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“REPERTI ULTIMI” bronzi policromi di Paolo Delle
Monache Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Modena e di Reggio Emilia
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“REPERTI ULTIMI” Le sculture di Paolo
Delle Monache nel Museo Lapidario e
nella Galleria Estense di Modena > ◘ < dal 19 Marzo al 20 Giugno 2011 - PALAZZO DEI MUSEI, MODENA - |
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■ Immagine - opera di Paolo Delle
Monache >>> |
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■ Il Museo
Lapidario Estense >>> ■ La
Galleria Estense >>> |
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■ Note sull'artista Paolo Delle Monache >>> |
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■ Scheda tecnica >>> |
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▲ Immagine – Rif.: “REPERTI ULTIMI” Le sculture di Paolo Delle Monache nel Museo Lapidario e nella Galleria Estense di Modena |
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Comunicato
stampa “REPERTI ULTIMI” Le sculture di Paolo Delle Monache nel Museo Lapidario e nella Galleria Estense di Modena dal 19 marzo al 20
giugno 2011 inaugurazione: venerdì 18 marzo 2011,
ore 18.00 Saletta dell’Oratorio, Palazzo
dei Musei, Modena La
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Modena e
di Reggio Emilia, con il patrocinio della Direzione Regionale per i Beni
Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna e con la collaborazione del
Comune di Modena, promuove dal 19 marzo al 20 giugno 2011, negli spazi del
Museo Lapidario Estense e della Galleria Estense di Modena, la mostra
personale di Paolo Delle Monache: “Reperti ultimi”. Realizzata
dallo Studio Copernico di Milano e a cura di Nicoletta Giordani, Giovanna
Paolozzi Strozzi, Lucia Peruzzi, la mostra propone un dialogo tra le
collezioni permanenti di scultura del Museo Lapidario e i dipinti della
Galleria con i bronzi policromi di Paolo Delle Monache. “Il
dialogo tra i monumenti della storia antica della città - intesi nel
significato etimologico di ricordo e di testimonianza - con le espressioni
dell’arte di oggi, in questo caso le belle sculture di Paolo Delle Monache”,
afferma il Soprintendente Stefano Casciu, “non può che cogliere e sottolineare
i valori di universalità e di atemporalità dell’espressione artistica, e
proporre un’idea di continuità nella storia e nella cultura che si incarna
nell’arte figurativa, che credo rappresenti la nostra identità più profonda”,
e “un’istituzione viva, come vuole essere il Museo Lapidario, parte
integrante della Galleria Estense, accanto alla sua missione principale, che
è la conservazione e la presentazione al pubblico delle sue collezioni
storiche, deve saper affrontare con entusiasmo questa proposta di confronto,
offrendo così spunti di riflessione ai visitatori e favorendo anche la piena
valorizzazione del patrimonio antico che custodisce”. Da queste
premesse muove l’idea della mostra personale di Paolo Delle Monache, dove
il titolo, “Reperti ultimi”, suggerisce propriamente sia il legame dell’opera
dell’artista con l’arte antica, sia la corrispondenza tra i lacerti della
contemporaneità e i frammenti del passato. Parte
delle opere esposte hanno per soggetto il volto umano: Oblio (2001), Il
cherubino e la foresta (2004), Extra-luogo (2008). Sono volti sognanti o
assorti, circondati da mani o da rappresentazioni di spazi “traforati” dai
quali emerge uno sguardo: non diretto, ma riflessivo. Altri lavori sono
composizioni di frammenti (una mano su una mano, una casa su una casa, un
volto su un volto), che traggono ispirazione dall’arte classica e che nella
rappresentazione scultorea sembrano “crescere” uno sopra l’altro, come in una
pianta: il frammento diventa un metodo, quindi, un modulo con cui dare vita alle
forme e poterle far diventare qualcosa d’altro. Paolo Delle Monache
realizza le sue sculture in bronzo, poiché è un materiale in grado di “auto
sostenersi” e di reggere gli azzardi d’equilibrio che sedimenta. “La
memoria è il filo di Arianna che seguo in questo mio affastellare”, afferma
l’artista descrivendo la sua opera. Una memoria che ha origine dagli Etruschi
e che attraversa l’arte del Rinascimento fino al Novecento: Andrea Palladio,
Carlo Carrà, Mario Sironi, Giorgio de Chirico, Giorgio Morandi, come rivelano
le architetture che circondano i volti modellati dall’autore: i suoi
extra-luoghi. Negli
ultimi lavori, come Serendipity (2010) o Archeologia di un istante (2010),
una piccola figura umana è inserita all’interno di un paesaggio urbano che la
circonda, in forma di colonna o di semisfera. Quelle forme sono una
secrezione di ricordi immessi in un processo simile a quello calcare di
alcuni insetti e molluschi che nel tempo accrescono il loro guscio. Sono
l'origine e l’identità che i piccoli ospiti umani stratificano intorno a sé
trasformandole nella testimonianza del proprio vissuto. Il
percorso espositivo si snoda a partire dal Museo Lapidario Estense, al piano
terra del Palazzo dei Musei, e raggiunge le sale della Galleria Estense, due
sedi museali che hanno origine dalle Collezioni Estensi. ───────────── ● Museo Lapidario Estense Fu istituito nel 1828 per
volontà dei duchi di Modena, sulla base di un primo nucleo formato da beni
estensi, in funzione di catalizzatore di altre donazioni ed acquisizioni, al
fine ultimo di costituire il primo Museo cittadino. Il nucleo più importante
del Museo Lapidario è il folto numero di sarcofagi romani monumentali che
venne trasferito dal cortile delle Canoniche del Duomo al Museo e che
costituisce ancora oggi la serie più cospicua di manufatti di tale genere di
tutta l’Emilia Romagna. All’importante sezione romana si affiancano senza
soluzione di continuità i monumenti della sezione medievale e rinascimentale
che documentano sia il reimpiego dei sarcofagi sia la loro imitazione nei
secoli. Quest’ultima sezione documenta l’importanza delle personalità
modenesi anche nella storia a noi più vicina. ● Galleria Estense È uno degli istituti museali più
importanti in Italia ed è rappresentativo dei multiformi interessi culturali
ed artistici dei duchi d’Este. La collezione è formata per la
massima parte da opere provenienti dalla dinastia che regnò tra Ferrara e
Modena e presenta le più diverse tipologie artistiche, dai dipinti alle
sculture, dagli strumenti musicali agli oggetti d’arte decorativa, fino ai
bronzetti, a una consistente e articolata collezione archeologica per finire
a un ricchissimo medagliere. ───────────── Paolo
Delle Monache Nato a
Roma nel 1969, ha studiato scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna
diplomandosi nel 1992. Nel 1993 ha vinto il Primo Premio di Scultura H. C.
Andersen all’Accademia Nazionale di San Luca a Roma. Dal 1997 ha insegnato
scultura nelle Accademie di Belle Arti di Bologna, Carrara, Frosinone,
Milano, Palermo e Venezia. Tra le mostre recenti si segnala la sua
partecipazione alla collettiva: “La scultura italiana del XXI secolo”,
Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano (2010) e le mostre personali:
“Extra-luoghi”, Museo Marino Marini, Pistoia (2008) ed “Ex-volto”, Museo
Barraco, Roma (2008). Alcuni degli autori che hanno scritto sul suo lavoro
sono, in ordine di tempo: Roberto Tassi, Walter Guadagnini, Silvia Evangelisti,
Dario Trento, Maurizio Di Puolo, Marco Vallora, Robert Rosenblum, Luciano
Caprile, Marilena Pasquali, Carlo Zucchini, Alessandro Riva, Maurizio
Calvesi, Maria Tersa Tosi e Marco Meneguzzo. ───────────── Studio Copernico Fondato nel 1986 da Nicola Loi, già attivo nel
settore da circa vent’anni, lo Studio Copernico ha scelto di occuparsi
essenzialmente di scultura attraverso le opere di artisti in grado di
apparire quali punti di riferimento culturale per l’arte del Novecento in
Italia e all’estero. Per gli artisti che segue cura l’immagine, le
pubblicazioni, promuove e realizza eventi. Lo studio si sta dedicando anche alla realizzazione
a Casalbeltrame di “Materima”: una vera e propria città della scultura, un
centro internazionale per la progettazione, la realizzazione e l’esposizione
di arte plastica; un luogo dove gli artisti possano trovare tutto quello che
occorre per l’esecuzione delle loro opere: spazi idonei, maestranze
qualificate per la lavorazione del bronzo e del marmo, studi e foresterie. ───────────── Ente Promotore Soprintendenza
per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Modena e di Reggio
Emilia con patrocinio
di Direzione
Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna
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Rif.:
“REPERTI ULTIMI” - Le sculture di Paolo
Delle Monache nel Museo Lapidario e nella Galleria Estense di Modena -
dal 19 marzo al 20 giugno 2011 Info:
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di
Modena e di Reggio Emilia sbsae-mo@beniculturali.it //
ufficio stampa Studio Pesci di Federico Palazzoli, Bologna - info@studiopesci.it www.studiopesci.it |
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Misuratore di Elettricità Tossica - Stetzerizer Gs-M330-A
La
proprietà intellettuale alla base del Microsurge Meter (misuratore di
micro-sovracorrenti) STETZERIZER™ appartiene alla persona che ha
concepito e progettato lo strumento: il professor Martin Graham. Il
Microsurge Meter: -
Funziona con il sistema nordamericano a 60Hz/120 Volt e
con quello europeo a 50Hz/240 Volt. -
Il display LCD indica la variazione attuale in Volt al
secondo, che fornisce un’approssimazione dell’energia ad alta frequenza. Le
alte frequenze sono quelle più dannose per apparecchiature, animali, piante
ed esseri umani. -
Per comodità, la gamma di valori ottimali, al limite e
indesiderabili è riportata sul retro del Microsurge Meter. La ricerca mostra
che i risultati migliori per la salute si ottengono quando il valore è
inferiore a 30 unità GS. -
Le persone sensibili all’elettricità hanno riportato una
sensibilità anche con un valore molto basso come 27. Ad ogni modo, un valore
medio o addirittura basso riportato dal Microsurge Meter non dev’essere interpretato
come garanzia di assenza di influsso nocivo sulla salute, perché ciò solo un
medico esperto è in grado di stabilirlo. La prudenza è d’obbligo, in quanto
alcuni effetti nocivi della corrente ad alta frequenza sugli esseri umani
sembrano essere cumulativi e forse irreversibili. La
scienza non è giunta a conclusioni in questo campo, benché il complesso di
prove empiriche disponibili come guida per la ricerca continui a crescere e a
stabilizzarsi. Criteri di progettazione del Microsurge Meter I Microsurge
Meter (misuratori di micro-sovracorrenti) sono stati progettati in modo
specifico per essere abbinati ai filtri STETZERIZER™ (Graham-Stetzer). Questi
misuratori rilevano la quantità di energia elettromagnetica nociva presente.
Il loro impiego primario è come guida a un’efficace installazione dei filtri.
I Microsurge Meter sono economici, robusti e facilmente utilizzabili anche da
parte di non tecnici. Questi
misuratori sono stati progettati per rilevare le armoniche e l’altra
“energia” ad alta frequenza presenti nell’ambiente, le più dannose per la
salute umana. I misuratori ignorano efficacemente gli effetti della corrente
a 50/60Hz e delle altre frequenze più basse e meno nocive. Lo strumento
misura in particolare la grandezza media delle variazioni di tensione in
funzione del tempo (dV/dt). Questo naturalmente pone l’accento sui transitori
e sugli altri fenomeni ad alta frequenza che variano rapidamente nel tempo.
Le misurazioni di dV/dt rilevate dallo strumento sono definite come unità GS
(Graham-Stetzer), non essendo disponibile un termine standard. Le unità GS
sono una misura efficace dell’energia elettromagnetica nociva o “elettricità
sporca”. Uso del Microsurge Meter per una normale
installazione domestica I
Microsurge Meter rilevano i livelli di “energia” sicuri, al limite e
pericolosi presenti nell’ambiente. Per comodità, questi livelli sono
riportati sul retro del misuratore per una rapida consultazione. Questi
livelli sono il risultato di molte ricerche (gran parte delle quali effettuate
in Russia e nei paesi limitrofi) e sono stati confermati dall’esperienza in
Nord America. Partendo
dai punti che normalmente presentano i valori più elevati, come il quadro
elettrico, i computer e i televisori, lo strumento viene usato per misurare i
livelli iniziali di energia GS e la loro riduzione in seguito all’aggiunta
dei filtri. Una volta raggiunti dei livelli accettabili di GS in un punto, il
processo dev’essere ripetuto in quelli successivi. Una volta completata
l’installazione dei filtri, è consigliabile effettuare una conferma finale
dei livelli di GS ottenuti in tutta la casa, la scuola o l’ufficio.
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