia, conosciuta al liceo artistico, che gli darà due figli, Sebastiano e Paola.

Risale al 1950 la prima presenza alla Biennale di Venezia, che lo vedrà presente anche negli anni 1954, 1958, 1960 (invito con sala personale), 1966. Nel 1951 tiene una mostra personale alla galleria Apollinaire di Londra; in questi anni entra in contatto e stringe amicizia con Fontana, Capogrossi, Jorn, Corneille, Matta, Appel, Lam, ed ancora Dova, Crippa, Baj, Dangelo, Fabbri. Determinanti nel 1957 i primi contratti con i mercanti Carlo Cardazzo e Peppino Palazzoli, che gli consentono di dedicarsi esclusivamente all'arte. Nel 1958 si trasferisce a Milano con la famiglia. Nel 1962 acquista una casa a Calice Ligure dove allestisce lo studio ed un laboratorio per la ceramica.

Tra le innumerevoli mostre personali, si ricorda la grande mostra antologica del 1973 allestita nella Kunsthalle di Darmstadt, trasferita nello stesso anno a Venezia a Palazzo Grassi e, nel 1974, a Milano a Palazzo Reale. Muore a Milano il 28 novembre del 1986.

 

 

 

 

sabato 20 ottobre 2007 ore 17:00

sala cisterna - inaugurazione

 

<  JANG SAE WOOK >

mostra personale

 

a cura di Susanna Ragionieri

 

aperta fino al 7 novembre 2007

dal martedì al sabato ore 16:30 - 19:00

chiuso lunedì e festivo

 

Genova, SATURA Associazione Culturale

 

Con il Patrocinio di Provincia e Comune di Genova, s’inaugura, nella sede dell’Associazione Culturale Satura (Piazza Stella  5/1), sabato 20 ottobre 2007 alle ore 17:00, la mostra personale di Jang Sae Wook . A cura di Susanna Ragionieri.

 

Forme che germogliano nell’aria, levigate e limpide nei loro movimenti naturali e semplici - ora di slancio, ora di crescita silenziosa, ora di attesa serena -; hanno titoli come Armonia della natura, Il pensiero dell’ambiente, Nostalgia, La musica dell’amore. Guardandole ci si lascia trasportare in un raffinato universo organico che ricorda le forme di Arp, un mondo saturo di echi musicali, insieme placido e pacifico.

Ed è proprio l’armonia, sottile, fragile, moderna, mai ironica, il centro della ricerca di Jang Sae Wook, giovane artista coreano giunto a Firenze nel 2002 con un solido background tecnico che lo aveva reso già esperto scultore figurativo.

Da quella figurazione innestata di organismi vegetali e animali, animata da un leggero rovello surrealista che poteva ricordare i pensieri di Novello Finotti o di Jean Fabre, Jang ha però compiuto in questi ultimi anni un deciso allontanamento. Già ne Il pensiero dell’ambiente del 2003 scava e trafora una forma sempre più stilizzata ponendole al centro il vuoto, punto di forza della tradizione orientale; a poco a poco le forme perdono in rigidezza acquistando una loro più spontanea e naturale libertà. “Pensieri nuovi”, come dichiara l’artista, con qualcosa d’antico: è l’amore per la materia di cui Jang non cessa mai di ascoltare la voce, sia quella del bronzo ma soprattutto quella del marmo polito e levigato come un avorio o una giada. Questo sentimento lo guida sulla difficile via di un legame con il passato e la tradizione, diffondendo quel profumo di pace che egli si è proposto come meta da raggiungere.

 

 

 

 

sabato 20 ottobre 2007 ore 17:00

sala pozzo - inaugurazione

 

< BYUNJAEBONG>

mostra personale

 

a cura di Piero Marchetti

 

aperta fino al 7 novembre 2007

dal martedì al sabato ore 16:30 - 19:00

chiuso lunedì e festivo

 

Genova, SATURA Associazione Culturale

 

Con il Patrocinio di Provincia e Comune di Genova,s’inaugura, nella sede dell’Associazione Culturale Satura (Piazza Stella 5/1), sabato 20 ottobre 2007 alle ore 17:00, la mostra personale di Byun Jaebong. A cura di Piero Marchetti.

 

Conosco Byun Jaebong da poco più di un anno, frequentandogli storici laboratori di scultura dell’Accademia.

Da subito mi ha colpito la sua semplicità, il modo gentile e nobile nel porsi agli altri. Scultore dotato di capacità tecniche di eccellenza nella lavorazione dei marmi, pietre e graniti accompagnate ad una poetica artistico-espressiva che non è mai provocatoria o dirompente, ma è semplice e pacata come Lui, un artista attento alla contemporaneità.

 

La sua curiosità per le tecniche artistiche e per le tecniche della classicità scultorea italiana è talmente forte che è un continuo «fare domande» e come dice lui stesso è fare «esperienze» ed è questa ‘fame’ di esperienze e di conoscenze che mi ha avvicinato a Byun. In questi ultimi anni ha prodotto molte sculture dalle quali emergono quelle tematiche dove l’uomo-artista racconta…dell’umanità, della sua autodistruzione e della sua salvezza attraverso l’elevazione spirituale. Questo scultore coreano non tradisce la sua appartenenza culturale, testimone e interprete di amori e spiritualità universali attraverso la sensibilità della materia che lavora guardando sempre alla ricerca e al rigore estetico.

 

Un uomo mite, uno scultore in controtendenza ai valori del branco.

 

 

 

 

sabato 20 ottobre 2007 ore 17:00

sala portico - inaugurazione

 

< LE FINESTRE DELLA MENTE>

mostra personale di Raffaella Bisio

 

a cura di Giannina Scorza

 

aperta fino al 7 novembre 2007

dal martedì al sabato ore 16:30 – 19:00

chiuso lunedì e festivo

 

Genova, SATURA Associazione Culturale

 

Con il Patrocinio di Provincia e Comune di Genova, s’inaugura, nella sede dell’Associazione Culturale Satura (Piazza Stella 5/1), sabato 20 ottobre 2007 alle ore 17:00, la mostra personale <Le finestre dellamente> di Raffaella Bisio. A cura di Giannina Scorza.

 

Tutto nasce da un bottone metallico a forma di maschera: dal vuoto e dalla bocca spalancata in un suono muto è iniziato il mio viaggio interiore. Come un bottone che apre e chiude, scopre e cela, ogni tela è - una finestra della mente -, da cui si affacciano sogni e incubi, passato e presente, lasciando spazio all’interpretazione di chi guarda un message in a bottle ”.

 

In questa singolare ed appassionata dichiarazione d’intenti, si prefigge il senso-scopo del lavoro della Bisio: dimostrando che la sua creatività si pone come un cammino intimistico ed empirico tra “finestre della mente” spalancate per osservare e documentare con stupore, incantamento e meditate riflessioni la vicissitudine esistenziale, il tempo transeunte, analizzando l’attimo fuggente in cui si situa e si dispiega la vita umana, discettando il significato contingente e trascendente dell’essere.

 

Finestre della mente: identificate dalla risultanza del segno, dal gesto e dal colore, dall’uso sapiente, metodico ed estroso di tecniche miste, che coabitano, sinergizzano e costruiscono sulla superficie dell’opera; uno strabiliante “teatro” di particolarismi miniati e stesure materiche.

 

Dipinti dalle vibratili silhouettes modanative: scanditi dalle alternanze cromatiche e acromatiche, dalle sussultanti e vigorose campiture e tracciati in acrilico e pastelli ad encausto, dalle fluide malte i brillanti traslucicori delle resinee possidiche, da impalpabili palcoscenici d bolle colorate: effimere quanto seducentemente fissative icone di istanti ineffabili e impareggiabili nel transito dell’individuo e del suo scandire la vita, raccontata.

 

 

Fonte: SATURA Ass. Cult. - Genova

 

 

 

 

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Resp.: Marina Palmieri

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