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Rif.:
ec-europa-eu / Commissione europea - Rappresentanza It-Mi
Comunicato - 15 Febbraio 2023
:
Pacchetto infrazioni di
febbraio: decisioni principali
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Pacchetto
infrazioni di febbraio: decisioni principali
Panoramica per settore
Con le decisioni sui casi di infrazione
adottate periodicamente, la Commissione europea avvia azioni legali nei
confronti degli Stati membri inadempienti agli obblighi previsti dal diritto
dell'UE. Le decisioni qui esposte, relative a diversi settori e ambiti delle
politiche dell'UE, mirano a garantire la corretta applicazione del diritto
dell'UE a beneficio dei cittadini e delle imprese.
Le decisioni principali adottate dalla
Commissione sono illustrate di seguito, raggruppate per settore. La Commissione
procede inoltre all'archiviazione di 93 casi in cui le divergenze con gli Stati
membri interessati sono state risolte senza che fosse necessario proseguire
oltre nella procedura.
Per maggiori informazioni sulla procedura
di infrazione dell'UE si rinvia al testo integrale delle domande frequenti.
Per ulteriori informazioni su tutte le decisioni adottate si invita a
consultare il registro delle decisioni sui procedimenti di
infrazione.
(Per ulteriori informazioni: Adalbert Jahnz – Tel. +32 229
53156; Daniela Stoycheva – Tel. +32 229 53664)
Lettere di costituzione in mora
Ambiente marino: la Commissione invita la
BULGARIA, la DANIMARCA, l'ESTONIA, la GRECIA, la CROAZIA, CIPRO, la LETTONIA,
la LITUANIA e MALTA a proteggere le loro acque marine
La Commissione ha deciso di avviare una
procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora a Bulgaria (INFR(2022)2172), Croazia (INFR(2022)2177), Cipro (INFR(2022)2173), Danimarca (INFR(2022)2174), Estonia (INFR(2022)2175), Grecia (INFR(2022)2176), Lettonia (INFR(2022)2180), Lituania (INFR(2022)2179)
e Malta (INFR(2022)2181)
per il mancato rispetto della direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente
marino (direttiva 2008/56/CE).
La direttiva mira a proteggere i mari e gli oceani dell'UE e a garantire che le
loro risorse siano gestite in modo sostenibile.
A norma della direttiva gli Stati membri
erano tenuti a riesaminare e aggiornare i loro "programmi di
monitoraggio" entro il 15 ottobre 2020 e i loro "programmi di
misure" entro il 31 marzo 2022.
Gli Stati membri interessati non hanno
presentato alla Commissione relazioni sul riesame dei loro programmi di misure
entro i termini prescritti. La Bulgaria e Malta non hanno trasmesso nemmeno
relazioni sul riesame dei loro programmi di monitoraggio.
Oggi la Commissione ha pertanto deciso di
inviare una lettera di costituzione in mora a Bulgaria, Croazia,
Cipro, Danimarca, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania e Malta. Tali paesi
dispongono ora di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate. In
assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di
emettere un parere motivato.
Gestione
delle risorse idriche: la Commissione invita 16 Stati membri a completare il
riesame dei propri piani idrici
La Commissione ha deciso di avviare una
procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora a Belgio (INFR(2022)2188), Bulgaria (INFR(2022)2189), Croazia (INFR(2022)2193), Cipro (INFR(2022)2190), Danimarca (INFR(2022)2184), Grecia (INFR(2022)2191), Irlanda (INFR(2022)2185), Lituania (INFR(2022)2194), Lussemburgo (INFR(2022)2186), Malta (INFR(2022)2195), Polonia (INFR(2022)2196), Portogallo (INFR(2022)2197), Romania (INFR(2022)2198), Slovacchia (INFR(2022)2187), Slovenia (INFR(2022)2199)
e Spagna (INFR(2022)2192)
in quanto tali paesi non hanno completato il riesame dei piani di gestione dei
bacini idrografici, come prescritto dalla direttiva quadro sulle acque (direttiva 2000/60/CE)
e/o dei piani di gestione del rischio di alluvioni, come prescritto dalla
direttiva sulle alluvioni (direttiva 2007/60/CE).
Entrambe le direttive impongono agli Stati membri di aggiornare ogni sei anni i
rispettivi piani di gestione, rispettivamente, dei bacini idrografici e del
rischio di alluvioni, e di inviare relazioni in merito con la medesima cadenza.
I piani di gestione dei bacini idrografici comprendono un programma di misure
fondamentali per garantire il buono stato di tutti i corpi idrici, come
prescritto dalla direttiva. I piani di gestione del rischio di alluvioni sono
elaborati sulla base di mappe che riportano le potenziali conseguenze negative
associate agli scenari di alluvione.
La gestione sostenibile delle risorse
idriche è un elemento centrale del Green Deal europeo. I
seguenti Stati membri sono venuti meno agli obblighi loro incombenti a norma di
una o di entrambe le direttive:
La Commissione procede pertanto all'invio
di lettere di costituzione in mora a questi 16 Stati membri, che dispongono ora
di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate. In assenza di una
risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un parere
motivato.
Natura: la Commissione invita MALTA a
cessare la pratica della caccia primaverile di tortore
Oggi la Commissione ha deciso di inviare
una lettera complementare di costituzione in mora a Malta (INFR(2020)2345)
in relazione alla caccia primaverile di tortore, invitandola ad applicare
correttamente la direttiva Uccelli (direttiva 2009/147/CE). La direttiva impone un regime generale di
protezione degli uccelli selvatici e consente deroghe solo a condizioni rigorose.
Il Green Deal europeo e la strategia sulla
biodiversità per il 2030 mirano a sostenere l'UE nello sforzo di
arrestare la perdita di biodiversità favorendo la protezione e il ripristino
della natura.
Malta ha autorizzato deroghe per la caccia
di quaglie dal 2011 e per la cattura del piviere dorato e del tordo bottaccio
2012, oltre a non aver instaurato un regime generale di protezione degli
uccelli selvatici contro l'uccisione e la cattura illegali. Il 3 dicembre 2020
è stata pertanto inviata una lettera di costituzione in mora. L'8 aprile 2022 Malta ha esteso alle tortore la
deroga per la caccia primaverile. Tale deroga non rispetta le condizioni
stabilite dalla direttiva Uccelli ed è in contrasto con gli sforzi che gli
Stati membri e la Commissione stanno compiendo in materia di conservazione.
Per rispondere anche alle proprie
preoccupazioni in merito alla caccia primaverile di tortore la Commissione ha
ora deciso di inviare una lettera complementare di costituzione in mora a
Malta, che dispone di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate.
In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di
emettere un parere motivato.
Incidenti rilevanti connessi con sostanze
pericolose: la Commissione invita l'AUSTRIA a migliorare le norme in materia di
prevenzione
Oggi la Commissione ha deciso di inviare
una lettera complementare di costituzione in mora all'Austria (INFR(2020)2104)
in quanto tale paese non ha pienamente allineato la legislazione nazionale
alla direttiva 2012/18/UE (direttiva
"Seveso III") sul controllo del pericolo di incidenti rilevanti
connessi con sostanze pericolose. La direttiva si applica a oltre 12 000
impianti industriali in tutta l'UE e stabilisce norme volte a prevenire gli
incidenti industriali rilevanti e a ridurre al minimo gli effetti nocivi per la
salute umana e per l'ambiente. Rientrano nell'ambito di applicazione della
direttiva settori come l'industria chimica e petrolchimica e i settori di
vendita all'ingrosso e stoccaggio di combustibili. Il Green Deal europeo e
il piano d'azione per l'inquinamento zero stabiliscono un'ambizione in materia di
inquinamento zero per l'UE a beneficio della salute pubblica, dell'ambiente e
della neutralità climatica.
La Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora all'Austria nel maggio 2020, in risposta alla quale
tale paese ha modificato il proprio ordinamento nazionale. Tale ordinamento non
garantisce tuttavia al pubblico interessato l'accesso alla giustizia per quanto
riguarda l'ubicazione dei nuovi impianti e l'elaborazione dei progetti
pertinenti. La Commissione procede pertanto all'invio di una lettera
complementare di costituzione in mora all'Austria, che dispone ora di 2 mesi
per rispondere e rimediare alle carenze segnalate. In assenza di una risposta
soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato.
Pareri motivati
Protezione della natura: la Commissione
invita la GRECIA a conformarsi al diritto dell'UE in sede di pianificazione dei
progetti di parchi eolici
Oggi la Commissione ha deciso di inviare
un parere motivato alla Grecia (INFR(2014)4073)
per il mancato rispetto della direttiva Habitat (direttiva 92/43/CEE)
in sede di pianificazione dei progetti di parchi eolici. Secondo la direttiva,
tutti i piani e i progetti che possono avere incidenze significative sui siti
Natura 2000 devono essere oggetto di un'opportuna valutazione dell'incidenza
che hanno sui siti. L'attuale piano per le energie rinnovabili denominato
"quadro speciale per la pianificazione del territorio e lo sviluppo
sostenibile delle risorse energetiche rinnovabili" era stato tuttavia
autorizzato senza che fosse stata preliminarmente effettuata una siffatta
valutazione, il che significa che i progetti sono autorizzati sulla base di un
piano non conforme alla normativa dell'UE.
Il Green Deal europeo e
la strategia sulla biodiversità per il 2030 indicano quanto sia
fondamentale che l'UE arresti la perdita di biodiversità, favorendone la
protezione e il ripristino.
La Commissione ha inviato una lettera di
costituzione in mora alla Grecia nel luglio 2014. Da allora il piano non è
ancora stato riesaminato né sottoposto all'opportuna valutazione, come invece
prescritto dalla direttiva Habitat. Nonostante l'offerta di assistenza tecnica
della Commissione, la procedura di riesame del piano non è ancora stata
completata.
La Commissione ha pertanto deciso di
inviare un parere motivato alla Grecia, che dispone ora di 2 mesi per
rispondere e adottare le misure necessarie, trascorsi i quali la Commissione
potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell'UE.
Acqua potabile: la Commissione invita la
FRANCIA a garantire l'accesso ad acqua potabile pulita
Oggi la Commissione ha deciso di inviare
un parere motivato alla Francia (INFR(2020)2273)
in quanto tale paese non ha attuato pienamente il diritto dell'UE in materia di
qualità dell'acqua potabile. La direttiva sull'acqua potabile (direttiva 98/83/CE)
mira a proteggere la salute umana dagli effetti pregiudizievoli della
contaminazione delle acque destinate al consumo umano, garantendone la
sicurezza e la purezza. Il Green Deal europeo stabilisce
un'ambizione in materia di inquinamento zero a beneficio della salute pubblica, dell'ambiente
e della neutralità climatica.
Da molti anni l'acqua potabile fornita a
decine di migliaia di persone in Francia contiene quantità eccessive di
nitrati. La Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora alla Francia nell'ottobre 2020. Sebbene la
Francia abbia adottato misure adeguate per alcune unità di distribuzione
dell'acqua potabile, l'acqua potabile attualmente fornita a diverse migliaia di
persone nel paese non rispetta ancora il valore limite per i nitrati, in
violazione della direttiva sull'acqua potabile.
La Commissione ha pertanto deciso di
inviare un parere motivato alla Francia, che dispone ora di 2 mesi per
rispondere e adottare le misure necessarie, trascorsi i quali la Commissione
potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell'UE.
Acqua: la Commissione invita l'ITALIA a
proteggere meglio la popolazione e gli ecosistemi del paese dall'inquinamento
provocato da nitrati provenienti dall'agricoltura
Oggi la Commissione ha deciso di inviare
un parere motivato all'Italia (INFR(2018)2249)
in quanto tale paese non ha pienamente rispettato la direttiva
Nitrati (direttiva 91/676/CEE),
invitandola a proteggere meglio le sue acque dall'inquinamento provocato da
nitrati provenienti da fonti agricole.
La direttiva mira a proteggere le acque
superficiali e sotterranee dall'inquinamento di origine agricola. L'obiettivo
del Green Deal europeo,
con la sua ambizione in materia di inquinamento zero, è ridurre l'inquinamento dell'aria, dell'acqua e del
suolo a livelli che non siano più considerati nocivi per la salute umana e gli
ecosistemi naturali.
A norma della direttiva Nitrati gli Stati
membri sono tenuti a controllare le loro acque e a individuare quelle che sono
inquinate da nitrati di origine agricola o quelle che potrebbero esserlo,
nonché le acque interessate da eutrofizzazione. Essi sono inoltre tenuti a
designare come zone vulnerabili ai nitrati le zone che scaricano in tali acque
e a istituire adeguati programmi d'azione per prevenire e ridurre
l'inquinamento da nitrati.
Nel novembre 2018 la Commissione ha
inviato all'Italia una prima lettera di costituzione in mora, invitando le autorità a garantire la stabilità della
rete di monitoraggio dei nitrati, a procedere a un riesame e proseguire nella
designazione delle zone vulnerabili ai nitrati in diverse regioni e ad adottare
misure supplementari in diverse regioni. Successivamente, sebbene le autorità
italiane abbiano compiuto alcuni progressi, la Commissione ha constatato la
necessità di adottare ulteriori misure per affrontare i problemi rimanenti. Nel
frattempo sono inoltre emersi altri problemi, come la riduzione del periodo di
blocco continuativo (durante il quale è vietata l'applicazione di
fertilizzanti). Per questi motivi nel dicembre 2020 è stata inviata una lettera complementare di costituzione in mora all'Italia. Pur riconoscendo che da allora
alcune carenze sono state risolte, la Commissione continua a nutrire
preoccupazioni riguardo ad altre violazioni in diverse regioni nelle quali la
situazione nelle acque sotterranee inquinate dai nitrati non sta migliorando o
si osserva un peggioramento del problema dell'eutrofizzazione delle acque
superficiali. La Commissione ha pertanto deciso di inviare un parere motivato
all'Italia, che dispone ora di 2 mesi per rispondere e adottare le misure
necessarie, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di deferire il caso
alla Corte di giustizia dell'UE.
Responsabilità ambientale: la Commissione
invita la DANIMARCA a recepire pienamente nell'ordinamento nazionale la
direttiva sulla responsabilità ambientale
Oggi la Commissione ha deciso di inviare
un parere motivato alla Danimarca (INFR(2020)2109)
in quanto tale paese non ha provveduto affinché il proprio ordinamento
nazionale consentisse in maniera chiara e univoca a tutte le categorie di
persone fisiche e giuridiche menzionate nella direttiva sulla responsabilità ambientale
(direttiva 2004/35/CE)
di presentare alle autorità competenti osservazioni concernenti casi di danno
ambientale e di chiedere a tali autorità di adottare azioni di riparazione.
La direttiva sulla responsabilità
ambientale prevede che il danno ambientale possa essere prevenuto o riparato
conferendo alle persone fisiche e giuridiche il diritto di chiedere
all'autorità competente di invitare l'operatore responsabile ad adottare azioni
di prevenzione e di riparazione. La direttiva intende inoltre garantire che le
conseguenze finanziarie dell'azione di riparazione siano a carico
dell'operatore economico che ha causato il danno.
A seguito di un chiarimento da parte della
Corte di giustizia dell'UE nella causa C-529/15,
la Commissione è del parere che la legislazione danese non garantisca a tutte
le persone di cui all'articolo 12, paragrafo 1, della direttiva la possibilità
di far valere i propri diritti in caso di danno ambientale.
La Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora alla Danimarca nel luglio 2020. Nella sua
risposta a tale lettera la Danimarca ha contestato la presunta violazione e ha
informato la Commissione di non aver modificato la propria legislazione di
recepimento della direttiva. Alla luce di quanto precede la Commissione
sostiene che i diritti delle persone che potrebbero essere colpite dal danno
ambientale non sono sufficientemente chiari nei testi giuridici danesi in
quanto è necessaria un'interpretazione degli stessi.
La Commissione ha pertanto deciso di
inviare un parere motivato alla Danimarca, che dispone ora di 2 mesi per
rispondere e adottare le misure necessarie, trascorsi i quali la Commissione
potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell'UE.
Deferimenti alla Corte di giustizia
Inquinamento
delle acque: la Commissione decide di deferire il BELGIO alla Corte per quanto
riguarda i nitrati in Vallonia e invita il paese
a proteggere le proprie acque dall'inquinamento da nitrati nelle Fiandre
Oggi la Commissione ha deciso di deferire
il Belgio (INFR(2013)4118)
alla Corte di giustizia dell'UE per la mancata adozione di misure sufficienti
in materia di inquinamento da nitrati in Vallonia. A
norma della direttiva Nitrati (direttiva 91/676/CEE)
gli Stati membri sono tenuti a controllare le loro acque e a individuare quelle
che sono inquinate da nitrati di origine agricola o quelle che potrebbero
esserlo. Essi sono inoltre tenuti a designare come zone vulnerabili ai nitrati
le zone agricole che scaricano in tali acque e a istituire adeguati programmi
d'azione per prevenire e ridurre l'inquinamento da nitrati. Tali piani d'azione
devono essere riesaminati e/o riveduti ogni quattro anni per mantenerne
l'adeguatezza allo scopo. Il programma d'azione applicabile nella regione
vallona risale al 2014 e avrebbe dovuto essere riveduto nel 2018.
L'inquinamento da nitrati sta ancora aumentando in circa il 30% delle stazioni
di monitoraggio delle acque sotterranee e le autorità belghe non hanno ancora
previsto nel loro programma d'azione le misure obbligatorie per prevenire e
ridurre l'inquinamento da nitrati. Oggi la Commissione ha pertanto deciso di
deferire il Belgio alla Corte di giustizia dell'UE. Per ulteriori informazioni
consultare il comunicato stampa.
La Commissione procede inoltre all'invio
di una lettera di costituzione in mora al Belgio (INFR(2022)2051)
relativamente alla questione dell'inquinamento da nitrati nelle Fiandre. La
qualità delle acque si è gravemente deteriorata nella regione fiamminga ed è
ora tra le peggiori dell'UE: tutte le acque superficiali sono infatti in stato
eutrofico. Poiché i piani d'azione sui nitrati per le Fiandre che si sono
susseguiti dal 2015 non hanno prodotto i risultati attesi, la Commissione
esorta il Belgio ad adottare immediatamente le misure rafforzate necessarie.
Tale paese dispone ora di 2 mesi per rispondere alla lettera e affrontare le
carenze segnalate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente,
la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato.
Inquinamento da rifiuti: la Commissione
decide di deferire nuovamente la CROAZIA alla Corte di giustizia per il
persistere di problemi di inquinamento causati da una discarica illegale
Oggi la Commissione ha deciso di deferire
nuovamente la Croazia alla Corte di giustizia dell'UE in
quanto tale paese non ha dato piena esecuzione alla sentenza della Corte del
2 maggio 2019. In tale sentenza la Corte ha stabilito che la Croazia era venuta
meno agli obblighi che le incombono a norma della direttiva quadro sui rifiuti
(direttiva 2008/98/UE)
in relazione a una discarica illegale situata a Biljane
Donje.
Dal 2010 sono state depositate
direttamente in questa discarica illegale, ubicata a meno di 50 metri dalle
abitazioni, circa 140 000 tonnellate di residui di produzione della
trasformazione del ferromanganese e del silicomanganese.
La Corte ha stabilito che, trattandosi di rifiuti, il materiale avrebbe dovuto
essere gestito senza danneggiare la salute umana e senza recare pregiudizio
all'ambiente. Inoltre, la Croazia doveva adottare le misure necessarie per
garantire che il detentore dei rifiuti smaltiti a Biljane
Donje li sottoponesse personalmente a trattamento o
li facesse trattare da intermediari, da uno stabilimento o da una società che
effettua operazioni di trattamento dei rifiuti o da un raccoglitore pubblico o
privato.
Per l'esecuzione della sentenza della
Corte la Croazia dovrebbe adottare tutte le misure necessarie affinché la
discarica illegale di Biljane Donje
sia chiusa e bonificata quanto prima. A più di tre anni dalla sentenza la
Croazia non ha adottato alcuna misura concreta: i rifiuti abbandonati
comportano rischi per la salute e l'ambiente. e non è chiaro come saranno
smaltiti, né quando si provvederà a ripulire il sito.
Poiché non è stata adottata alcuna misura
al riguardo la Commissione ha deciso di deferire nuovamente la Croazia alla
Corte. Si tratta di un secondo deferimento alla Corte che può comportare
sanzioni finanziarie riferite al periodo trascorso tra la prima sentenza e il
raggiungimento della conformità. Per ulteriori informazioni consultare il comunicato stampa.
Inquinamento da rifiuti: la Commissione
decide di deferire nuovamente la SLOVENIA alla Corte di giustizia per il
persistere di problemi di inquinamento causati da una discarica illegale
Oggi la Commissione ha deciso di deferire
nuovamente la Slovenia (INFR(2012)4150)
alla Corte di giustizia dell'UE in quanto tale paese non ha dato piena
esecuzione alla sentenza della Corte del
16 luglio 2015, nella quale è stato stabilito che la Slovenia è venuta meno
agli obblighi che le incombono a norma della direttiva quadro sui rifiuti (direttiva 2008/98/UE) e
della direttiva relativa alle discariche di rifiuti (direttiva 1999/31/UE).
In tale sentenza la Corte ha stabilito che la Slovenia ha violato sia la
direttiva quadro sui rifiuti sia la direttiva relativa alle discariche di
rifiuti, in quanto due discariche situate a Celje erano risultate illegali. A
tutt'oggi la Slovenia non ha ottemperato ai suoi obblighi per quanto riguarda
una delle due discariche (Bukovžlak) in quanto i
lavori di bonifica non sono ancora iniziati.
Per conformarsi alle sentenze della Corte,
lo Stato membro dovrebbe adottare tutte le misure necessarie per garantire che
tali discariche illegali siano chiuse e bonificate quanto prima, dati i rischi
per la salute e l'ambiente.
A causa dei ritardi ripetuti nell'adozione
delle misure necessarie al riguardo la Commissione ha deciso di deferire
nuovamente la Slovenia alla Corte. Si tratta di un secondo deferimento alla
Corte che può comportare sanzioni finanziarie riferite al periodo trascorso tra
la prima sentenza e il raggiungimento della conformità. Per ulteriori
informazioni consultare il comunicato stampa.
2. Mercato interno, industria,
imprenditoria e PMI
(Per ulteriori informazioni: Sonya Gospodinova – Tel. +32 229 66953; Federica Miccoli – Tel. +32 229 58300)
Lettere di costituzione in mora
Libera circolazione dei servizi: La
Commissione interviene per garantire il buon funzionamento del mercato unico
Oggi la Commissione ha deciso di avviare e
di portare avanti 24 casi nei confronti di diversi Stati membri per varie
violazioni della legislazione relativa ai servizi. Tali decisioni sono adottate
per garantire la corretta attuazione delle norme per il buon funzionamento del
mercato unico dei servizi.
La
Commissione ha deciso di avviare e di portare avanti procedure di infrazione
relative alla direttiva UE relativa a un test della proporzionalità. In
particolare la Commissione ha deciso di inviare 11 lettere complementari di
costituzione in mora a Bulgaria (INFR(2021)2206), Cechia (INFR(2021)2201), Grecia (INFR(2021)2200), Francia (INFR(2021)2202), Croazia (INFR(2021)2198), Cipro (INFR(2022)2055), Lettonia (INFR(2021)2257), Ungheria (INFR(2021)2192), Paesi
Bassi (INFR(2021)2197), Austria (INFR(2021)2205)
e Slovacchia (INFR(2021)2204),
mentre l'Estonia (INFR(2022)2169)
riceverà una lettera di costituzione in mora volta a garantire che
l'introduzione di regolamentazioni delle professioni attraverso emendamenti
parlamentari sia oggetto di una valutazione preliminare della proporzionalità.
La
Commissione ha inoltre deciso di inviare 5 pareri motivati a Germania (INFR(2021)2212), Spagna (INFR(2021)2256), Lituania (INFR(2021)2207), Polonia (INFR(2021)2208)
e Slovenia (INFR(2021)2195)
in quanto tali paesi non hanno attuato correttamente la direttiva UE relativa a
un test della proporzionalità per la regolamentazione delle professioni.
Per
quanto riguarda l'applicazione della direttiva "servizi", la
Commissione ha deciso di avviare una procedura di infrazione nei confronti
di Malta (INFR(2022)2210), Polonia (INFR(2022)2211) e Slovenia(INFR(2022)2209) in
quanto tali paesi hanno disposto un divieto totale di pubblicità per quanto
riguarda le attività di avvocato. La
Commissione ha inoltre deciso di avviare una procedura di infrazione nei
confronti di Cipro (INFR(2022)2170),
che ha disposto divieti di collaborazione con altre professioni nelle agenzie
immobiliari, e nei confronti della Slovenia (INFR(2022)4119),
che ha fissato tariffe minime per determinati servizi di intermediazione
immobiliare.
La Commissione ha inoltre deciso di
avviare una procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in
mora al Belgio (INFR(2022)4120) ,
che ha istituito un regime di garanzia sproporzionato per determinati servizi
edili, e alla Spagna (INFR(2022)4121),
che non ha garantito una procedura di selezione trasparente e imparziale per il
rilascio di concessioni relative a zone costiere. Tutti gli Stati membri
interessati dispongono di 2 mesi per rispondere alle argomentazioni formulate
dalla Commissione, trascorsi i quali quest'ultima potrà decidere di proseguire
la procedura. Per consultare il comunicato stampa al riguardo cliccare qui.
Fertilizzanti: la Commissione invita la
BULGARIA, la CROAZIA e la SLOVENIA ad adottare procedure per la notifica degli
organismi di valutazione della conformità del settore
Oggi la Commissione ha deciso di avviare
una procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora a Bulgaria (INFR(2022)2214),
Croazia (INFR(2022)2215)
e Slovenia (INFR(2022)2216)
per la mancata attuazione del regolamento (UE) 2019/1009 sui prodotti fertilizzanti. Il regolamento prevede l'obbligo per gli Stati
membri di adottare le norme nazionali necessarie per la designazione delle
autorità di notifica. Tali autorità designano, valutano e controllano gli
organismi di valutazione della conformità incaricati di sostenere i fabbricanti
nella marcatura CE dei loro prodotti. Solo un organismo di valutazione della
conformità notificato è autorizzato a svolgere le attività di valutazione della
conformità stabilite nel regolamento.
La Bulgaria non ha designato un'autorità
di notifica né ha stabilito procedure per gli organismi di valutazione della
conformità; quest'ultimo compito non è stato assolto nemmeno dalle autorità di
notifica della Croazia e della Slovenia.
In
assenza di tali procedure gli organismi di valutazione della conformità
stabiliti nei tre Stati membri non possono chiedere di essere notificati
dall'autorità di notifica. I prodotti non possono pertanto essere immessi sul
mercato come prodotti recanti la marcatura CE a meno che i fabbricanti dei
prodotti fertilizzanti non scelgano di far valutare i loro prodotti in un altro
Stato membro. Questo potrebbe tuttavia comportare per i fabbricanti costi più
elevati per ottenere la marcatura CE e potrebbe persino dissuaderli dal
richiedere tale marcatura per il loro prodotto.
La Bulgaria, la Croazia e la Slovenia
dispongono ora di 2 mesi per rispondere ai rilievi espressi dalla Commissione,
trascorsi i quali quest'ultima potrà decidere di inviare loro un parere
motivato.
La Commissione invita la FRANCIA a
garantire che gli obblighi di etichettatura relativi alle istruzioni per la
cernita dei rifiuti da essa imposti rispettino il principio della libera
circolazione delle merci
Oggi la Commissione ha deciso di avviare
una procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora
alla Francia (INFR(2022)4028),
che non riesaminato gli obblighi di etichettatura da essa imposti per quanto
riguarda le istruzioni per la cernita dei rifiuti. Per poter essere immessi sul
mercato francese, i prodotti per uso domestico che rientrano in un regime di
responsabilità estesa del produttore devono essere etichettati materialmente
con il "logo Triman", una segnaletica
indicante che il prodotto è oggetto di norme in materia di cernita, e con gli
"infotri", informazioni che specificano i
metodi di cernita.
La fornitura di istruzioni per la cernita
dei rifiuti ai consumatori non è attualmente disciplinata da norme dell'UE
armonizzate. Le leggi nazionali adottate in questo ambito non devono creare
oneri inutili per gli scambi nel mercato interno. In tale contesto l'imposizione
di prescrizioni nazionali specifiche in materia di etichettatura rischia di
compromettere il principio della libera circolazione delle merci e può
comportare effetti controproducenti sull'ambiente. Tali misure possono anche
determinare un aumento del fabbisogno di materiali per l'etichettatura
supplementare e la produzione di ulteriori rifiuti per via di dimensioni degli
imballaggi più grandi del necessario.
Le autorità francesi non sembrano aver
effettuato un'analisi sufficiente della proporzionalità della loro scelta
politica sono disponibili altre opzioni adeguate e meno restrittive per gli
scambi tra Stati membri. La Francia viola inoltre gli obblighi di notifica
previsti dalla direttiva sulla trasparenza del mercato unico (direttiva (UE) 2015/1535) nella misura in cui la legge non è stata notificata
alla Commissione in fase di progetto, prima dell'adozione. La Francia dispone
ora di 2 mesi per rispondere ai rilievi espressi dalla Commissione, trascorsi i
quali quest'ultima potrà decidere di inviarle un parere motivato.
3. Migrazione, affari interni e Unione
della sicurezza
(Per ulteriori informazioni: Anitta Hipper – Tel. +32 229 85691; Yuliya Matsyk - Tel. + 32 229 13173; Andrea Masini -
Tel. +32 229 91519; Fiorella Belciu - Tel. + 32 2 299
37 34)
Lettere di costituzione in mora
Lotta contro gli abusi sessuali sui
minori: la Commissione invita il BELGIO, la BULGARIA, la LETTONIA, il
LUSSEMBURGO, l'UNGHERIA, MALTA, l'AUSTRIA, la POLONIA, la ROMANIA, la
SLOVACCHIA, la SLOVENIA e la FINLANDIA a conformarsi alla direttiva relativa
alla lotta contro l'abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori
Oggi la Commissione ha deciso di inviare lettere
complementari di costituzione in mora a Belgio (INFR(2019)2227), Bulgaria (INFR(2019)2136), Lettonia (INFR(2019)2237), Lussemburgo (INFR(2019)2236), Ungheria (INFR(2019)2234), Malta (INFR(2019)2115), Austria (INFR(2019)2226), Polonia (INFR(2019)2238), Romania (INFR(2019)2189), Slovacchia (INFR(2019)2135), Slovenia (INFR(2019)2239) e Finlandia (INFR(2019)2231),
in quanto tali paesi non hanno recepito correttamente tutti i requisiti della
direttiva sulla lotta contro l'abuso sessuale dei minori (direttiva 2011/93/UE).
La direttiva impone agli Stati membri di stabilire norme minime relative alla
definizione dei reati e delle sanzioni in materia di abuso e sfruttamento
sessuale dei minori, pornografia minorile e adescamento di minori per scopi
sessuali. Essa introduce inoltre disposizioni intese a rafforzare la
prevenzione di tali reati e la protezione delle vittime. La Commissione aveva
già inviato lettere di costituzione in mora a Bulgaria, Malta, Romania e
Slovacchia il 25 luglio 2019 e
a Belgio, Lettonia, Lussemburgo, Ungheria, Austria, Polonia, Slovenia e
Finlandia il 10 ottobre 2019.
Gli Stati membri dispongono ora di 2 mesi per rispondere ai rilievi espressi
dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione
potrà decidere di emettere un parere motivato.
Pareri motivati
Domanda di protezione internazionale: la
Commissione esorta la CECHIA a comunicare tutte le misure necessarie ad attuare
le norme dell'UE sulla domanda di protezione internazionale
Oggi la Commissione ha deciso di inviare
un parere motivato alla Cechia (INFR(2019)2171)
per il non completo recepimento della direttiva recante norme
sull'attribuzione, a cittadini di paesi terzi e apolidi, della
qualifica di beneficiario di protezione internazionale (direttiva 2011/95/UE).
Il 26 luglio 2019 la Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora
alla Cechia per la mancata comunicazione delle misure nazionali di recepimento
della direttiva. Dopo averne esaminato la risposta, la Commissione ha ritenuto
che la Cechia non ha attuato pienamente le norme dell'UE sull'attribuzione, a
cittadini di paesi terzi e apolidi, della qualifica di beneficiario di
protezione internazionale. La Cechia dispone ora di 2 mesi per rispondere al
parere motivato, trascorsi i quali, in assenza di risposte soddisfacenti, la
Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell'UE.
Lotta al terrorismo: la Commissione invita
la BULGARIA a garantire il corretto recepimento delle norme dell'UE
Oggi la Commissione ha deciso di inviare
un parere motivato alla Bulgaria (INFR(2021) 2047)
per il non corretto recepimento di alcuni elementi delle norme dell'UE sulla
lotta contro il terrorismo (direttiva (UE) 2017/541). Ciò comprende la qualificazione
come reato e l'imposizione di sanzioni per reati connessi al terrorismo, quali
i viaggi al di fuori o all'interno dell'UE al fine di commettere un reato di
terrorismo, l'addestramento a fini terroristici e il finanziamento del
terrorismo. La direttiva impone inoltre agli Stati membri di garantire che le
vittime del terrorismo abbiano accesso a informazioni affidabili e a servizi di
sostegno professionali e specializzati. L'attuazione della direttiva
costituisce una parte importante dell'agenda antiterrorismo dell'UE. Gli Stati membri erano tenuti a
recepire la direttiva nel diritto nazionale entro l'8 settembre 2018. La
Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora il 9 giugno 2021.
La Bulgaria dispone ora di 2 mesi per rispondere al parere motivato e adottare
le misure necessarie, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di
deferire il caso alla Corte di giustizia dell'UE.
Deferimenti alla Corte di giustizia
Armi da fuoco: la Commissione decide di
deferire il LUSSEMBURGO alla Corte di giustizia per il mancato recepimento
delle norme dell'UE sull'acquisizione e la detenzione di armi da fuoco
Oggi la Commissione ha deciso di deferire
il Lussemburgo (INFR(2020) 0219)
alla Corte di giustizia dell'UE per il non completo recepimento delle norme
dell'UE che stabiliscono le specifiche tecniche relative alle armi d'allarme o
da segnalazione a norma della direttiva che disciplina l'acquisizione e la
detenzione di armi da fuoco (direttiva di esecuzione (UE) 2019/69). La direttiva mira a rafforzare la protezione della
sicurezza pubblica riducendo al minimo il rischio che armi d'allarme e da
segnalazione siano facilmente convertite in armi da fuoco vere e proprie. La
direttiva di esecuzione impone agli Stati membri di garantire che le armi
fabbricate o importate nell'UE siano soggette a controlli sulla conformità alle
specifiche tecniche stabilite dal diritto dell'UE. Gli Stati membri erano
tenuti a recepire la direttiva di esecuzione nel loro ordinamento nazionale
entro il 17 gennaio 2020. La Commissione ha avviato la procedura di infrazione
nei confronti del Lussemburgo inviando una lettera di costituzione in mora il
20 maggio 2020 e vi ha dato seguito con un parere motivato il
9 febbraio 2022. Poiché la risposta del Lussemburgo al parere motivato della
Commissione non è stata soddisfacente, quest'ultima ha deciso di deferire il
Lussemburgo alla Corte di giustizia dell'UE. Per ulteriori informazioni consultare
il comunicato stampa.
Competenza esterna esclusiva
dell'UE: la Commissione decide di deferire l'UNGHERIA alla Corte di
giustizia per il voto in contrasto con la posizione dell'Unione
Oggi la Commissione ha deciso di deferire
l'Ungheria (INFR(2020)2364)
alla Corte di giustizia dell'UE in quanto il paese non ha rispettato la
posizione dell'UE sulle raccomandazioni dell'Organizzazione mondiale della
sanità (OMS) relative alla cannabis e alle sostanze associate alla cannabis, a
norma di due convenzioni delle Nazioni Unite, di cui alla decisione (UE) 2021/3
del Consiglio. Tali raccomandazioni riguardano modifiche nell'elenco delle
sostanze soggette al controllo internazionale. Nel diritto dell'UE le decisioni
relative all'inclusione di sostanze, a livello internazionale, nelle tabelle
della Convenzione unica sugli stupefacenti del 1961, modificata dal Protocollo
del 1972, e della Convenzione sulle sostanze psicotrope del 1971, rientrano
nella sfera di competenza esclusiva dell'UE. La decisione del Consiglio che
definisce la posizione dell'Unione è vincolante per gli Stati membri dell'UE,
in linea con il trattato sul funzionamento dell'Unione europea
(articolo 218, paragrafo 9), e prevede che gli Stati membri votino
secondo tale decisione nella commissione Stupefacenti. Nel voto sulle
raccomandazioni dell'OMS l'Ungheria ha votato per due volte in contrasto con la
posizione dell'Unione. La Commissione ha pertanto avviato la procedura di
infrazione nei confronti dell'Ungheria con una lettera di costituzione in mora
inviata il 18 febbraio 2021, cui ha fatto seguito un parere motivato il 12
novembre 2021. Poiché la risposta al parere motivato non è stata soddisfacente,
la Commissione ha deciso di deferire l'Ungheria alla Corte di giustizia
dell'UE. Per ulteriori informazioni consultare il comunicato stampa.
4. Giustizia
(Per ulteriori informazioni: Christian
Wigand – Tel. +32 229 62253; Katarzyna Kolanko – Tel. +32 229 63444; Cristina Torres Castillo –
Tel. +32 229 90679)
Pareri motivati
Diritti procedurali: la Commissione invita
la POLONIA a recepire la direttiva relativa al diritto di avvalersi di un
avvocato difensore e di comunicare con terzi in seguito all'arresto
Oggi la Commissione ha deciso di inviare
un parere motivato alla Polonia (INFR(2021)2077)
per il non completo recepimento della direttiva relativa al diritto di
avvalersi di un difensore e di comunicare con terzi in seguito all'arresto (direttiva 2013/48/UE).
La Polonia non ha recepito le misure specifiche che si applicano ai minori.
Queste misure sono volte a garantire che, se le persone private della libertà
personale nell'ambito di un procedimento penale sono minorenni, qualora
informare il titolare della responsabilità genitoriale sia contrario
all'interesse superiore del minore, un'altra persona idonea sia informata della
privazione della loro libertà personale e dei motivi che hanno condotto a tale
situazione. Il 15 luglio 2021 la
Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora alla Polonia,
invitandola a recepire interamente la direttiva. Dopo aver esaminato la
risposta della Polonia, la Commissione ha stabilito che il recepimento non è
avvenuto in misura soddisfacente. La Polonia dispone ora di 2 mesi per
rispondere ai rilievi espressi dalla Commissione, trascorsi i quali, in assenza
di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di deferire il
caso alla Corte di giustizia dell'UE.
Deferimenti alla Corte di giustizia
Protezione degli informatori: la
Commissione decide di deferire 8 Stati membri alla Corte di giustizia
Oggi la Commissione ha deciso di
deferire Cechia (INFR(2022)0043), Germania (INFR(2022)0052), Estonia (INFR(2022)0055), Spagna (INFR(2022)0073), Italia (INFR(2022)0106), Lussemburgo (INFR(2022)0119), Ungheria (INFR(2022)0093)
e Polonia (INFR(2022)0150)
alla Corte di giustizia dell'UE per il non completo recepimento e la mancata
notifica delle misure nazionali di recepimento nel rispettivo ordinamento
nazionale della direttiva riguardante la protezione delle persone che segnalano
violazioni del diritto dell'Unione (direttiva (UE) 2019/1937). La direttiva impone
agli Stati membri di fornire agli informatori che operano nel settore pubblico
e privato canali efficaci per segnalare le violazioni delle norme dell'UE in
via riservata, istituendo un solido sistema di protezione dalle ritorsioni. Ciò
vale sia per segnalazioni interne (effettuate all'interno di un'organizzazione)
sia esterne (effettuate presso un'autorità pubblica competente). Gli Stati
membri erano tenuti ad adottare le misure necessarie per conformarsi alle
disposizioni della direttiva entro il 17 dicembre 2021. Nel gennaio 2022 la
Commissione ha inviato lettere di costituzione in mora a 24 Stati membri che
non avevano recepito pienamente la direttiva né notificato alla Commissione le
misure di recepimento entro il termine stabilito. Nel luglio 2022 la
Commissione ha inoltre inviato pareri motivati a 15 Stati membri e poi,
nel settembre 2022,
ad altri 4 Stati membri per mancata comunicazione delle misure di recepimento
integrale della direttiva. Poiché la risposta di 8 Stati membri ai pareri
motivati della Commissione non è stata soddisfacente, quest'ultima ha deciso di
deferirli alla Corte di giustizia dell'UE. Per ulteriori informazioni
consultare il comunicato stampa.
Stato di diritto: La Commissione decide di
deferire la POLONIA alla Corte di giustizia per violazioni del diritto dell'UE
da parte del suo Tribunale costituzionale
Oggi la Commissione ha deciso di deferire
la Polonia (INFR(2021)2261)
alla Corte di giustizia dell'UE per violazioni del diritto dell'UE da parte del
Tribunale costituzionale polacco e della sua giurisprudenza. La Commissione ha
avviato la procedura di infrazione inviando alla Polonia una lettera di
costituzione in mora il 22 dicembre 2021.
Ciò ha fatto seguito alle sentenze del Tribunale costituzionale polacco del
2021, nelle quali aveva definito alcune disposizioni dei trattati dell'UE
incompatibili con la Costituzione polacca, contestando espressamente il primato
del diritto dell'UE. L'obiettivo della Commissione è garantire la tutela dei
diritti dei cittadini polacchi, che devono poter godere del vantaggio di essere
parte dell'UE allo stesso modo di tutti i cittadini dell'UE. Il primato del
diritto dell'UE garantisce che il diritto dell'UE sia applicato equamente in
tutta l'Unione. Con dette sentenze il Tribunale costituzionale ha violato i
principi generali di autonomia, primato, effettività, applicazione uniforme del
diritto dell'Unione e l'effetto vincolante delle sentenze della Corte di giustizia
dell'UE. La Commissione ritiene che tali sentenze violino anche
l'articolo 19, paragrafo 1, TUE, che garantisce il diritto a una
tutela giurisdizionale effettiva, fornendogli un'interpretazione indebitamente
restrittiva che, dinanzi ai giudici polacchi, priva i cittadini di tutte le
garanzie previste da tale disposizione. La Commissione ritiene inoltre che il
Tribunale costituzionale non soddisfi più i requisiti di un tribunale
indipendente e imparziale, precostituito per legge. Ciò è dovuto alle irregolarità
nelle procedure di nomina di tre giudici nel dicembre 2015 e nell'elezione del
presidente nel dicembre 2016. In data 15 luglio 2022 la
Commissione ha deciso di inviare un parere motivato alla Polonia, cui la
Polonia ha risposto il 14 settembre 2022, respingendo il ragionamento della
Commissione. La risposta della Polonia non risponde ai rilievi della
Commissione. La Commissione ha pertanto deciso in data odierna di deferire la
Polonia alla Corte di giustizia dell'UE. Per ulteriori informazioni consultare
il comunicato stampa.
5. Energia e clima
(Per ulteriori informazioni: Tim McPhie – Tel. +32 229 58602; Giulia Bedini
– Tel. +32 229 58661)
Lettere di costituzione in mora
Etichette energetiche: la Commissione
invita i PAESI BASSI a conformarsi al regolamento dell'UE sull'etichettatura
dei pneumatici
La Commissione ha deciso di avviare una
procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora ai Paesi
Bassi (INFR(2022)2219)
per mancata notifica delle norme nazionali relative alle sanzioni e ai
meccanismi esecutivi previsti dal regolamento dell'UE sull'etichettatura dei
pneumatici in relazione al consumo di carburante e ad altri parametri (regolamento (UE) 2020/740).
Gli Stati membri erano tenuti a notificare
alla Commissione le rispettive norme relative alle sanzioni e ai meccanismi
esecutivi entro il 1º maggio 2021. I Paesi Bassi non avevano notificato le
proprie norme alla Commissione entro il termine stabilito. La Commissione ha
preso contatto con le autorità neerlandesi nel giugno 2021 e ha ricordato ai
Paesi Bassi tale obbligo di comunicazione. Poiché tuttavia i Paesi Bassi non
hanno ancora adottato o notificato il loro regime di sanzioni, la Commissione
ha deciso di inviare una lettera di costituzione in mora. I Paesi Bassi
dispongono ora di 2 mesi per rispondere e notificare il loro regime di sanzioni
alla Commissione, trascorsi i quali quest'ultima potrà decidere di inviare un
parere motivato.
Energia da impianti offshore: la
Commissione invita CIPRO a recepire correttamente le norme dell'UE sulla
sicurezza delle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi
La Commissione ha deciso di avviare una
procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora a Cipro (INFR(2022)2220)
per il non corretto recepimento nell'ordinamento nazionale di talune
disposizioni della direttiva dell'UE sulla sicurezza delle operazioni in mare (direttiva 2013/30/UE).
La direttiva ha introdotto norme che contribuiscono a prevenire gli incidenti
negli impianti energetici in mare e a reagire in modo rapido ed efficiente
qualora tali incidenti si verifichino. Gli Stati membri devono garantire che le
imprese alle quali concedono licenze di esplorazione o di produzione dispongano
delle necessarie competenze tecniche e capacità finanziarie e abbiano risorse
disponibili in caso di necessità. È necessario che sia istituita un'autorità
indipendente per garantire il rispetto dei requisiti di sicurezza, nonché un
sistema adeguato per gestire le richieste di indennizzo in caso di incidente.
Le imprese sono pienamente responsabili dei danni ambientali arrecati alle
specie e agli habitat naturali protetti. Il termine per il recepimento della
direttiva nell'ordinamento nazionale era fissato al 19 luglio 2015. La
Commissione ha sostenuto Cipro nel recepimento e nell'attuazione delle norme
dell'UE, ma ha riscontrato che alcune disposizioni non sono state recepite
correttamente. Cipro dispone ora di 2 mesi per rimediare alle carenze segnalate
dalla Commissione, trascorsi i quali quest'ultima potrà decidere di inviare un
parere motivato.
Pareri motivati
Energie rinnovabili: la Commissione esorta
la LETTONIA e la POLONIA a recepire pienamente la direttiva sulle energie
rinnovabili
Oggi la Commissione ha deciso di inviare
pareri motivati a Lettonia (INFR(2021)0293)
e Polonia (INFR(2021)0317)
per il non completo recepimento delle norme dell'UE sulla promozione dell'uso
dell'energia da fonti rinnovabili di cui alla direttiva (UE) 2018/2001. La direttiva stabilisce il quadro giuridico per lo
sviluppo delle energie rinnovabili nei settori dell'energia elettrica, del
riscaldamento e raffrescamento e dei trasporti nell'UE. Essa fissa per l'UE un
obiettivo vincolante per il 2030 pari almeno al 32% di energie rinnovabili;
comprende inoltre misure volte a garantire che il sostegno alle energie
rinnovabili sia efficace sotto il profilo dei costi e a semplificare le
procedure amministrative per i progetti relativi alle energie rinnovabili. La
direttiva facilita altresì la partecipazione dei cittadini alla transizione
energetica e fissa obiettivi specifici per aumentare entro il 2030 la quota di
energie rinnovabili nei settori del riscaldamento e raffrescamento e dei trasporti.
Il termine per il recepimento della direttiva nell'ordinamento nazionale era
fissato al 30 giugno 2021. Nel luglio 2021 la Commissione ha inviato una
lettera di costituzione in mora ai 2 Stati membri. Ad oggi Lettonia e Polonia
hanno recepito solo parzialmente la direttiva. I due paesi dispongono ora di 2
mesi per conformarsi all'obbligo di recepimento e darne notifica alla
Commissione, trascorsi i quali quest'ultima potrà decidere di deferire i casi
alla Corte di giustizia dell'UE.
Prestazione energetica nell'edilizia: la
Commissione esorta i PAESI BASSI a recepire pienamente la direttiva sulla
prestazione energetica nell'edilizia
Oggi la Commissione ha deciso di inviare
un parere motivato ai Paesi Bassi (INFR(2021)2272)
in quanto il paese non ha garantito il pieno recepimento nell'ordinamento
nazionale della direttiva (UE) 2018/844, che ha modificato la direttiva 2010/31/UE sulla
prestazione energetica nell'edilizia. La direttiva ha introdotto nuovi elementi
per rafforzare il quadro esistente, come requisiti minimi di prestazione
energetica per gli edifici di nuova costruzione, la mobilità elettrica e i
punti di ricarica, e nuove norme sull'ispezione degli impianti di riscaldamento
e di condizionamento d'aria. Il termine per il recepimento della direttiva
nell'ordinamento nazionale è scaduto il 10 marzo 2020. Nel febbraio 2022 la
Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora ai Paesi Bassi dopo aver riscontrato che non
tutte le disposizioni della direttiva erano state trasposte nel diritto
nazionale. Dopo aver esaminato la risposta dei Paesi Bassi e le misure
nazionali di recepimento notificate, la Commissione ritiene che la direttiva
non sia ancora stata recepita integralmente. I Paesi Bassi dispongono ora di 2
mesi per conformarsi all'obbligo di recepimento e darne notifica alla
Commissione, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di deferire il
caso alla Corte di giustizia dell'UE.
Efficienza energetica: la Commissione
esorta l'UNGHERIA a completare il recepimento della direttiva sull'efficienza
energetica
Oggi la Commissione ha deciso di inviare
un parere motivato all'Ungheria (INFR(2020)0530)
in quanto il paese non ha garantito il pieno recepimento della direttiva
riveduta sull'efficienza energetica (direttiva (UE) 2018/2002) che ha modificato la direttiva 2012/27/UE.
La direttiva mira a istituire un quadro comune di misure per promuovere
l'efficienza energetica e fissa per l'UE un obiettivo vincolante di efficienza
energetica di almeno il 32,5 % per il 2030. Gli Stati membri erano tenuti
a recepire la direttiva entro il 25 ottobre 2020. Nel novembre 2020 la
Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora all'Ungheria, dalla
quale non aveva ricevuto notifica del pieno recepimento della direttiva. Dopo
avere esaminato le misure nazionali di recepimento, la Commissione ritiene che
il recepimento della direttiva non sia ancora completo. L'Ungheria dispone ora
di 2 mesi per conformarsi all'obbligo di recepimento e darne notifica alla
Commissione, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di deferire il
caso alla Corte di giustizia dell'UE.
Radioprotezione: La Commissione esorta il
PORTOGALLO a recepire correttamente la direttiva Euratom sull'acqua potabile
Oggi la Commissione ha deciso di inviare
un parere motivato al Portogallo (INFR(2021)2096) chiedendo
il corretto recepimento nell'ordinamento nazionale della direttiva Euratom
sull'acqua potabile (direttiva 2013/51/Euratom del Consiglio). La direttiva stabilisce requisiti per la tutela
della salute della popolazione relativamente alle sostanze radioattive presenti
nelle acque destinate al consumo umano. Essa stabilisce i valori di parametro,
la frequenza e i metodi per il controllo di tali sostanze e prevede
l'istituzione di programmi di controllo per verificare se le acque potabili
siano conformi ai requisiti fissati dalla direttiva. La direttiva prevede
inoltre che i cittadini siano informati in modo adeguato e appropriato in
merito alla qualità dell'acqua che consumano. Nel luglio 2021 la Commissione ha
inviato una lettera di costituzione in mora al Portogallo, invitandolo a conformarsi alle
prescrizioni della direttiva. A oggi la Commissione rimane dell'opinione che lo
Stato membro non abbia ancora recepito correttamente la direttiva. Il
Portogallo dispone ora di 2 mesi per rimediare alle carenze individuate dalla
Commissione, trascorsi i quali quest'ultima potrà decidere di deferire il caso
alla Corte di giustizia dell'UE.
Deferimenti alla Corte di giustizia
La Commissione decide di deferire la
CROAZIA, l'UNGHERIA e il PORTOGALLO alla Corte di giustizia per assicurare lo
sviluppo delle energie rinnovabili
Oggi la Commissione ha deciso di
deferire Croazia (INFR(2021)0248), Ungheria (INFR(2021)0256),
e Portogallo (INFR(2021)0326)
alla Corte di giustizia dell'UE per mancata notifica del pieno recepimento
della direttiva (UE) 2018/2001 sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti
rinnovabili. Questi Stati membri non hanno provveduto a notificare in modo
adeguato i casi in cui hanno recepito ciascuna disposizione della direttiva
nella rispettiva legislazione nazionale. La direttiva stabilisce il quadro
giuridico per lo sviluppo delle energie rinnovabili nei settori dell'energia
elettrica, del riscaldamento e raffrescamento e dei trasporti nell'UE. Essa
fissa per l'UE un obiettivo vincolante per il 2030 pari almeno al 32% di
energie rinnovabili; comprende inoltre misure volte a garantire che il sostegno
alle energie rinnovabili sia efficace sotto il profilo dei costi e a
semplificare le procedure amministrative per i progetti relativi alle energie
rinnovabili. La direttiva facilita altresì la partecipazione dei cittadini alla
transizione energetica e fissa obiettivi specifici per aumentare entro il 2030
la quota di energie rinnovabili nei settori del riscaldamento e raffrescamento
e dei trasporti. Il termine per il recepimento della direttiva nell'ordinamento
nazionale era fissato al 30 giugno 2021. Nel luglio 2021 la Commissione ha
inviato lettere di costituzione in mora a tutti gli Stati membri in merito al
recepimento della direttiva, e nel maggio 2022 ha inviato pareri motivati a
10 Stati membri. La Commissione ora ha deciso di deferire Croazia, Ungheria e
Portogallo alla Corte di giustizia dell'UE chiedendo l'imposizione
di sanzioni pecuniarie a norma dell'articolo 260, paragrafo 3, TFUE. Per
consultare il comunicato stampa al riguardo cliccare qui.
6. Stabilità finanziaria, servizi
finanziari e Unione dei mercati dei capitali
(Per ulteriori informazioni: Arianna Podesta – Tel. +32 229 87024, Aikaterini
Apostola - Tel. +32 229 87624)
Lettere di costituzione in mora
Antiriciclaggio: la Commissione esorta la
LETTONIA a completare il recepimento della quinta direttiva
antiriciclaggio
La Commissione ha deciso di avviare una
procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora alla Lettonia (INFR(2022)2217)
per il non completo recepimento della quinta direttiva antiriciclaggio. La direttiva doveva essere recepita entro il 10
gennaio 2020 e la Lettonia ha ufficialmente dichiarato di averne effettuato il
pieno recepimento. La Commissione ritiene tuttavia che diverse disposizioni
della direttiva di fatto non siano state recepite. Tra le disposizioni mancanti
si annoverano quelle che considerano soggetti obbligati i prestatori di servizi
di portafoglio digitale (i soggetti che forniscono servizi di salvaguardia di
chiavi crittografiche private per conto dei propri clienti, al fine di
detenere, memorizzare e trasferire valute virtuali). Altre disposizioni
mancanti si riferiscono all'obbligo che incombe ai trust di fornire le
informazioni necessarie al registro centrale nazionale, nonché a determinati
obblighi delle autorità competenti e degli organi di autoregolamentazione
finalizzati a garantire la trasparenza e la vigilanza in Lettonia. Le norme
antiriciclaggio sono determinanti nella lotta contro il riciclaggio di denaro e
il finanziamento del terrorismo. Alcuni scandali recenti legati a casi di
riciclaggio hanno evidenziato la necessità di norme più severe a livello
dell'UE. Le lacune legislative di uno Stato membro si ripercuotono sull'insieme
dell'UE. Per tali motivi le norme dell'UE dovrebbero essere attuate, e la loro
attuazione controllata in modo efficiente al fine di combattere la criminalità
e proteggere il nostro sistema finanziario. In assenza di una risposta
soddisfacente da parte della Lettonia entro 2 mesi, la Commissione potrà
decidere di inviare un parere motivato.
Revisione legale dei conti: la Commissione
invita l'ITALIA a recepire correttamente la direttiva sulla revisione legale
dei conti
Oggi la Commissione ha inviato una lettera
di costituzione in mora all'Italia (INFR(2022)2218)
per il non completo recepimento della direttiva sulla revisione legale dei
conti (direttiva 2006/43/CE). Le norme in essa
stabilite prevedono la designazione di un'autorità competente che assume la
responsabilità finale per le mansioni di controllo nel settore della revisione
legale dei conti annuali e dei conti consolidati (direttiva 2014/56/UE).
Per incrementare la trasparenza del controllo dei revisori e per consentire una
maggiore responsabilità, la direttiva sulle revisioni legali impone agli Stati
membri di designare una singola autorità che assume la responsabilità finale
delle mansioni di controllo. La legislazione nazionale italiana prevede
tuttavia due diverse autorità, che in parte condividono alcune mansioni di
controllo, senza designarne espressamente una che si assuma la responsabilità
finale per ciascuna di tali mansioni. La Commissione ha concluso che le
autorità italiane non hanno recepito correttamente la pertinente disposizione
della direttiva sulle revisioni legali. In assenza di un riscontro
soddisfacente da parte dell'Italia entro 2 mesi, la Commissione potrà decidere
di inviare un parere motivato.
Pareri motivati
Antiriciclaggio: la Commissione esorta la
SLOVACCHIA a recepire interamente la quinta direttiva
antiriciclaggio
Oggi la Commissione ha deciso di inviare
un parere motivato alla Slovacchia (INFR(2020)2018)
per il non completo recepimento della quinta direttiva antiriciclaggio. La direttiva doveva essere recepita entro il 10
gennaio 2020 e la Slovacchia ha ufficialmente dichiarato di averne effettuato
il pieno recepimento. La Commissione ritiene tuttavia che diverse disposizioni
della direttiva di fatto non siano state recepite. Le disposizioni mancanti si
riferiscono all'obbligo che incombe alle società o ad altri soggetti giuridici
di fornire le informazioni necessarie al registro centrale nazionale, come pure
all'obbligo, spettante alla Slovacchia, di garantire che le autorità competenti
preposte alla vigilanza degli enti creditizi e degli istituti finanziari
cooperino tra loro ai fini della direttiva. Le norme antiriciclaggio sono
determinanti nella lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del
terrorismo. Le lacune legislative di uno Stato membro si ripercuotono
sull'insieme dell'UE. Per tali motivi le norme dell'UE dovrebbero essere
attuate, e la loro attuazione controllata in modo efficiente al fine di
combattere la criminalità e proteggere il nostro sistema finanziario. La
Slovacchia dispone ora di 2 mesi per rispondere e adottare le misure
necessarie, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di deferire il caso
alla Corte di giustizia dell'UE
Corte di giustizia dell'UE (CGUE).
La Commissione esorta la SPAGNA a recepire
pienamente le leggi che mirano a eliminare gli ostacoli normativi, compresi i
rischi, ai sensi della direttiva sui rischi di sostenibilità
Oggi la Commissione ha inviato un parere
motivato alla Spagna (INFR(2022)0357)
per il non completo recepimento della direttiva (UE) 2021/1270 (direttiva sui rischi di sostenibilità per gli
OICVM) La direttiva delegata chiarisce l'attuale obbligo, per i gestori
patrimoniali, in integrare in una prospettiva outside-in
i rischi di sostenibilità quali definiti dal regolamento
relativo all'informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari e determinate
implicazioni dovute al dovere di diligenza di tale regolamento, in particolare
quando i gestori patrimoniali divulgano informazioni relative alla
considerazione degli effetti negativi sulla sostenibilità. La direttiva sui
rischi per la sostenibilità degli OICVM aggiunge l'obbligo, per le società di
investimento, di integrare i rischi di sostenibilità nella gestione degli
OICVM, tenendo conto della natura, della portata e della complessità
dell'attività delle società di investimento. La direttiva non è stata
pienamente recepita nell'ordinamento spagnolo entro il termine del 31 luglio
2022. La Spagna dispone ora di 2 mesi per rispondere e adottare le misure
necessarie, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di deferire il caso
alla Corte di giustizia dell'UE
7. Mobilità e trasporti
(Per ulteriori informazioni: Adalbert Jahnz – Tel. +32 229
53156, Anna Wartberger - Tel. +32 229 82054)
Lettere di costituzione in mora
Sicurezza marittima: la Commissione invita
la SVEZIA ad adempiere ai propri obblighi previsti dalla normativa UE
La Commissione ha deciso di avviare una
procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora alla Svezia (INFR(2022)2206)
per il mancato rispetto degli obblighi derivanti dalla normativa dell'UE in
materia di sicurezza marittima (regolamento (CE) n. 725/2004, direttiva 2005/65/CE e regolamento (CE) n. 324/2008). Il quadro giuridico stabilisce requisiti di
sicurezza per navi, impianti portuali e porti e definisce procedure per le
ispezioni di sicurezza marittima. Tali misure sono importanti per rafforzare la
sicurezza dei porti contro le minacce di atti illeciti intenzionali e la
resilienza delle infrastrutture critiche dell'UE. La Svezia non svolge tutti i
compiti amministrativi e di controllo necessari per l'efficace attuazione di
tali norme di sicurezza marittima. La Svezia dispone ora di 2 mesi per
rispondere alle argomentazioni formulate dalla Commissione; trascorsi i quali
quest'ultima potrà decidere di inviare un parere motivato.
Sorveglianza della sicurezza
dell'aviazione civile: la Commissione invita l'ESTONIA a conformarsi alle norme
dell'UE in materia di gestione della sicurezza e segnalazione di eventi
La Commissione ha deciso di avviare una
procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora all'Estonia (INFR(2022)2171) per il
mancato rispetto delle norme dell'UE in materia di gestione della sicurezza
aerea e segnalazione di eventi. Conformemente alle norme UE di cui al regolamento (UE) 2018/1139 e
relative norme di applicazione (regolamenti (UE) n. 1178/2011, (UE) n. 965/2012, (UE) n. 139/2014 e (UE) 2015/340),
le autorità competenti degli Stati membri sono tenute a garantire l'attuazione
di un'efficace gestione dei rischi per la sicurezza aerea che garantisca, tra
l'altro, la conduzione di audit interni. Tale sistema di gestione deve disporre
di sufficiente personale qualificato e consentire lo scambio di informazioni e
l'assistenza con le altre autorità competenti interessate. Un'adeguata gestione
della sicurezza e la segnalazione di eventi sono fondamentali per migliorare
costantemente la sicurezza dei passeggeri e del personale dell'aviazione. Le
indagini svolte dall'Agenzia dell'Unione europea per la sicurezza aerea (AESA)
hanno dimostrato che il sistema di gestione estone non è conforme a questi
requisiti. Il regolamento (UE) n. 376/2014 impone inoltre agli Stati membri di analizzare
le segnalazioni periodiche di eventi e di individuare le misure correttive
appropriate. L'Estonia non è stata in grado di provare che tale obbligo è stato
rispettato. Non solo il programma statale di sicurezza estone non prevede
alcuna analisi delle segnalazioni, ma il riesame annuale della sicurezza
condotto in Estonia non identifica azioni avviate in risposta alle segnalazioni
di eventi ricevute. L'Estonia dispone ora di 2 mesi per rispondere alla lettera
di costituzione in mora, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di
inviare un parere motivato.
Trasporto su strada: la Commissione invita
la DANIMARCA a recepire le norme dell'UE sul telepedaggio
La Commissione ha deciso di avviare una
procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora alla Danimarca (INFR(2022)2207)
per il mancato recepimento nell'ordinamento nazionale di tutte le disposizioni
della direttiva sul servizio europeo di telepedaggio (S.E.T.)(direttiva (UE) 2019/520). Il sistema europeo di pedaggio consente agli utenti
della strada di pagare facilmente i pedaggi in tutta l'UE sottoscrivendo un
unico contratto con un unico fornitore di servizi e utilizzando un'unica
apparecchiatura di bordo che funziona in tutti gli Stati membri. Limitando le
transazioni in contanti presso le stazioni di pedaggio ed eliminando le
procedure onerose per gli utenti occasionali, il S.E.T. agevola le operazioni
quotidiane per gli utenti della strada, migliora i flussi di traffico e riduce
le congestioni. Il fine ultimo della direttiva non è solo quello di garantire
l'interoperabilità tra i sistemi di telepedaggio stradale, ma anche di
agevolare lo scambio transfrontaliero di informazioni in caso di mancato
pagamento dei pedaggi stradali. Il termine per il recepimento della direttiva
era fissato al 19 ottobre 2021. Il recepimento incompleto di queste norme
costituisce un ostacolo all'interoperabilità tra i sistemi di telepedaggio
stradale negli Stati membri e all'applicazione transfrontaliera dei pedaggi
stradali. In assenza di una risposta soddisfacente da parte della Danimarca
entro 2 mesi, la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato.
Trasporto ferroviario: la
Commissione esorta l'UNGHERIA a recepire correttamente le norme dell'UE in
materia di sicurezza ferroviaria
La Commissione ha deciso di avviare una
procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora all'Ungheria INFR(2022)2099)
per il non corretto recepimento delle norme in materia di sicurezza ferroviaria
della direttiva (UE) 2016/798 e del regolamento (UE) 2016/796. Tale quadro giuridico mira a garantire una rete ferroviaria
europea efficiente, sicura e senza soluzione di continuità, basata su norme
armonizzate a livello di UE, applicate ai servizi ferroviari nazionali e
transfrontalieri. Conformemente al regolamento, l'Agenzia dell'Unione europea
per le ferrovie (ERA) ha effettuato un audit dell'autorità nazionale ungherese
preposta alla sicurezza nel 2018 e ha individuato gravi carenze che incidono
sulle funzioni fondamentali dell'autorità. In seguito a un approfondito
monitoraggio delle azioni attuate dall'Ungheria per porre rimedio alle carenze
individuate, l'ERA ha concluso che l'autorità nazionale ungherese preposta alla
sicurezza non ha dato un seguito solido e credibile al piano d'azione per
risolvere la situazione. La Commissione chiede pertanto la corretta attuazione
delle pertinenti norme dell'UE in materia di sicurezza ferroviaria e l'adozione
di misure adeguate per ovviare alle carenze riscontrate dall'ERA. In assenza di
una risposta soddisfacente da parte dell'Ungheria entro 2 mesi, la Commissione
potrà decidere di inviare un parere motivato.
Deferimenti alla Corte di giustizia
La Commissione decide di deferire la
GRECIA alla Corte di giustizia per l'inosservanza delle norme sul trasporto
ferroviario
Oggi la Commissione ha deciso di deferire
la Grecia (INFR(2017)2141)
alla Corte di giustizia dell'UE per mancato adempimento degli obblighi previsti
dalla direttiva sullo spazio ferroviario europeo unico (2012/34/UE).
Secondo la direttiva gli Stati membri
erano tenuti a provvedere affinché entro il 16 giugno 2015 fosse concluso un
contratto tra l'autorità nazionale competente e il gestore dell'infrastruttura
ferroviaria, il quale doveva essere pubblicato entro un mese. Tali accordi sono
particolarmente importanti per la trasparenza dei futuri progetti nella rete di
infrastrutture ferroviarie.
Nonostante gli scambi tra la Commissione e
la Grecia, le autorità nazionali non hanno ancora firmato e pubblicato
l'accordo contrattuale con il gestore dell'infrastruttura ferroviaria greca
OSE.
La Commissione ha avviato la procedura di
infrazione nei confronti della Grecia nel dicembre 2020 e ha inviato un parere
motivato nel dicembre 2021. Poiché la Grecia continua a violare la direttiva,
la Commissione ha deciso di deferire il caso alla Corte di giustizia dell'UE.
Maggiori informazioni sono disponibili nel comunicato stampa.
8. Economia digitale
(Per ulteriori informazioni: Johannes Bahrke – Tel. +32 229 58615; Charles Manoury
– Tel. +32 229 13391)
Deferimenti alla Corte di giustizia
Diritti d'autore: la Commissione decide di
deferire 11 Stati membri alla Corte di giustizia per recepimento incompleto
nell'ordinamento nazionale delle norme dell'UE sul diritto d'autore
Oggi la Commissione ha deciso di deferire
11 Stati membri alla Corte di giustizia dell'UE per mancata notifica alla
Commissione delle misure di recepimento previste da due direttive in materia di
diritto d'autore La Commissione ha deciso di deferire Bulgaria (INFR(2021)0160), Danimarca (INFR(2021)0196), Finlandia (INFR(2021)0232), Lettonia (INFR(2021)0296), Polonia (INFR(2021)0321)
e Portogallo (INFR(2021)0330)
alla Corte di giustizia dell'UE per notifica incompleta delle misure di
recepimento in materia di diritto d'autore e diritti connessi sul mercato unico
digitale (direttiva (UE) 2019/790). In secondo luogo, con riferimento alla direttiva
dell'UE sul diritto d'autore e diritti connessi applicabili a talune
trasmissioni online (direttiva UE 2019/789), la Commissione ha deciso di deferire Bulgaria (INFR(2021)0159), Finlandia (INFR(2021)0231), Lettonia (INFR(2021)0295), Polonia (INFR(2021)0320)
e Portogallo (INFR(2021)0329)
alla Corte di giustizia dell'UE per mancata notifica alla Commissione del
completo recepimento delle norme UE.
Queste 2 direttive mirano a modernizzare
le norme sul diritto d'autore in modo che i consumatori e i creatori di
contenuti possano trarre il massimo dal mondo digitale. Esse proteggono i
titolari dei diritti provenienti da diversi settori, stimolano la creazione e
la circolazione di un numero maggiore di contenuti di valore elevato e offrono
agli utenti una maggiore scelta di contenuti, riducendo i costi di transazione
e agevolando la distribuzione di programmi radiofonici e televisivi in tutta
l'UE. Il 23 luglio 2021 la Commissione ha inviato lettere di costituzione in
mora agli Stati membri che non avevano completato il recepimento delle due
direttive. il 19 maggio 2022 la Commissione vi ha dato seguito con l'invio
di pareri motivati a
10 Stati membri per la mancata notifica del recepimento della direttiva (UE)
2019/789 e a 13 Stati membri per la direttiva (UE) 2019/790. Per consultare il
comunicato stampa al riguardo cliccare qui.
Direttiva sull'apertura dei dati: la Commissione
decide di deferire il BELGIO, la BULGARIA, la LETTONIA e i PAESI BASSI alla
Corte di giustizia per mancata attuazione delle norme dell'UE sull'apertura dei
dati e il riutilizzo dell'informazione del settore pubblico
Oggi la Commissione ha deciso di
deferire Belgio (INFR(2021)0370), Bulgaria (INFR(2021)0375), Lettonia (INFR(2021)0463)
e Paesi Bassi (INFR(2021)0474)
alla Corte di giustizia dell'UE in relazione al recepimento nel rispettivo
ordinamento nazionale delle norme UE sull'apertura dei dati e il riutilizzo
dell'informazione del settore pubblico (direttiva UE 2019/1024, chiamata "direttiva sull'apertura dei
dati"). I 4 Stati membri non hanno comunicato le rispettive misure
nazionali entro il termine fissato per il 17 luglio 2021. Nel settembre 2021
sono state inviate lettere di costituzione in mora, seguite da pareri motivati
inviati a tali Stati membri tra aprile e giugno 2022. La direttiva
sull'apertura dei dati e il riutilizzo dell'informazione del settore pubblico,
adottata il 20 giugno 2019, mira a rendere disponibili a tutti i vantaggi
offerti dai dati e contribuisce ad aumentare la disponibilità per il riutilizzo
della vasta e preziosa massa di risorse di dati prodotte dal settore pubblico.
In tal modo saranno ridotti gli ostacoli all'ingresso delle PMI sul mercato,
grazie a minori costi per il riutilizzo dei dati; diventeranno disponibili
quantità maggiori di dati e aumenteranno le opportunità commerciali, attraverso
la condivisione dei dati tramite interfacce per programmi applicativi (API). La
direttiva stimola lo sviluppo di soluzioni innovative come le applicazioni per
la mobilità, aumenta la trasparenza aprendo l'accesso ai dati della ricerca
finanziata con fondi pubblici e sostiene in questo modo le nuove tecnologie,
compresa l'intelligenza artificiale. Per consultare il comunicato stampa al
riguardo cliccare qui.
9. Lavoro e diritti sociali
(Per ulteriori informazioni: Veerle Nuyts – Tel. +32 229
96302; Flora Matthaes – Tel. +32 229 83951)
Lettere di costituzione in mora
Mobilità dei lavoratori: la Commissione
invita l'ITALIA ad allineare la sua legislazione sul reddito di
cittadinanza al diritto dell'UE
La Commissione ha deciso di avviare una
procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora all'Italia (INFR(2022)4024)
in ragione del fatto che il suo regime di reddito minimo non è in linea con il
diritto dell'UE in materia di libera circolazione dei lavoratori, diritti dei
cittadini, soggiornanti di lungo periodo e protezione internazionale. Una delle
condizioni per accedere al reddito di cittadinanza in Italia è di aver
soggiornato nel paese per 10 anni, di cui 2 consecutivi, prima di poter
presentare la richiesta. A norma del regolamento (UE) n. 492/2011 e della direttiva 2004/38/CE,
le prestazioni di sicurezza sociale come il "reddito di cittadinanza"
dovrebbero essere pienamente accessibili ai cittadini dell'UE che sono lavoratori
subordinati o autonomi o che hanno perso il lavoro, indipendentemente da dove
abbiano soggiornato in passato. Inoltre, i cittadini dell'UE non impegnati in
un'attività lavorativa per altri motivi dovrebbero poter beneficiare della
prestazione alla sola condizione di essere legalmente residenti in Italia da
almeno tre mesi. Oltre a ciò la direttiva 2003/109/CE prevede che i soggiornanti di lungo periodo
provenienti da paesi terzi abbiano accesso a tale prestazione. Pertanto il
requisito dei 10 anni di residenza si configura come discriminazione indiretta,
in quanto è più probabile che i cittadini non italiani non riescano a
soddisfare tale criterio. Inoltre il regime di reddito minimo italiano
discrimina direttamente i beneficiari di protezione internazionale, i quali non
hanno accesso a tale prestazione, in violazione della direttiva 2011/95/UE.
Il requisito della residenza, infine, potrebbe impedire agli italiani di
trasferirsi al di fuori del paese per motivi di lavoro, in quanto non avrebbero
diritto al reddito minimo al rientro in Italia. L'Italia dispone ora di 2 mesi
per rispondere ai rilievi espressi dalla Commissione, trascorsi i quali
quest'ultima potrà decidere di inviare un parere motivato.
Coordinamento della previdenza sociale: la
Commissione invita l'ITALIA a conformarsi alle norme dell'UE
La Commissione ha deciso di avviare una
procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora all'Italia (INFR(2022)4113)
per il mancato rispetto delle norme dell'UE sul coordinamento della sicurezza
sociale (regolamento (CE) n. 883/2004) e sulla libera circolazione dei lavoratori (articolo 45 TFUE e regolamento (UE) n. 492/2011). Nel marzo 2022 l'Italia ha introdotto un nuovo
assegno familiare: l'"assegno unico e universale per i figli a
carico", cui hanno diritto solo persone residenti in Italia da almeno 2
anni, a condizione che vivano in uno stesso nucleo familiare insieme ai figli.
Secondo il parere della Commissione questa normativa è in contrasto con il
diritto dell'UE in quanto non tratta i cittadini dell'UE in modo equo e si
qualifica pertanto come discriminazione. Il regolamento sul coordinamento della
sicurezza sociale vieta inoltre qualsiasi requisito di residenza ai fini della
percezione di prestazioni di sicurezza sociale, quali gli assegni familiari.
L'Italia dispone ora di 2 mesi per rispondere ai rilievi espressi dalla
Commissione, trascorsi i quali quest'ultima potrà decidere di inviare un parere
motivato.
10. Agricoltura e sviluppo rurale
(Per ulteriori informazioni: Garcia Ferrer Miriam Tel. +32 2 299 90 75; Thérèse Lerebours – Tel. +32 2
296 33 03)
Lettere di costituzione in mora
Agricoltura:
la Commissione invita l'UNGHERIA a rispettare la sentenza della Corte sulle
disposizioni ungheresi che limitano la fissazione dei prezzi di vendita dei
prodotti agricoli e alimentari
La Commissione europea ha deciso di
inviare una lettera di costituzione in mora all'Ungheria (INFR(2016)4066)
in quanto il paese non ha attuato in modo repentino ed efficace la sentenza
della Corte di giustizia dell'UE nella causa C-400/19 Commissione/Ungheria (margini di
profitto). Nella sua sentenza dell'11 marzo 2021 la
Corte ha constatato che, vietando l'applicazione di margini di profitto diversi
per la vendita al dettaglio di prodotti agricoli e alimentari identici
provenienti da Stati membri diversi, e limitando così le modalità di formazione
dei prezzi dei prodotti agricoli e alimentari venduti ai consumatori dai
rivenditori, l'Ungheria è venuta meno agli obblighi previsti dal regolamento (UE) n. 1308/2013 recante organizzazione comune dei mercati dei
prodotti agricoli. Con lettera datata 3 maggio 2021 la Commissione ha chiesto
alle autorità ungheresi di illustrare le misure adottate per conformarsi alla
sentenza. Sebbene le autorità ungheresi avessero dichiarato nella loro risposta
che i lavori preparatori per l'attuazione della sentenza della Corte avevano
avuto inizio, da allora la Commissione non ha più ricevuto informazioni sulle
misure adottate dal governo ungherese. La Commissione ha pertanto deciso di
inviare una lettera di costituzione in mora all'Ungheria, che dispone di 2 mesi
per presentare le proprie osservazioni in merito alle questioni sollevate dalla
Commissione. Dopo avere preso conoscenza di tali osservazioni, la Commissione
si riserva il diritto di adire nuovamente la Corte di giustizia dell'UE e di
chiedere l'irrogazione di sanzioni pecuniarie all'Ungheria.
11. Bilancio
(Per ulteriori informazioni: Balazs Ujvari Tel. +32 2 295
45 78; Claire Joawn – Tel. +32 2 295 68 59)
Archiviazione
La Commissione archivia la procedura di
infrazione nei confronti del REGNO UNITO a seguito del pagamento delle risorse
proprie tradizionali dovute
Oggi la Commissione ha deciso di
archiviare la procedura di infrazione nei confronti del Regno Unito (INFR(2018)2008),
dopo che il Regno Unito ha messo a disposizione le risorse proprie tradizionali
e gli interessi dovuti al bilancio dell'UE. La Commissione ha aperto il caso
l'8 marzo 2018, dopo che una relazione dell'OLAF (l'ufficio europeo per la lotta
antifrode) aveva rilevato che gli importatori del Regno Unito
avevano eluso i dazi doganali. L'OLAF e la direzione generale del Bilancio (DG
BUDG) hanno confermato, in stretta collaborazione, l'entità del meccanismo di
frode per sottovalutazione attivo tramite l'hub nel Regno Unito tra il 2011 e
il 2017. Dopo vari scambi tra la Commissione e il Regno Unito, il caso è stato
portato dinanzi alla Corte di giustizia dell'UE. La Corte ha pronunciato la
sentenza (causa C-213/19)
l'8 marzo 2022. Su tale base, la Commissione ha ricalcolato gli importi dovuti
e il Regno Unito ha versato integralmente i rispettivi importi.
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▲ Rif.: ec-europa-eu / Commissione europea -
Rappresentanza It-Mi
Comunicato - 15 Febbraio 2023
:
Pacchetto
infrazioni di febbraio: decisioni principali
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