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Satura Associazione Culturale Genova, Palazzo Stella - Giugno 2009 |
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▼ Min Soung Ho |
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Sabato 30
Maggio 2009 ore 17:00 sala portico - inaugurazione SOGNI DI PIETRA mostra personale di Min Soung Ho a cura di Marco Ciampolini aperta
fino al 17 giugno 2009 dal martedì al sabato ore 16:00 – 19:00 chiuso lunedì e festivo
«Nonostante la sua giovane età Min Soung Ho ha alle spalle varie
esperienze nella natale Corea del Sud e in Europa, dove è approdato nel 2000
per studiare nell’Accademia di Belle Arti di Carrara. Min è uno scultore
esperto, anzi, artefice così navigato da possedere un linguaggio tanto
originale da sfuggire a classificazioni. Osservando le sculture di Min Soung
Ho ci accorgiamo che la sua indagine artistica ha poco di usuale: è rivolta
al visibile solo incidentalmente e non ha i caratteri di uno specifico
filone. Le sue opere infatti non partono dalla figura umana come nella
scultura che si rifà a esperienze classiche, neppure si dedicano alla ricerca
di simboli come nell’arte iconica che prende avvio dal linguaggio primitivo e
rituale. Non si avverte inoltre nella sua opera la sintesi in forme astratte e
pure, né uno studio sulla materia come nella scultura moderna che nasce dalle
sperimentazioni delle avanguardie. Se è avvertibile un rapporto con queste
ultime, sarà solo con il mondo onirico e visionario del Surrealismo. Min Soung Ho vuole infatti fissare in forma plastica le cose
apparentemente impalpabili, perché non materiali. La sua sfida artistica è
rappresentare i propri pensieri, tradurre in sostanza le sensazioni, narrare
i sogni. Lo scultore associa le forme inavvertibili dei sensi e dei suoni a
forme del reale, così da poterle rappresentare nella metafora della scultura.
L’espandersi di un suono può essere una nuvola che parte esile da un punto e
poi si allarga gradualmente fino a definirsi nel padiglione di un orecchio.
Una nube può anche rappresentare un pensiero che come fumo fuoriesce dal
camino di una casa per concludersi, proprio come in un fumetto, nell’oggetto
pensato. Le sculture di Min Soung Ho sono infatti dei paesaggi di pietra e lui,
come un affiliato del Surrealismo, mira a farne dei rivelatori di una realtà
profonda diversa dall’apparente. Così elementi tolti dal loro contesto sono nuovamente contestualizzati
in impossibili palinsesti. Il fumo che fuoriesce dalle case di pietra diviene
pesante, solido fino a confondersi con forme umane o a realizzarsi in organi
come occhi od orecchi. Sembra di potervi leggere significati inquietanti:
l’uomo che si perde nel fumo o l’invadenza degli occhi e degli orecchi
implacabili delle macchine. Ma in realtà nella scultura di Soung Ho non vi è
nulla di drammatico, la sua è una visione distesa e rassicurante non tragica
e angosciante. Si esplica in forme sintetiche e levigate dove nulla altera
l’equilibrio di un linguaggio che tiene conto principalmente delle forme
primordiali di Constantin Brancusi. La sua scultura è come un sogno di un
bambino che ci apre all’infinito di domani.» |
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