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Galleria SCOGLIO di QUARTO via Ascanio Sforza, 3 Milano |
LE TEORIE DEL MADI 5-30 Maggio 2008 |
Comunicato
stampa Lunedì 5 maggio 2008 - ore 17,00 Galleria SCOGLIO di QUARTO - via Ascanio Sforza, 3 Milano inaugurazione della mostra:
LE TEORIE DEL
MADI
a cura di GABRIELLA BREMBATI - REALE F.FRANGI - GINO LUGGI GIANFRANCO NICOLATO - PIERGIORGIO ZANGARA
testo critico di
MATTEO GALBIATI
opere di:
ARDEN QUIN (Uruguay); BENSASSON (Francia); BERTOLIO (Italia); BINET (Francia); BLASZKO (Argentina); BOLIVAR (Uruguay); BOURMAUD (Francia); BRANCHET (Francia); CHARASSE (Francia); CHAVEZ (Stati Uniti); COADOU (Francia) CORNOLO' (Italia); CORTESE (Italia); DRUGDA (Slovacchia); DE JONG ORLANDO (Olanda); FACCIO (Argentina); FORLIVESI (Italia); FRANGI (Italia); FROMENT (Francia); FULCHIGNONI (Italia); GALVAO (Brasile); HERNANDEZ (Venezuela); HORVATH (Belgio); HULIK (Slovacchia); JOUET (Francia); KIMURA (Giappone); LAMBELE (Belgio); LOMBARDI (Italia); LUGGI (Italia); MARINHO (Brasile); MASCIA (Italia); MILO (Italia); MINORETTI (Italia); MORI (Giappone); NEYRAT (Francia); NEM'S (Ungheria); NICOLATO (Italia); PASQUER (Francia); PATAKI (Ungheria); PERROTTELLI (Italia); PILONE (Italia); PINNA (Italia); PRADE (Francia); RIDELL (Svezia); ROHR (Belgio); ROSA (Italia); SAXON SZASZ (Ungheria); SZARAZ (Ungheria); SILVA (Venezuela); THOMEN (Francia); YOUSSEF (Egitto); VACHER (Francia); VAN LIER (Olanda); ZANGARA (Italia)
Saranno presenti gli artisti
"In oltre sessanta anni di storia il
Madì - nasce in Argentina nel 1946, promosso dal pre-manifesto di Carmelo Arden
Quin - ha visto pubblicati numerosissimi saggi, testi, critiche e resoconti
che ne hanno ripercorso l´intera parabola, con analisi approfondite anche
delle personalità che compongono questo gruppo aperto di artisti, dalle sue
origini ad oggi. Molte sono le voci che si sono succedute, o alternate, nel dare
il rispettivo contributo critico, e aggiungerne una nuova non è certo facile.
Soprattutto in relazione all´anima stessa della cultura Madì. Uno degli
aspetti che ho trovato più rilevanti, nella lettura del Madì, dei suoi
artisti e delle loro opere, è sicuramente il configurarsi come esperienze che
hanno superato i limiti canonici delle temperie artistiche [...] [...] Il movimento
Madì ha avuto la straordinaria capacità di mantenersi aperto non solo al tempo
ma anche a chi quel tempo preciso, di volta in volta, lo viveva. Il senso
vero del suo esserci è quello di essere stato in grado di comprimere le
specificità del momento per mirare ad una più ampia e significativa
valorizzazione delle proprie opere e, con esse, del proprio intendimento.
L´apertura è oltre il limite del tempo circostanziato: le opere sono valide
ora e domani; hanno una vocazione più largamente universale nell´attribuzione
di senso e coinvolgimento innescato dalla loro visione. Madì nasce in un
tempo preciso quale libertà, mossa e permessa dall´astrazione, contro l´arte
propagandata ed ufficiale, regolamentata e costretta, dal regime peronista.
Ma, da subito, è andato oltre questa situazione temporale. Si è allargato
nella cronologia storica fino ad arrivare a noi, rimanendo pur sempre
qualcosa di nuovo e vitale. In questo senso il Madì riesce a far superare
all´artista stesso il suo personalismo, ne estrae la radice vera che è la
quintessenza della sua opera. Non univocamente della sua persona. [...] Tale principio
di limite, imposto al lavoro, pare essere quasi inconcepibile se deve essere
riferito ad un´opera d´arte, ma è indispensabile nel prevenire efficacemente
le derive senza meta e le ripetizioni formali. Di maniera si direbbe in altra
circostanza. La volontaria messa in esilio dell´espressività, della
rappresentatività e della significazione si impone come possibilità per la
salvaguarda tanto dell´opera, quanto del suo autore, dal pericolo di declino
inesorabile verso la sterilità ripetuta della propria arte. Ciò che si fa
come Madì si compie quale opera sempre valida e, usando un´espressione poco
felice pur efficace, si mantiene fresca. Freschezza che è vita. L´opera Madì, sempre però riferendosi a costruzioni
geometrizzanti, vince pure il limite della forma-contenitore di rettangolo e
di cornice. Estirpati questi concetti, associabili da sempre all´opera d´arte
pittorica, si rende partecipe di un divenire di forme nello spazio. Fin da
subito ha così scalzato e spodestato l´autorità iconica del rettangolo e
attuato l´annullamento della cornice. L´opera sconfina libera nel Tempo e
nello Spazio. Una temporalità senza scadenze, e una spazialità che si fa
pluridirezionale, a tal punto che le coordinate, che collocano l´opera
nell´ambiente, sono legittimate e connesse alla contingenza del momento
stesso in cui si rendono applicabili. Nulla è trattenuto in una sospensione
sacrale ed inviolabile in cui, spesso, si avvolgono le opera d´arte. L´opera
si incontra nel luogo ed in questo può divenire secondo specifiche forze e
dinamiche che suggeriscono un sapiente e coscienzioso superamento del caso,
dell´automatica o contingente accidentalità. Nel momento si ricreano e
rigenerano, si dispongono diversamente da come erano, si rendono visibili in
realtà sempre inaspettate [...] [...] Diventa allora
importante evidenziare quanto il Madì non si sleghi solo da un passato
esperienziale, storicamente vincolante per altre realtà, ma abbia come
obiettivo preminente il valore intellettuale proiettato nel futuro. Torna così l´uomo e il suo pensare al centro della loro poetica.
L´uomo, il suo fare e il suo comporre creativamente con ogni possibile
capacità di esprimersi e di intuire. L´uomo che non è solo l´artista ma, in
aperta sfida al condizionamento culturale delle mode del momento, è anche lo
spettatore ad essere persuaso e condotto a valicare ogni singolo limite che
lo lega a schemi mentali e pregiudizi. Madì è quasi una formulazione
liberatoria protesa verso l´intuizione prima, il raggiungimento poi, della
vera Arte. In questo senso diventa esperienza allargata e condivisa oltre
ogni limite. Non rischiando né cedendo all´autoreferenzialità, il Madì è
un´esperienza di moralità e spiritualità dell´arte. Si deve ricordare: Madì
innanzitutto è. Senza mezze misure si è Madì. Afferma sempre - e comunque - la sua dimensione di essenza, o
essente, nella concezione più squisitamente filosofica. È e resta Arte
nell´Arte. Nel fare e nel vedere. Di chi opera e guarda oggi, non meno di chi
opererà e guarderà domani."
[Estratto
dal testo critico in catalogo "Madi: un'esperienza oltre il limite" di MATTEO GALBIATI - Aprile 2008] La Mostra resterà aperta fino al 30 maggio Da martedì a venerdì dalle 17.00 alle 19.30 Riferimenti: direzione:
GABRIELLA BREMBATI via ASCANIO SFORZA, 3 - 20136
MILANO tel. +39.02.58317556
+39.02.87390586 cell. +39.348.5630381 info@galleriascogliodiquarto.com
- www.galleriascogliodiquarto.com |
Fonte: GALLERIA SCOGLIO di QUARTO, Milano |
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