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|| OMS - Nuovo Rapporto sullfInvecchiamento
e la Salute 2015 Rif.: Istituto Nazionale
per la Comunicazione Comunicato OMS Organizzazione Mondiale della Sanità ▬▬▬ « OMS: ANZIANI, ENTRO IL 2050 RADDOPPIA IL NUMERO
DEGLI OVER 60 NEL MONDO. ITALIA PAESE PIÙ gVECCHIOh DfEUROPA E SECONDO PIÙ
gVECCHIOh DEL PIANETA. » Alla vigilia della Giornata Internazionale
degli Anziani del 1 Ottobre, lfOrganizzazione Mondiale della Sanità presenta
il Nuovo Rapporto sullfInvecchiamento e la Salute, secondo cui il numero di persone anziane
supererà quello dei bambini al di sotto dei 5 anni entro il 2020. Flavia Bustreo, Vice Direttore Generale
dellfOMS per la Salute della Famiglia, delle Donne e dei Bambini: gLfinvecchiamento
è un valore che va difeso, nellfagenda globale attuare cambiamenti
per una società più anziana e, in particolare, tutelare le donne che
compongono la porzione più ampia della popolazione anzianah. "Oggi, la maggior parte delle
persone, anche nei paesi più poveri, vivono sempre più a lungo" afferma Flavia Bustreo Vice Direttore
Generale Salute delle Donne e dei Bambini presso lfOMS. "Ma questo non è sufficiente. Dobbiamo
garantire che la terza età sia vissuta in salute, consentendo lfaccesso alle
cure anche a chi vive in condizioni svantaggiate e continuare a lavorare
insieme ai Paesi per aumentare la qualità della vita delle persone anziane.
Il raggiungimento di questo obiettivo non sarà solo un bene per le persone
anziane, ma sarà un bene per la società nel suo complesso.h Nel
2050, secondo il Rapporto dellfOMS, lf80% della popolazione anziana vivrà nei
Paesi a medio e basso reddito. E mentre in Europa la popolazione anziana è
aumentata dal 10% al 20% in circa 150 anni, nei paesi come Brasile, Cina e
India ci vorranno poco più di 20 anni per raggiungere lo stesso cambiamento. Un
fattore che giocherà un ruolo chiave nellfopportunità di reinventarsi delle
società sarà proprio la scommessa da vincere per la salute delle persone
anziane. Ciò sarà particolarmente importante per le donne, che costituiscono
la maggioranza delle persone anziane e che forniscono gran parte della cura
familiare per coloro che non possono più prendersi cura di se stessi. gAvendo lavorato spesso in casa, le donne
più anziane possono avere minori pensioni e sussidi, un minor accesso alle
cure sanitarie e ai servizi sociali rispetto agli uomini. Le donne anziane
hanno anche un rischio maggiore di abusi e, in generale, peggiori condizioni
di saluteh spiega Flavia Bustreo. INVECCHIAMENTO, UN'OCCASIONE
MANCATA PER LA SOCIETÀ Il
Rapporto rivede lo stereotipo degli anziani come persone fragili e
dipendenti, mettendo in evidenza come spesso il contributo degli anziani
venga tenuto poco in considerazione. Infatti,
mentre alcune persone anziane richiedono assistenza e sostegno, la popolazione
anziana in generale è molto diversa e offre molteplici contributi alle
famiglie, alle comunità e alla società in un senso più ampio. Contributi che,
da quanto emerge nel Rapporto, superano di gran lunga tutti gli investimenti
che potrebbero essere necessari per fornire i servizi sanitari, l'assistenza
a lungo termine e la sicurezza sociale, che le popolazioni più anziane
richiedono. In questa direzione, è importante che la politica sposti
lfattenzione dal controllo dei costi ad una maggiore attenzione per
consentire agli anziani di fare le cose che contano per loro. "Guardando al futuro,
dobbiamo apprezzare l'importanza dellfinvecchiamento nella vita delle donne,
in particolare nei paesi più poveri
– spiega Flavia Bustreo. E abbiamo bisogno di pensare molto di più
a come garantire la salute delle donne durante tutta l'arco della loro
vita". UNA
VITA PIÙ LUNGA, MA NON SEMPRE IN SALUTE Contrariamente
a quanto si pensi, il Nuovo Rapporto sullfInvecchiamento mette in luce che ci
sono poche prove a dimostrazione del fatto che gli anni in più di oggi siano
vissuti più in salute rispetto a quanto non succedesse per le generazioni
precedenti alla stessa età. "Purtroppo
i 70 anni non sembrano ancora essere diventati i nuovi 60" afferma Flavia Bustreo. "Ma potrebbe essere così. Anzi, dovrebbe essere così". Mentre
alcune persone anziane possono vivere una vita più lunga e, allo stesso
tempo, più sana, si tratta quasi sempre di persone che provengono dai
segmenti più avvantaggiati della società. "Le persone che invece vivono in ambienti svantaggiati, quelli dei
Paesi più poveri, con minori opportunità e minori risorse ancor più in età
avanzata, sono suscettibili di avere la salute più a rischio e hanno
maggiormente bisogno" spiega F.
Bustreo. Il
Nuovo Rapporto sottolinea come i governi debbano agire per garantire delle
politiche che consentano alle persone anziane di continuare ad essere
partecipi nella società, evitando di rafforzare le ingiustizie che spesso
sono alla base delle cattive condizioni di salute in età avanzata. Il
rapporto mette in luce tre aree chiave di intervento che richiederanno un
cambiamento fondamentale nel modo in cui la società pensa allfinvecchiamento
e alle persone anziane. La
prima, è quella di rendere i luoghi in cui viviamo molto più piacevoli e
fruibili per le persone anziane. Degli esempi concreti di best practice si possono trovare nella
rete globale dell'OMS delle Città e dei Comuni Amici degli Anziani (Age-friendly) che comprende
attualmente oltre 280 città, in 33 Paesi, tra cui Udine in Italia. Si va da
un progetto per migliorare la sicurezza degli anziani nei quartieri poveri di
Nuova Delhi a delle strutture ricettive in Australia e Irlanda per
contrastare l'isolamento sociale e la solitudine. Inoltre, è fondamentale che i
sistemi sanitari siano allineati con le esigenze degli anziani. Ciò
richiederà un passaggio che permetta ai sistemi che oggi sono rivolti a
curare le malattie acute di diventare sistemi in grado di fornire assistenza
per le malattie croniche, più frequenti in età avanzata. Ci sono iniziative
che hanno già ottenuto buoni risultati e che possono essere diffuse e
introdotte in altri Paesi. Come, ad esempio, la creazione di equipe composte da diversi specialisti
come fisioterapisti, psicologi, nutrizionisti, terapisti occupazionali,
medici e infermieri in Brasile, o la condivisione di cartelle cliniche
computerizzate tra diversi istituti di assistenza in Canada. I
governi devono, inoltre, sviluppare sistemi di assistenza a lungo termine che
possano ridurre l'uso improprio dei servizi sanitari e garantire alle persone
che vivono i loro ultimi anni di farlo con dignità. Le famiglie avranno
bisogno di sostegno per fornire assistenza, dando maggiore libertà alle
donne, che spesso sono anche coloro che si prendono in carico la cura per i
familiari più anziani. Anche semplici strategie possono essere molto
efficaci, come il caso dei Paesi Bassi con il sostegno via Internet per chi
assiste un familiare o di sostegno alle associazioni delle persone anziane
che forniscono il supporto tra pari in Vietnam. |
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¡ Rif.: OMS -
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e la Salute, 2015 // Rif.: Istituto Nazionale per la
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