Lewis Baltz, Unoccupied office, Mitsubishi, Vitre (FR) ©
Lewis Baltz
Comunicato stampa n. 1
Che cosa non
vediamo quando guardiamo? E da chi siamo guardati quando crediamo di vedere?
Come il computer HAL 9000 del film 2001: Odissea nello spazio di
Stanley Kubrick anche le macchine di intelligenza artificiale fotografate
dall'artista americano Lewis Baltz sono metafore di un sistema di potere
imperscrutabile. Oggi HAL potrebbe assumere le sembianze di una lavatrice, di
un laptop, di un telefono. Oggi chiunque può spiare chiunque, anche
utilizzando semplici oggetti di uso quotidiano.
"Baltz ci mostra cose che non avremmo mai riconosciuto se la sua mano
non ce le avesse indicate - scrive Angela Vettese nella prefazione del
libro che accompagna la mostra - strumenti di controllo nascosti in locali
di servizio, locali di servizio che sono centrali di controllo, ambiti in
apparenza quotidiani che sono i posti dove si dispiega, con apparente
domesticità, lo spionaggio pericoloso ma cortese che ci avvolge silente".
Il tema dei rapporti - sempre più invisibili - tra i luoghi della vita
quotidiana e il sapere razionale della tecnologia e della scienza è al
centro della mostra Lewis Baltz. 89-91 Sites of Technology,
curata da Antonello Frongia, che inaugura sabato 15 settembre alle ore 12
presso la Palazzina dei Giardini in corso Canalgrande a Modena. Organizzata e
prodotta dalla Galleria Civica di Modena <http://comune.modena.it/galleria>
e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena <http://www.fondazione-crmo.it>,
la mostra si apre in concomitanza con il festivalfilosofia in
programma dal 14 al 16 settembre prossimi, dedicato, nell'edizione 2007, al
tema del Sapere.
La mostra, aperta fino al 18 novembre, presenta fotografie di grandi
dimensioni tratte dal progetto 89-91 Sites of Technology, che
Baltz ha realizzato in Francia e Giappone a cavallo degli anni Novanta. Attraverso frammenti di fotografia diretta e
immagini riprese da telecamere di sorveglianza, Baltz restituisce intatta la
gelida insensatezza delle strutture anonime, indistinguibili dall'esterno,
dove supercomputer ad alta capacità vengono utilizzati per gestire enormi
quantità di dati e controllare flussi di lavoro, esperimenti scientifici,
persino paesaggi: dal CERN di Ginevra alla centrale di videosorveglianza di
Sophia Antipolis (un polo tecnologico nei pressi di Nizza); dalla centrale nucleare
francese di Gravelines (vicino a Dunkerque) ai laboratori di intelligenza
artificiale Toshiba a Kawasaki City; dal centro di gestione delle
prenotazioni di Air France sulla riviera francese agli stabilimenti Matra
Transport (nei sobborghi di Parigi).
Sinora presentata in modo frammentario e pubblicata solo oggi nella sua
interezza, la serie 89-91 costituisce il punto di snodo tra due fasi
distinte della carriera di Baltz, collocandosi a metà strada tra l'approccio
minimalista e seriale dei progetti di documentazione del paesaggio degli anni
Settanta e Ottanta e i grandi tableaux allegorici sul potere della
tecnologia degli anni Novanta. Realizzato negli anni della prima Guerra del
Golfo, 89-91 segna per Baltz il definitivo riconoscimento della opacità
del mondo e della sparizione dei luoghi: "il subtesto del mio lavoro
negli anni Ottanta era l'apocalisse. Nel 1990 sembrava che il mondo fosse in
un certo senso già finito, ovvero che si fosse reso refrattario ad ogni
nostra possibilità di comprensione".
Retrospettivamente tutta l'opera di Baltz, sin dalla fine degli anni
Sessanta, ruota attorno al problema della visibilità dei processi
economici e sociali che il paesaggio nasconde piuttosto che mostrare.
Tuttavia Baltz pone anche un problema più ampio che riguarda non solo la
nostra condizione di esseri sociali, ma di esseri umani in senso lato.
Secondo il filosofo Gus Blaisdell, le immagini di Baltz invitano a praticare
uno scetticismo radicale nei confronti di ciò che percepiamo e conosciamo:
anche correndo il rischio, come Hume nel Trattato della natura umana,
di naufragare nella malinconia di un pensiero impotente, di fronte al dubbio,
al falso, all'insensatezza.
La mostra è accompagnata dal libro 89-91 Sites of Technology,
pubblicato per l'occasione dall'editore Steidl con testi in italiano e in
inglese di Angela Vettese e Antonello Frongia.
Note Biografiche
Lewis Baltz (Newport Beach, California, 1945) vive e lavora a Parigi e a
Venezia dove insegna alla Facoltà di Design e Arti dell'Università IUAV.
Attivo sin dalla fine degli anni Sessanta, nel 1975 ha partecipato alla
importante mostra New Topographics. Photographs of a Man-altered Landscape,
che ha catalizzato a livello internazionale l'idea di una fotografia scettica
e "senza stile", all'incrocio tra stile documentario, Land Art,
Minimalismo e Arte Concettuale. I suoi lavori sono stati presentati in
numerose esposizioni in tutto il mondo ed appaiono in musei quali la Tate
Modern di Londra, il Museo d'Arte Moderna di Parigi, il Museum of Contemporary
Art di Helsinki, il Whitney Museum of American Art e il Museum of Modern Art
di New York.
Scheda tecnica
Mostra
Lewis Baltz. 89-91 Sites of Technology
Sede
Galleria Civica di Modena
Palazzina dei Giardini, corso Canalgrande, Modena
Periodo
15 settembre - 18 novembre 2007
Inaugurazione
sabato 15 settembre 2007 ore 12.00
A cura di
Antonello Frongia
Organizzazione e produzione
Galleria Civica di Modena
Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
Opere realizzate con il contributo di
Galerie Thomas Zander, Colonia
Preview per la stampa
mercoledì 12 settembre ore 11.30
Orari
da martedì a venerdì 10.30 - 13.00; 15.00 - 18.00
sabato, domenica e festivi 10.30 – 18.00
chiuso il lunedì
Ingresso
gratuito
Catalogo
89-91 Sites of Technology
a cura di Antonello Frongia
Editore Steidl, Göttingen
Testi di Antonello Frongia, Angela Vettese
Italiano/Inglese
28 x 27 cm, 160 pp, 53 tavole a colori
ISBN 978-3-86521-382-2
Informazioni
Galleria Civica, Corso Canalgrande 103, 41100 Modena
Tel. +39 059 2032911 / 2032940 - Fax +39 059 2032932
www.comune.modena.it/galleria
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