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FERRUCCIO FERRONI - ARCHITETTURA DELLA MATERIA

 

A cura di Roberto Mutti e Marcello Sparaventi

 

Foyer del Teatro “Carlo Goldoni”, Corinaldo (Ancona)

 

1 - 24 Marzo 2008

 

Comunicato stampa >>    -    da Photo Gallery >>    -    Biografia Ferruccio Ferroni >>

 

Immagine - Rif. Architettura della materia - Ferruccio Ferroni 1953

Architettura della materia - Ferruccio Ferroni 1953

 

 

Comunicato stampa

 

A pochi mesi dalla sua scomparsa, il grande fotografo marchigiano Ferruccio Ferroni verrà ricordato con una bella mostra, nella cornice esclusiva del Foyer del Teatro Carlo Goldoni di Corinaldo.

L’evento curato da Roberto Mutti e Marcello Sparaventi verrà inaugurato sabato 1 marzo 2008 alle ore 17.00; la mostra potrà essere visitata fino al 24 marzo.

Ferroni era nato nel 1920 a Mercatello sul Metauro nella provincia di Pesaro e Urbino, e ha vissuto a Senigallia. Dopo gli anni della guerra, la prigionia in Germania e due anni di ricovero in un sanatorio, si laurea in giurisprudenza nel 1953 ed eserciterà la professione di avvocato fino al 1992. Ferroni comincia a fotografare nel 1948, divenendo ben presto il più fedele e personale interprete delle teorie estetiche di Giuseppe Cavalli. Partecipa in quegli anni alle maggiori mostre nazionali e internazionali, riportando importanti riconoscimenti: fa parte dei gruppi fotografici La Gondola di Venezia diretto da Paolo Monti, e il Misa di Senigallia diretto e ideato da Giuseppe Cavalli. Molte sono le esposizioni a cui partecipa e i premi di cui viene insignito. Diverse anche le collezioni che accolgono le sue fotografie.

Il comune di Corinaldo rende omaggio a Ferroni, collaboratore e componente del comitato d’onore del ventennale concorso fotografico “Il Paese più bello del mondo”, ispirato al libro che lo scrittore Mario Carafoli dedicò al suo paese natale.

La fotografia simbolo della mostra “Architettura della materia”, realizzata nel 1953, è forse l’immagine più riuscita della sua lunga ricerca sul linguaggio fotografico; quando essa venne esposta per la prima volta a Firenze nella mostra “Fotografia italiana 1953”, curata da Cavalli e Monti alla Galleria della Vigna Nuova, Ferroni sorprese tutti per l’originale utilizzo della luce radente che rendeva i tagli sul legno fatti dall’accetta fortemente evocativi, ed oggi possiamo ben dire in linea anche con le ricerche pittoriche dell’arte informale italiana e internazionale.  

Le immagini esposte riguardano le fasi più significative della produzione di Ferroni: i primi anni Cinquanta, il sodalizio con Cavalli; la ricerca formale sulla materia, la più costante e originale; le immagini riflesse delle vetrine realizzate dalla metà degli anni Ottanta in poi, dopo aver sospeso la sua attività fotografica per circa venti anni.

La presentazione della mostra è di Roberto Mutti, noto critico e studioso milanese che scrive di fotografia per il quotidiano la Repubblica, ha curato numerose mostre in Italia e all’estero e, nel 2007, ha vinto il premio "Giuseppe Turroni" per la critica fotografica.

In questa occasione verrà inoltre presentata la videointervista “Ferruccio Ferroni - Architettura della materia” curata da Marcello Sparaventi, montata da Gianluca Vincenzetti e Fabio Carbonari dove il fotografo senigalliese racconta la sua vita, le dolorose esperienze patite in guerra e in prigionia, ma soprattutto la passione per la fotografia.

Il Dvd e il catalogo sono edite da Omnia Comunicazione.

 

 

Ferruccio Ferroni “Architettura della materia”.

 

Foyer del Teatro “Carlo Goldoni”, Corinaldo.

 

A cura di Roberto Mutti e Marcello Sparaventi

Inaugurazione: sabato 1° marzo 2008 ore 17.

 

01 - 24 marzo 2008

Apertura: 16.00 - 19.30 venerdì e sabato

16.00 - 19.30 da lunedì 17 a giovedì 20

10.00 - 12.30 / 16.00 - 19.30

domenica e lunedì di Pasqua

 

Informazioni:

Ufficio cultura 071. 6793207

Ufficio I.A.T. 071 679047

www.corinaldo.it

 

 

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BIOGRAFIA

 

Immagine - Rif. Ferruccio Ferroni 2007 (mostra "FERRUCCIO FERRONI - ARCHITETTURA DELLA MATERIA", Corinaldo, 2008)Nato a Mercantello sul Metauro, Ferruccio Ferroni (1920-2007) è sempre vissuto a Senigallia. Nel dopoguerra, dopo aver scontato con due anni di sanatorio il lungo periodo di prigionia in Germania, si avvicina alla fotografia grazie ai suggerimenti di Giuseppe Cavalli, avvocato di vasta cultura che tentava di imprimere un nuovo impulso al mondo fotografico e che nel 1947 aveva firmato come segretario e ispiratore del circolo milanese “La Bussola” un “Manifesto” teorico pubblicato nel numero di maggio della rivista “Ferrania” che si richiamava agli assunti del “Breviario di estetica” di Benedetto Croce. Ferroni, invece, era iscritto al circolo veneziano “La Gondola” che annoverava, accanto al segretario Paolo Monti, autori del calibro di Ferruccio Leiss, Toni Del Tin, Gino Bolognini poi integrati da due giovani di valore come Gianni Berengo Gardin e Fulvio Roiter. Quando Cavalli lascia Milano per Senigallia dove fonda il circolo Misa, Ferroni si iscrive subito e si trova accanto, fra gli altri, a Piergiorgio Branzi, Alfredo Camisa e, ovviamente, Mario Giacomelli. Parallela alla professione di avvocato – che eserciterà dal 1953 al 1992 – Ferruccio Ferroni sviluppa un’attività fotografica che, pur svolgendosi nell’ambito amatoriale, si caratterizzava per un rigore e un equilibrio propri di quello professionale. L’attenzione per la stampa, la precisione con cui era tenuto in ordine l’archivio, la ricerca dei migliori materiali e la grande conoscenza di macchine e obiettivi hanno da sempre caratterizzato il lavoro del fotografo marchigiano anche se il vero elemento propulsivo è stata la sua profonda passione per la ricerca. Da subito ottiene importanti risultati come, nel 1950, il prestigioso premio al Grand Concours International de Photographie indetto dalla rivista svizzera “Camera” e partecipa a mostre significative fra cui si possono ricordare l’Esposizione Internazionale Fotografica (Milano, 1952), la Mostra della fotografia italiana (Firenze, 1953) o la “Subjektive Fotografie 2” (Saarbrucken 1954/1955). C’è una lunga pausa nella sua attività perché dal 1957 al 1984 si dedica completamente al lavoro e alla famiglia, ma quando riprende in mano la macchina fotografica il suo stile non si è appannato. Le nuove ricerche lo portano ad esporre in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero, a ricevere riconoscimenti dalla FIAF (Maestro della Fotografia nel 1996 e Autore dell’anno nel 2006), a pubblicare alcuni volumi monografici fra cui “Immagini inventate” che vince nel 1999 a Padova il premio come miglior libro fotografico dell’anno. Pur non valutato come avrebbe meritato dal mondo del collezionismo sue immagini sono conservate in alcune collezioni pubbliche (la collezione permanente della “Subjektive Fotografie”, la Biblioteque National di Parigi, il Museo Alinari di Firenze, il Museo d’arte moderna di Senigallia) e private.  

 

 

 

Fonte: "Ferruccio Ferroni - Architettura della materia". A cura di Roberto Mutti e Marcello Sparaventi.

 

 

 

 

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