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“Itinerari fra parole e
musica” XII edizione, 2009-2010 Associazione Viadelcampo
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Promo > "Ritrovarsi" < Autore:
Rosemary Altea |
“Itinerari fra parole e
musica” Rassegna teatrale, XII Edizione San Giorgio delle Pertiche (Padova), Teatro Giardino :: Cinque appuntamenti con il Teatro d’Autore contemporaneo :: Da Novembre 2009 a Marzo 2010 |
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Comunicato stampa L’associazione Culturale Viadelcampo in collaborazione con Arteven Presenta la rassegna teatrale “Itinerari fra parole e musica” San Giorgio delle Pertiche, Teatro Giardino Cinque
appuntamenti con il Teatro d’Autore contemporaneo al cinema Teatro Giardino
di San Giorgio delle Pertiche. Si preannuncia un successo questa nuova
edizione della Rassegna Teatrale, promossa ed organizzata dall’Assessorato
alla cultura e dall’Associazione Viadelcampo con la collaborazione del
circuito Teatrale Regionale Arteven, della Regione Veneto. L’associazione Viadelcampo
presenta: 27 Novembre 2009, Gualtiero Bertelli in “Campomarte”. A
Venezia le piazze si chiamano campi, perché un tempo vi cresceva l’erba.
Campo Marte sta alla Giudecca, un’isola che, come molti luoghi di Venezia,
nasconde la memoria vivida di un passato recente da retrobottega di una città
in vetrina. == > 19 Dicembre 2009, Ascanio Celestini in “La pecora nera”. Ascanio raccoglie memorie di chi ha conosciuto il
manicomio, un po’ come facevano i geografi del passato. Questi antichi
scienziati chiedevano ai marinai com’era fatta un’isola, chiedevano ai
commercianti di spezie com’era la strada verso l’Oriente o verso l’Africa. Da
questi racconti cercavano di disegnare le carte geografiche, che risultavano
spesso inesatte ma che erano piene dello sguardo di chi i luoghi li aveva
conosciuti attraversandoli. Dall’ascolto delle storie di chi ha viaggiato
attraverso il manicomio non si arriva ad ottenere una storia oggettiva, ma a
restituire la freschezza del racconto e l’imprecisione dello sguardo
soggettivo, la meraviglia dell’immaginazione e la concretezza delle paure che
accompagnano un viaggio. == > 12 Febbraio 2010, Teatro popolare di ricerca in “Mio padre”. Questo progetto teatrale non è solamente un
omaggio a due fra i più grandi scrittori americani, John Fante e Philip Roth,
ma soprattutto un tentativo di raccontare una fase della nostra vita che ci
mette a diretto confronto con noi stessi, la nostra famiglia, i nostri padri,
i nostri figli. Nello spettacolo il rapporto padri-figli è anche visto
attraverso un occhio musicale, quello di Tim e Jeff Buckley, due grandi
cantanti e musicisti che a malapena si erano conosciuti, uniti da un
terribile destino comune. L’analisi di questi rapporti suscita sentimenti e
suggerisce nuove prospettive offrendoci l’opportunità di una rielaborazione
della “memoria familiare”, di confrontarci con noi stessi, con quello che
siamo e forse con quello che saremo. 26 Febbraio 2010, Angela Finocchiaro in “Mai più soli”. Narrare
il tempo presente non è facile; farlo con leggerezza ed ironia lo è ancora
meno. Accompagnata dall’attore e musicista Daniele Trambusti, Angela racconta
storie in cui i protagonisti si comportano come particelle impazzite, vittime
della sproporzione tra una società dominata dai nuovi mezzi di comunicazione
e la crescente solitudine dell’individuo. Con leggerezza e poetico candore
possiamo ridere e riflettere attraverso favole, brevi liriche, lucide
cronache in un contesto narrativo che cerca di ritrovare un senso al caos ed
alle incoerenze del nostro presente. Il tutto affrontato in chiave umoristica
e amara, caratteristica propria della scrittura di Benni (Autore dello
spettacolo) 05 Marzo 2010, Aram Kian in “Synagosyty”. Una
classica infanzia degli anni ottanta vissuta nella periferia industriale di
una grande città del nord; una comune giovinezza a cavallo del nuovo secolo,
fatta di inconcludenti anni universitari e lavoro che non si trova. Ritratto
tipico del trentenne italiano, solo che quando il trentenne in questione si
chiama Aram ed ha un padre iraniano, le cose si complicano un po’. In bilico
fra incanto, ironia, e tragedia, Synagosyty racconta la storia dei nuovi
italiani, i figli degli immigrati, le cosiddette “seconde generazioni”.
Attraverso la voce di Aram Kian, Gabriele Vacis costruisce un testo che è uno
stralcio di vita e di memoria e, insieme, uno sguardo al futuro di una
società che impara, giorno per giorno, a dare un significato all’aggettivo
“multietnica”. ▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬ La
rassegna, giunta al dodicesimo anno, ha ospitato artisti come Gian Antonio
Stella, Natalino Balasso, Roberto Citran, David Riondino, Arnoldo Foà, e
molti altri. Questa rassegna, Itinerari fra parole e
musica, vuole essere la prosecuzione di un cammino intrapreso insieme per
scoprire passo passo strade e percorsi dentro il nostro territorio e dentro
noi stessi come una canzone che disegna la sua terra, la sua lingua, la sua
gente, i suoni, i colori, le voci, le esperienze. Le proposte vogliono essere come un
ritornello lieve ma profondo che accompagna le nostre giornate, come una
canzone che ogni giorno ti fa scoprire qualcosa di nuovo, una canzone che
quando la canti insieme diventa più vera ed aumenta la voglia di andare
avanti… Perché la vita di ogni uomo come dice Herman Hesse, è una via verso
se stesso… Il tentativo di una via, l’accenno di un sentiero, che
incrociandosi con altri sentieri diventa un itinerario… Associazione Viadelcampo ▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬
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Rif.:
Associazione Viadelcampo - teatroviadelcampo@gmail.com |
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Rassegna “Itinerari fra parole e musica”, XII edizione FOCUS ON: Gualtiero Bertelli "CAMPOMARTE"
«Gualtiero Bertelli in “Campomarte”. A Venezia le piazze si chiamano campi, perché un tempo vi cresceva l’erba. Campo Marte sta alla Giudecca, l’isola più grande e al contempo più vicina a Venezia, l’isola della Chiesa del Redentore e dell’Hotel Cipriani, oggi anche del Molino Stucky trasformato in Hotel Hilton a cinque stelle. Ma la Giudecca, come molti luoghi di Venezia, nasconde tratti inediti al tourbillon invasivo dei turisti, un brulicare di voci, di vite, la memoria vivida di un passato recente da retrobottega di una città in vetrina. Gualtiero Bertelli alla Giudecca, nel derelitto Campo Marte, ci è nato e la storia di quello che è stato definito il bronx di Venezia l’ha vissuta sulla propria pelle di bambino e di ragazzo: la povertà, le “case minime”, chiamate così solo perché “i ga vissuo par ani da bestie”, i giochi sull’acqua (..) Ai margini della “città degli angeli” si è sviluppato un forte senso di appartenenza tra poveri che ancora oggi ha vistose conseguenze. Il cemento è stata la miseria e la solidarietà, il dolore ed il reciproco aiuto, l’emarginazione e la progressiva lotta per emergere, per esistere.» |
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Gualtiero Bertelli, "CAMPOMARTE" |
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Rassegna “Itinerari fra parole e musica”, XII edizione FOCUS ON: Ascanio Celestini "LA PECORA NERA” «Ascanio raccoglie memorie di chi ha conosciuto il manicomio, un po’ come facevano i geografi del passato. (..) Dall’ascolto delle storie di chi ha viaggiato attraverso il manicomio non si arriva ad ottenere una storia oggettiva, ma a restituire la freschezza del racconto e l’imprecisione dello sguardo soggettivo ..» “La pecora nera. Elogio funebre del manicomio elettrico” Di e con Ascanio Celestini |
Ascanio Celestini, "LA PECORA NERA" |
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